Achraf Hakimi è diventato uno dei migliori terzini d’Europa

L'avventura al Dortmund gli ha permesso di mostrare le sue qualità, ora è destinato a prendersi il Real Madrid (oppure un altro top club).

Borussia Dortmund-Bayern Monaco è una partita ricca di significati, ed è così da sempre. Stavolta, però, Der Klassiker sarà una sfida che interessa molto da vicino anche il Real Madrid, che ha scelto le due squadre più forti di Germania per capire chi possa essere il terzino destro del futuro, l’uomo a cui affidare l’eredità di un campione – molto sottovalutato, in verità – come Dani Carvajal. Due anni fa Achraf Hakimi è passato in prestito al Borussia Dortmund, mentre a gennaio scorso è toccato ad Alvaro Odriozola trasferirsi in Germania, al Bayern, per capire quali possano essere i suoi margini di crescita. Metterli uno contro l’altro, oggi, è una forzatura, perché in comune tra loro c’è solo l’idea di fondo sulla valorizzazione del talento: Odriozola è un classe ’95 che ha avuto il tempo di giocare solo due partite con la sua nuova squadra, mentre Hakimi ha solo 22 anni eppure è decisamente più avanti rispetto al basco, è titolare da due anni nel Borussia, ma soprattutto sembra aver compiuto i progressi che il Real si aspettava da lui. Anzi, forse è andato addirittura oltre.

Basta leggere i numeri: il marocchino – è nato a Madrid nel novembre del 1998, ma ha scelto di rappresentare la Nazionale del suo Paese d’origine – è tra gli esterni migliori d’Europa per sostegno alla fase offensiva, dall’inizio di questa stagione è stato coinvolto direttamente in 14 gol realizzati dal Borussia, per la precisione ha segnato quattro volte e ha servito dieci assist. Solo Alexander-Arnold è riuscito a tenere il passo di Hakimi, con la stessa quota finale (14) distribuita però in maniera leggermente diversa (due gol e dodici assist).

Oltre queste cifre, però, Hakimi si è segnalato per un’altra dote: la versatilità. Da quando gioca in Germania, infatti, è stato utilizzato in tante posizioni diverse da Lucien Favre: quarto di difesa a destra – che in teoria sarebbe il suo ruolo naturale – e a sinistra, ma anche quinto di centrocampi su entrambi i lati. È proprio in questo slot che Hakimi ha dato e sta dando il meglio di sé, forse favorito dalla maggiore libertà nell’equilibrio tra le due fasi.

Differentemente da Alexander-Arnold, infatti, Hakimi è un laterale più istintivo, portato più alla progressione che alla pura regia in fase di possesso, e forse anche per questo che le sue caratteristiche possono adattarsi su entrambe le corsie. Certo, su questo punto incide anche l’impostazione tattica del Borussia: rispetto al Liverpool, che chiede ai suoi terzini di tenere il pallone, di orchestrare letteralmente il gioco offensivo, la squadra di Favre pratica un calcio (ancora) più frenetico e verticale, e allora i laterali bassi hanno maggiore possibilità di correre in avanti, puntando il fondo, convergendo verso il centro oppure attaccando direttamente la porta – soprattutto quando il tecnico svizzero sceglie di schierare il centrocampo a cinque. Gli ultimi due gol di Hakimi sono arrivati esattamente in questo modo: contro il Gladbach prima del lockdown, e poi contro il Wolfsburg due giorni fa, l’esterno marocchino ha saputo accompagnare la manovra sovrapponendosi sulla destra, poi ha puntato la porta e ha battuto il portiere avversario con grande freddezza.

Il gol contro il Wolfsburg

L’avventura di Hakimi in Germania è stata una scelta perfetta, anche perché lo stesso giocatore l’ha approcciata e vissuta nella maniera giusta: il primo tentativo con il Real Madrid (17 presenze totali come alternativa di Carvajal nella stagione 2017/18) era stato troppo affrettato, serviva completare il processo di maturazione, serviva accumulare esperienza in un contesto con meno pressioni, che offrisse maggiori possibilità di valorizzazione. A Dortmund, Hakimi ha trovato esattamente questo, poi sono stati la sua bravura e il suo atteggiamento a fare il resto, oltre ovviamente alle intuizioni tattiche di Favre. Il tecnico svizzero ha dato nuovi strumenti ad Achraf, che è stato molto ricettivo e oggi, a 22 anni, può essere considerato uno dei laterali più promettenti e completi del panorama europeo. Forse le parole del suo agente, Alejandro Camano («parliamo del miglior terzino del mondo»), sono un po’ eccessive, ma di certo siamo di fronte a un giocatore che si è guadagnato la chance di approdare di nuovo in un top club. E non più come un giovane da svezzare, piuttosto come un talento da comprendere, assecondare, coccolare, con attribuzioni tattiche che possano permettergli di esprimere le sue grandi qualità.

Alejandro Camano, nella stessa intervista citata appena sopra, ha ammesso che Hakimi «tornerà al Real Madrid alla fine di questa stagione, perché è richiesto da molti top team europei e lo stesso Real Madrid è tra questi». Certo, il lockdown e il salto temporale del mercato dovranno essere affrontati – da lui e dalla dirigenza madridista – con molta cautela, ma in ogni caso il destino di Achraf sembra segnato: il Borussia ha chiesto un prolungamento del prestito che non arriverà mai, perché il Madrid vorrà sicuramente passare all’incasso, ritirare le fiche di una scommessa vinta. La cosa più probabile è che Hakimi diventi l’erede di Carvajal, magari dopo una stagione o due di convivenza – il terzino della Nazionale spagnola compirà 29 anni il prossimo 11 gennaio – ma con rapporti di forza decisamente diversi rispetto all’ultima volta. Se invece Zidane dovesse decidere che non è ancora il caso, magari perché i soli limiti di Hakimi – quelli nella pura fase difensiva sono un rischio troppo elevato per il suo progetto, allora il Madrid avrà una gemma preziosa da far fruttare sul mercato. Secondo Transfermarkt, infatti, oggi Hakimi vale 54 milioni di euro. Una cifra undici volte superiore rispetto a quella relativa all’estate 2018, un attimo prima di passare in prestito al Borussia Dortmund.