I giocatori di Premier League vogliono partecipare alle proteste antirazziste per l’omicidio di George Floyd

I capitani dei club, guidati da Bellerín, Coleman e Deeney, hanno preannunciato ai manager della lega il loro sostegno alla campagna Black Lives Matter.
di Redazione Undici
11 Giugno 2020

Dopo la Bundesliga, anche la Premier League è pronta a manifestare apertamente il sostegno alla campagna Black Lives Matter, nata in seguito all’omicidio del sospettato afroamericano George Floyd, a Minneapolis, durante un’operazione della polizia locale. Secondo quanto riportato dal New York Times, tra gli altri, i capitani delle squadre inglesi hanno preannunciato ai manager della lega la loro intenzione di aderire alle proteste. Durante una teleconferenza, i calciatori hanno informato i dirigenti che stanno preparando delle manifestazioni antirazziste in occasione della ripartenza della Premier – la prima partita dopo il lockdown sarà Aston Villa-Sheffield United, in programma per mercoledì 17 giugno alle ore 19.

Guidati da Hector Bellerín (vice-capitano dell’Arsenal), Seamus Coleman dell’Everton e Troy Deeney del Watford, i professionisti dei club inglesi «hanno chiesto alla lega di andare oltre un ringraziamento ai funzionari del Servizio Sanitario Nazionale del Regno Unito, e di prepararsi ad atti come quelli di Jadon Sancho e Marcos Thuram in Bundesliga», scrive il New York Times. Dopo questi gesti nelle partite di Bundesliga, la Fifa ha invitato le federazioni nazionali a non punire i calciatori, nonostante gran parte delle leghe abbiano un codice che proibisce manifestazioni che rimandano a schieramenti politici – e infatti la lega tedesca ha deciso di non avviare procedimenti disciplinari a carico dei calciatori che hanno chiesto giustizia per George Floyd. Storicamente, la Premier League tende a irrogare sanzioni per chi viola questa parte del regolamento, ma secondo il New York Times «questa volta dovrebbe assecondare il desiderio dei giocatori».

Non è ancora chiaro quali saranno i termini di questo accordo sulla parola, ma è probabile che la Premier League stia valutando diverse ipotesi da sottoporre ai capitani, così da permettergli di manifestare in campo assieme ai loro compagni. Nella ricostruzione del NYT si legge che «Bellerín, Coleman e Deeney, tra tutti, erano particolarmente determinati, volevano esprimere gli stessi sentimenti dei loro colleghi in Germania, perché sono convinti che il calcio abbia il dovere di far sentire la sua voce su una questione sociale che conta così tanto per i tifosi, ma che ha grande importanza anche per loro».

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