La Federcalcio Usa sta pensando di non punire più i giocatori che si inginocchiano durante l’inno

Una regola, approvata nel 2017, prevede che «i giocatori devono tenere comportamenti rispettosi durante l'esecuzione degli inni».
di Redazione Undici 08 Giugno 2020 alle 13:54

Gli Stati Uniti stanno vivendo un periodo a dir poco complesso e interlocutorio, tra la pandemia e le proteste in seguito alla morte del sospettato afroamericano George Floyd, soffocato all’atto dell’arresto da un poliziotto di Minneapolis. Questo fatto di cronaca ha fatto scoppiare scontri in tutto il Paese e poi in tutto il mondo, e anche il mondo del calcio e dello sport hanno fatto sentire la loro voce. Forse questa esposizione ha portato a riflettere anche le istituzioni: secondo quantio riportano diverse fonti autorevoli, tra cui Espn, la Federcalcio degli Stati Uniti sta valutando l’ipotesi di non punire i giocatori che protesteranno durante l’inno americano, per esempio mettendosi in ginocchio. Il gesto di inginocchiarsi durante l’esecuzione di “The Star-Spangled Banner” è stato portato all’attenzione dei media da Colin Kaepernick, giocatore di football e attivista per i diritti civili degli afroamericani. Nel calcio, una manifestazione di questo tipo è stata attuata da Megan Rapinoe, giocatrice-simbolo della Nazionale femminile statunitense.

Su richiesta del presidente federale ed ex calciatrice professionista, Cindy Parlow Cone, il consiglio della USFF si riunirà in teleconferenza per discutere di una misura che abolirebbe i regolamenti precedenti, che non tollerano manifestazioni di dissenso durante l’esecuzione dell’inno. L’eventuale provvedimento abrogazione entrerebbe subito in vigore, ma dovrebbe comunque essere votato alla prossima assemblea generale annuale, in programma all’inizio del 2021. A quel punto, il Consiglio nazionale potrebbe ratificare o bocciare le nuove disposizioni. Proprio Espn ha riportato le dichiarazioni di un portavoce della Federazione, che ha confermato la possibile modifica dell’attuale normativa, approvata nel 2017, che recita: «Tutte le persone che rappresentano una squadra nazionale della Federazione devono tenere un comportamento rispettoso durante la riproduzione degli inni nazionali»

«L’ispirazione per l’istituzione di questa regola», scrive Espn, «fu proprio il gesto di Megan Rapinoe prima di una partita del 2016, contro la Thailandia: per mostrare solidarietà a Kaepernick, Rapinoe fece il suo stesso gesto quando era in panchina con la Nazionale, ma anche prima di alcune partite col suo club di allora, i Seattle Reign». Ora che quel gesto è diventato un simbolo globale nella lotta al razzismo, la Federazione potrebbe rivedere la propria posizione.

>

Leggi anche

Calcio
La Repubblica Democratica del Congo non è arrivata a un passo dai Mondiali grazie a un rito voodoo
L'allenatore della Nigeria sostiene che sia andata proprio così, ma in realtà dietro questo percorso c'è un lavoro che va avanti da anni.
di Redazione Undici
Calcio
Per l’Irlanda, Troy Parrott è diventato un vero e proprio eroe nazionale
Una tripletta da epica del calcio, per un Paese che non partecipa a un Mondiale da un quarto di secolo. E oggi perfino l'aeroporto di Dublino ha cambiato nome in onore dell'attaccante.
di Francesco Gottardi
Calcio
Luis Campos, il direttore sportivo del PSG, sta pubblicando i suoi appunti su Twitter
L’uomo che ha architettato il trionfo in Champions League del club francese ha deciso di svelare i segreti più intimi del suo mestiere.
di Redazione Undici
Calcio
L’Italia di Gattuso non ha pregi evidenti, e ora più che mai ha bisogno di un’identità
La sconfitta contro la Norvegia ha evidenziato gli enormi problemi della Nazionale azzurra, problemi che il nuovo ct non ha ancora risolto.
di Alfonso Fasano