Espn ha scelto i dieci trasferimenti più controversi della storia

Le operazioni di mercato che hanno fatto più discutere: Robin van Persie allo United, Baggio alla Juve, Tévez al City.

A ogni sessione di calciomercato, leggiamo e sentiamo parlare di «operazioni controverse», cioè di trasferimenti che non piacciono ai tifosi e ai commentatori per qualche motivo legato alla rivalità tra club, alle scelte economiche dei giocatori, alle dichiarazioni rilasciate dalle persone coinvolte nell’affare. Espn ha selezionato i cambi di maglia che hanno fatto generato molta rabbia, per i motivi di cui abbiamo già detto: per esempio, nella lista ci sono diverse operazioni concluse tra società rivali, a volte anche della stessa città. Vengono citati Carlos Tévez, che nel 2009 ha lasciato il Manchester United per accasarsi al City, suscitando la reazione sdegnata di Alex Ferguson («piccolo club e piccola mentalità»); poi c’è Sol Campbell, che ha lasciato il Tottenham per unirsi all’Arsenal; percorso opposto per Ashley Cole, che ha preferito il Chelsea ai Gunners.

Nella lista, c’è qualcuno che va oltre le rivalità cittadine: Robin van Persie, nel 2012, ha lasciato l’Arsenal per unirsi al Manchester United; Johan Cruijff preferì giocare al Feyenoord l’ultima stagione della sua carriera (1983/84) perché il club olandese della sua vita, l’Ajax, lo riteneva finito e decise di non offrirgli il rinnovo del contratto. C’è anche un trasferimento tutto italiano che appartiene a questo gruppo: Roberto Baggio, nel 1990, scelse di abbandonare la Fiorentina e di accettare l’offerta della Juventus, storica rivale della squadra viola. Espn racconta le conseguenze di quell’operazione: «I tifosi della Fiorentina assaltarono gli uffici del presidente Pontello, che fu costretto a rifugiarsi nello stadio della squadra.

Alla fine dei disordini, si contarono cinquanta feriti e nove arresti». Al secondo posto di questa particolare classifica c’è Luis Figo, l’ultimo giocatore della storia passato dal Barcellona al Real Madrid: nel 2000, un candidato alle elezioni presidenziali del Real Madrid offrì al portoghese una cifra molto alta (circa due milioni di euro) per “bloccarlo”; se il candidato presidente avesse vinto, Figo avrebbe dovuto accettare di passare al Real Madrid oppure restituire quei soldi più altri venti milioni di euro, se invece avesse perso il giocatore avrebbe potuto tenere quella cifra. Quel candidato si chiamava e si chiama Florentino Pérez, e ovviamente vinse le elezioni. Quando Figo tornò al Camp Nou, i tifosi del Barça lo accolsero lanciandogli in campo una testa di maiale.

Al primo posto c’è un trasferimento non molto conosciuto o ricordato, ma dall’enorme peso culturale, almeno nei paesi anglosassoni: Mo Johnston, attaccante scozzese, nel 1989 decise di passare dal Nantes ai Rangers Glasgow. Nulla di strano, se non fosse che parliamo del primo giocatore dichiaratamente cattolico che ha giocato con la metà protestante della città scozzese, tra l’altro dopo aver militato per tre stagioni nel Celtic. Tra l’altro, Espn racconta che Johnston posò per una foto fuori Celtic Park prima di accettare l’offerta dei rivali storici del club biancoverde, insomma un affronto nell’affronto. L’operazione scontentò tutti: i tifosi del Celtic si sentirono traditi, quelli dei Rangers non apprezzarono il nuovo acquisto, addirittura lo scrittore Bill Murray, nel suo libro Old Firm, racconta che il magazziniere dei Gers si rifiutò di sistemare i kit da gioco di Johnston, e decise di non offrirgli barrette di cioccolato fin quando non avesse realizzato un gol contro il Celtic. Cosa che avvenne puntualmente, però solo due anni dopo il suo arrivo a Ibrox.