Quali sono i club che perderanno più soldi a causa della pandemia?

Quelli che non sono tornati in campo, secondo KPMG.

Fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia da Coronavirus, abbiamo avuto a che fare con analisi pessimistiche sul futuro a breve termine del calcio, previsioni basate sull’inevitabile calo degli introiti e sulla perdita di valore dei cartellini dei giocatori che non potevano andare in campo. Tutti fattori che concorrono a formare il cosiddetto Enterprise Value (EV), un parametro che potremmo tradurre in “valore del brand” e che in qualche modo determina una scala a più livelli tra le società di calcio.

Secondo gli algoritmi di KPMG, la valutazione aggregata dei 4183 giocatori dei dieci campionati più europei più importanti sarebbe calata di quasi 10 miliardi di euro, circa il 26,5% del valore totale, in caso di cancellazione della stagione in corso; l’impatto sarebbe stato inferiore (-6,6 miliardi, pari al 17,7% della quota totale) in caso di ripartenza. Quasi tutte le leghe più importanti hanno optato per il secondo scenario, in modo da limitare le perdite, per quanto possibile, mentre Ligue 1 ed Eredivisie hanno dichiarato chiusa la stagione 2019/20. E questa scelta, secondo l’ultimo rapporto KPMG, si è rivelata intelligente: i club che hanno perso la maggior quota percentuale di valore dell’organico sono proprio Lione e Psg, che accusano rispettivamente un calo del 27,5% e del 25,4%; la società del presidente Aulas è scesa da 404 milioni di euro a 293, mentre quella parigina da 934 a 696; al terzo posto c’è l’Ajax, che ha perso il 21,7% del valore della rosa (da 422 milioni a 330). Il club che ha ricominciato a giocare e ha risentito di più della pandemia, almeno secondo i dati di KPMG, è il Barcellona: la valutazione dell’organico blaugrana è calata del 20,5%, da 1136 milioni a 903. La Juventus, primo club italiano per Enterprise Value (1735 milioni di euro), ha visto scendere il valore della rosa del 15,4%, da751 milioni a 635.

Il caso dei bianconeri è significativo anche per l’ultimo aspetto analizzato da KPMG, quello relativo ai club quotati in borsa. Se lo stop per la pandemia aveva causato un calo del 29% del prezzo dei titoli delle società calcistiche, la ripresa dell’attività agonistica – anche se a porte chiuse per i dispositivi di sicurezza sanitaria – ha fatto segnare un recupero del 17%. L’analisi di KPMG è basata sulla valutazione delle azioni dei cinque club quotati con il maggiore EV, ovvero Manchester United, Juventus, Borussia Dortmund, Roma e Ajax: anche in questo caso è evidente come la scelta di far ripartire la stagione abbia contribuito a contenere gli effetti della crisi economica post-Covid, anche se la riduzione delle entrate avrà comunque un effetto significativo sull’intero sistema.