Abbiamo un rapporto controverso con Karim Benzema. L’abbiamo sempre avuto. Ha contribuito anche lui, certo, a creare tensione intorno a sé, se ne parla proprio nel primo articolo che abbiamo letto e scelto per raccontarlo, per celebrarlo. Il suo lato oscuro, però, non ha la forza di cancellare i numeri e un palmarés pienamente meritato, dall’alto di una classe e di una modernità che non hanno pari nella storia contemporanea del calcio – almeno per quanto riguarda gli attaccanti puri, le cosiddette prime punte. Benzema ha vinto tutto ciò che poteva vincere, l’ha fatto da protagonista assoluto, da leader tecnico intorno a cui era costruito il Real Madrid. Sì, non è un’esagerazione, nonostante la presenza di Ronaldo: se il portoghese è diventato la macchina da gol implacabile che conosciamo, il merito “esterno” più grande va ascritto a Benzema, per le sue caratteristiche, per la sua disponibilità, per la sua capacità di mettersi al servizio del compagno, quindi del Real Madrid, senza perdere un grammo di qualità. Semplicemente, l’ha declinata non più e non solo alla ricerca del gol, ma inventando una nuova figura di attaccante completo, dedito all’assist come alla conclusione personale, sempre a un livello tecnico superiore.
Ora si è reinventato ancora: ha segnato 18 volte in una Liga che il Real Madrid sta portando a casa in maniera inattesa, per non dire sorprendente. Anche ieri sera, contro l’Alavés, sono arrivati un gol e un assist, quasi a voler confermare questa doppia dimensione contemporanea di realizzatore principe e uomo squadra. Il ritorno di Zidane, un suo grande estimatore e strenuo difensore, l’ha messo al centro di un progetto nuovo, forse in maniera ancora più convinta e profonda rispetto al passato. La risposta di Karim è stata eccezionale, magari anche noi non siamo fuori tempo massimo per dare a Benzema ciò che è di Benzema: un riconoscimento tra i migliori cinque attaccanti degli ultimi dieci anni, per qualità e carica innovativa nell’interpretazione del gioco.
The Ghosts of Karim Benzema – Bleacher Report
«Il geniale attaccante francese che non può sfuggire al suo passato». È il sottotitolo utilizzato dall’autore di questo pezzo per raccontare il lato oscuro di Karim Benzema: si parla del caso sextape che ha sancito la fine della sua carriera in Nazionale, ovviamente, ma anche di altri momenti controversi del suo passato, per esempio della sua infanzia difficile, del suo rapporto complicato con la famiglia, arrivato fino in tribunale.
Karim Benzema is more important than everybody thought – FourFourTwo
Forse anche per via di certi pregiudizi abbiamo finito per sottovalutare Benzema, la sua qualità tecnica, il suo impatto sulla storia del calcio. Già nel 2016, però, questo articolo di FourFourTwo, provava a fare giustizia, a spiegare che «nessun altro attaccante, nel Real Madrid e non solo, può pensare di riprodurre ciò che Benzema fa da anni, in campo».
Karim Benzema sobre el fútbol, la familia y cómo se ha convertido en un hombre mejor – GQ
Un’intervista rilasciata un anno fa, all’edizione spagnola di GQ. Ci sono degli estratti interessanti, per esempio quello sul suo modo di intendere e interpretare il gioco del calcio, anche ai massimi livelli: «Io vado in campo per i tifosi, per dare loro qualcosa di diverso. Potrebbe piacere o no, ma io voglio mostrare alla gente quanto si può essere felice con il pallone tra i piedi».
Uno dei gol realizzati dopo il lockdown è un manifesto del modo di giocare, della classe assoluta di Karim Benzema: contro il Valencia, l’attaccante francese attacca l’area partendo da dietro, controlla al volo un assist difficilissimo – perché forte, servito di prima, quasi senza guardare, da Asensio – e poi scarica un tiro al volo nella porta di Cillessen. Destro e poi sinistro, in un attimo. La bellezza di questa giocata sta nella precisione e nell’esito di tutti i vari passaggi: Benzema sa che il pallone arriverà esattamente in quel punto, si fa trovare lì, poi lo addomestica con un tocco sublime, con cui supera il difensore avversario. E poi conclusione con l’altro piede, che finisce esattamente all’incrocio dei pali. Un gol che è un gioiello di lettura degli spazi e di tecnica intesa come capacità di coordinazione e di reazione rispetto alla traiettoria del pallone, alla posizione degli avversari.
How Karim Benzema evolved into Real Madrid’s leader, thriving since Cristiano Ronaldo left – Espn
Uno degli interrogativi nell’articolo precedente riguardava la vita di Benzema a Madrid senza Ronaldo. Come detto, invece, l’attaccante francoalgerino ha trovato una nuova centralità nel Real, come spiega bene questo articolo di Espn: «È migliorato in tutti gli aspetti statistici ma anche tecnico-tattici: oggi Benzema non è più un calciatore, ma un’opera d’arte. Che, grazie alla sua bellezza, cancella i difetti del Real Madrid, e per questo dovrebbe avere un proprio spazio dedicato nella galleria del Museo do Prado di Madrid, ma anche nel Louvre di Parigi».
La tecnica al servizio della squadra
Se nel video precedente abbiamo visto un attaccante puro che segna un gol a modo suo, cioè con una giocata di qualità superiore, assolta, in questo (ormai celebre) assist di tacco vediamo la stessa qualità al servizio di un compagno, quindi della squadra. Benzema vede con la coda dell’occhio che Casemiro si sta inserendo, e già questa è una dote che appartiene a pochi eletti del gioco; dopo averlo visto, l’attaccante franco-algerino si inventa pure un modo per servirlo, probabilmente l’unico possibile in quella situazione. Sono queste intuizioni a segnare la differenza tra Benzema e tantissimi altri giocatori del suo tempo, lo hanno reso un attaccante insostituibile, probabilmente inarrivabile per capacità di leggere il gioco, e di trovare – dentro una memoria muscolare e tecnica praticamente sconfinata – la soluzione più efficace, a volte anche più bella, perché si determini il gol.
Per informazioni, chiedere a Ronaldo
Non è un caso, dunque, che Benzema abbia accumulato 135 assist nella sua carriera al Madrid, record assoluto nella storia del club. Molti di questi sono stati serviti a Ronaldo: per il portoghese, Benzema è stato un perfetto partner d’attacco proprio per la sua capacità di creare e aprire spazi, per poi trovarlo grazie alla qualità immensa delle sue giocate. In questo breve spezzone in basso, un po’ di passaggi decisivi serviti dal francese per il portoghese: un tempo questo tipo di connection mentale e tecnica caratterizzava i rapporti tra (un) trequartista e (un) attaccante, il fatto che Benzema sia una prima punta – che però agisce e pensa e tocca la palla come un rifinitore – è un altro segnale evidente della sua unicità, anche in un’era come la nostra, in cui i ruoli calcistici sono un concetto sempre più sfumato.