Focus — Frank Lampard

Compie 42 anni un simbolo del Chelsea, un giocatore che ha segnato un'epoca calcistica ma anche etica e comportamentale, e che ora sogna di ripetersi come manager.

Frank Lampard ha attraversato tutte le grandi ere del Chelsea, l’ha fatto da protagonista assoluto e ora spera di continuare a farlo, guidando dalla panchina il club della sua vita. Oggi compie 42 anni, tutti vissuti dentro il calcio: suo padre ha giocato nella Nazionale inglese, lui aveva già esordito in Premier League a 18 anni, imponendosi subito come uno degli atleti più promettenti della sua generazione. Ha rispettato le attese, l’ha fatto conducendo il Chelsea ai massimi livelli, resistendo a tutti i terremoti di Abramovich, portando a un livello mai visto prima – per costanza realizzativa – il ruolo molto inglese di centrocampista di inserimento.  Nonostante il Chelsea abbia avuto tra le sue fila alcuni dei migliori attaccanti degli ultimi anni, Lampard è il giocatore che ha segnato più reti in assoluto: sono state 211 in 648 partite, una media da punta avanzata, non da centrocampista abile anche nella lettura e nella costruzione del gioco.

Insieme a Gerrard, di due anni più giovane, Lampard ha segnato un’epoca non solo calcistica, ma anche etica e d’immagine: ha rappresentato il Chelsea in maniera impeccabile, e ha iniziato a farlo in un momento difficile, quando Abramovich ha trasformato la società londinese in un brand a tutto tondo, in una squadra glamour, che voleva entrare e stabilirsi nell’élite in un modo nuovo; dopo l’identificazione con il club è stata portata fino all’apice, ma gli anni passati a governare il centrocampo dei Blues sono stati segnati anche dalla sua serietà professionale, dall’esempio dato a tante generazioni di giocatori con l’ossessione per l’automiglioramento, che gli ha permesso di continuare a essere titolare nonostante Abramovich acquistasse giocatori sempre più talentuosi, sempre più importanti, a ogni sessione di mercato. Il tycoon russo sembra aver ricominciato a farlo, dopo un anno di stop forzato, e ha affidato proprio a Lampard un progetto nuovo, fresco, elettrizzante. I valori di Lampard-giocatore, come leggerete negli articoli che abbiamo scelto per raccontarlo, sembrano appartenere anche a Lampard-manager: l’inizio è stato altalenante ma promettente, ora sarà interessante vedere come andrà, se Lampard riuscirà a ripetere il suo percorso perfetto di giocatore-simbolo del Chelsea anche sulla panchina di Stamford Bridge. Sarebbe proprio una bella storia.

Top Tier Rewind: Frank Lampard leaves West Ham for ChelseaPaddy Power News
Per tutti coloro che l’hanno ammirato e apprezzato, Frank Lampard è un uomo del Chelsea, è legato in maniera indissolubile alla maglia Blues. In realtà, però, prima di trasferirsi a Stamford Bridge, Lampard è stato un simbolo del West Ham, come suo padre Frank Lampad sr., che ha giocato negli Hammers dal 1967 al 1985. La storia poco conosciuta del suo addio, inacidito da polemiche e accuse, è raccontata in questo articolo di Paddy Power News.

Frank Lampard, the Midfielder Who Did It All for ChelseaThe New York Times
Lampard lascia il Chelsea nel 2014, e il New York Times decide di omaggiarlo con questo articolo di Rob Hughes: «Le statistiche sono chiare: è improbabile che il Chelsea potrà mai avere un altro giocatore come Lampard. Ma lui non è stato solo questo, ma un vero e proprio simbolo, perché ha mostrato come l’impegno per l’automiglioramento possa portare a diventare uno dei migliori giocatori del mondo, anche senza possedere il talento grezzo di alcuni suoi compagni, per esempio Zola o Drogba».

Frank Lampard: the last legend of a dying breedThese Football Times
In questo lungo ritratto di These Football Times, che racconta anche le sue esperienze al Manchester City e ai New York City, Lampard viene definito così: «Non era certo il centrocampista più elegante o tecnicamente dotato della sua generazione, non era come Xavi, come Pirlo o come Zidane. Ma si può affermare che era il centrocampista più prolifico e minuziosamente professionale di un’era indimenticabil».

La qualità più evidente nel gioco di Lampard è stata la lettura delle situazioni offensive. In questa azione, durante la semifinale di Champions League 2008/09 contro il Liverpool, ci sono i due attaccanti del Chelsea – Drogba e Anelka – in posizione laterale, allora lui da centrocampista sale per occupare l’area di rigore, per offrire una soluzione di passaggio che renda pericoloso lo sviluppo della manovra. La qualità di chi serve l’assist e dello stesso Lampard, sempre perfetto quando si tratta di scegliere come concludere verso la porta, conduce al gol.

Frank Lampard interview: A Chelsea vision built on his work ethicSky Sports
Prima di iniziare la sua avventura sulla panchina del Chelsea, Lampard racconta la sua visione in un’intervista: «Per me, le cose più importanti per un manager riguardano il modo in cui reagiamo sul campo come squadra, il modo in cui riconquistiamo la palla, la nostra etica del lavoro e i principi generali di gioco. Penso che ogni manager debba avere un’idea chiara di come vuole giocare, dei principi di riferimento. Ma credo anche che questi principi possano, anzi debbano essere negoziabili, o almeno devono essere costantemente in evoluzione».  

Chelsea fans show that patience with Lampard may not be infiniteThe Guardian
La prima stagione di Lampard sulla panchina del Chelsea, almeno fino al lockdown, è stata molto altalenante. In questo pezzo sul Guardian, Jonathan Wilson spiega che «il nuovo manager ha dovuto affrontare delle problematiche importanti, prima tra tutte il blocco del mercato, ma anche la pazienza nei confronti di un idolo come lui, da parte di Stamford Bridge, potrebbe esaurirsi».

Lampard e l’Inghilterra, sotto le aspettative

Il rapporto tra Lampard e la Nazionale è simile a quello di tutti gli altri grandi campioni inglesi della sua generazione: grandi aspettative, risultati inferiori alle reali potenzialità, o comunque meno scintillanti rispetto a ciò che il rendimento con i club farebbe presagire. Per tanti anni, Lampard gioca accanto a Gerrard e a Scholes, poi ci sono Beckham, Rooney, John Terry. Eppure la Nazionale dei Tre Leoni non andrà mai oltre i quarti di finale di una grande competizione, anzi nel 2008 – quando Lampard e Gerrard sono tra i migliori centrocampisti al mondo – fallisce la qualificazione agli Europei. Nella compilation dei migliori gol con l’Inghilterra, ci sono grandi inserimenti e bolidi da lontano, ma è evidente la sproporzione tra quel Lampard e il giocatore fenomenale che ha portato il Chelsea in cima al mondo.

La legge del gol dell’ex

Quando lascia il Chelsea dopo tredici stagioni, Lampard decide di entrare nell’universo del City Football Group. Deve unirsi ai New York City, ma prima decide di giocare un’ultima stagione in Inghilterra, nel Manchester City. Non è una passerella: Lampard gioca 38 partite in tutte le competizioni, e segna la sua prima rete il 22 settembre, contro il Chelsea di Mourinho. Non esulta, è visibilmente commosso per non dire turbato, la marcatura esalta – per l’ennesima volta – la sua innata capacità di seguire e leggere il gioco, di indovinare l’inserimento in area, così da farsi trovare al posto giusto nel momento giusto, un attimo prima del gol. Anche del gol dell’ex, una legge non scritta a cui neanche certi miti possono sfuggire.