La contaminazione tra calcio e moda è un processo inarrestabile, e come tale si nutre continuamente di nuovi significati e soprattutto di nuovi racconti. Un esempio perfetto è arrivato a cavallo dell’ultimo anno: otto mesi fa l’Arsenal ha annunciato la firma di un contratto biennale con 424, scelto come nuovo formal wear partners del club londinese, per i giocatori della prima squadra, per lo staff tecnico e anche per la sezione femminile. Si trattava di un accordo innovativo, non solo per il design della linea concepita dal brand americano, ma anche per il fatto che 424 fosse un marchio essenzialmente streetwear. Già al momento dell’annuncio, fu proprio l’Arsenal a rendere noto – in questo comunicato ufficiale – che la partenership era stata stipulata anche «grazie all’amicizia che lega Guillermo Andrade, co-founder di 424, e Héctor Bellerín». Ora l’importanza di Bellerín in questa operazione è stata spiegata e raccontata in maniera più approfondita, grazie al mini-film che vedete in alto, e che racconta tutte le fasi del progetto creativo sviluppato dal terzino spagnolo e dallo stesso Guillermo Andrade.
Il video è ambientato in diversi luoghi del mondo: Guatemala City, città natale di Guillermo Andrade, e poi Los Angeles, ovviamente Londra. C’è anche un po’ di Italia: tutta la parte relativa al design della collezione 424 è stato sviluppato alle porte del capoluogo lombardo. Bellerín è protagonista assoluto del corto: parla con Andrade e direttamente alla telecamera, introduce e spiega tutto ciò che succede, lavora al concept della linea, è perfettamente a suo agio in questa quadrupla veste di attore, modello, narratore e anche mente creativa della collaborazione tra 424 e Arsenal. Il corto si conclude con alcune immagini dentro l’Emirates Stadium, quando i giocatori dei Gunners hanno sfoggiato gli abiti creati dal brand americano. Ci sono delle foto scattate dentro lo spogliatoio di una delle squadre più importanti del mondo, ed è proprio questo il senso dell’operazione: raccontare un viaggio molto lungo, che parte dalla passione per il calcio di un bambino cresciuto nelle strade di Guatemala City; lo stesso bambino arriva a essere protagonista in uno stadio fantastico, per strade che una volta erano considerate lontane dal calcio, ma che ora ne fanno parte a pieno titolo.