Thierry Henry si è inginocchiato per otto minuti e 46 secondi a sostegno di Black Lives Matter

All'inizio della gara dei Montreal Impact, la squadra che guida da allenatore.

Ieri è ripresa la stagione agonistica in Mls dei Montreal Impact, squadra guidata in panchina da Thierry Henry. Il tecnico francese, all’inizio della gara contro i New Englad Revolutions, ha avuto la prima occasione per manifestare il suo sostegno alla campagna Black Lives Matter. Henry è rimasto inginocchiato per otto minuti e 46 secondi: lo stesso tempo passato da Derek Chauvin, ufficiale di polizia bianco, con il ginocchio sul collo del sospettato afroamericano George Floyd, uccidendolo durante un’operazione di arresto. Il tempo di pressione sul collo di Floyd è emerso dalle indagini condotte su quanto successo a Minneapolis il 25 maggio del 2020.

«Sono rimasto in quella posizione per un certo tempo, immagino voi sappiate perché ed è piuttosto semplice capirlo», ha spiegato Henry, che indossava anche una maglietta con la scritta Black Lives Matter. L’allenatore degli Impact si è alzato allo scoccare degli 8.46 sul cronometro della partita, come si vede chiaramente in questo video, pubblicato da Tsn Sports. Non è la prima volta che Henry partecipa in prima persona a iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle discriminazioni: nel 2005, infatti fu proprio lui a lanciare la campagna Stand Up Speak Up, in seguito agli abusi verbali subiti dall’allora ct della Spagna Luís Aragonés, che lo denigrò durante un allenamento con la Roja, invitando il suo giocatore José Reyes a dimostrare di essere più forte di lui e pronunciando una n-word.

Non è stata l’unica manifestazione di sostegno a Black Lives Matter da parte della Mls – che ha ricominciato a giocare nella bolla di Orlando dopo il lockdown. I giocatori dei Philadelphia Union hanno indossato una maglia con i nomi degli afroamericani uccisi da poliziotti violenti, mentre prima della gara inaugurale tra Orlando City e Inter Miami oltre cento giocatori di colore di tutte le squadre americane si sono messi in ginocchio e hanno alzato i pugni al cielo in campo. Alcuni di questi indossavano magliette con le scritte “Black and Proud” e “Silence is Violence”.