Nel calcio messicano, un arbitro nero è stato l’unica persona a inginocchiarsi per Black Lives Matter

Si chiama Adalid Maganda, ed è un simbolo antirazzista per l'intera comunità afrodiscendente.
di Redazione Undici 13 Luglio 2020 alle 12:31

Adalid Maganda Villalva è un arbitro afrodiscendente, un nero messicano come altri 1,4 milioni di suoi connazionali – su un totale di 126 milioni di abitanti. Già dalla descrizione del suo profilo Facebook, però, si capisce che Maganda è qualcosa di più di un semplice direttore di gara del massimo campionato nazionale: «Árbitro de fútbol profesional y querer ayudar a los afros en todo Mexico». Questa sua vocazione alla lotta contro le discriminazioni si è manifestata di nuovo pochi giorni fa, quando ha arbitrato la gara di Copa por Mexico tra Cruz Azul e Toluca: si è inginocchiato sul terreno di gioco prima della partita, riprendendo il gesto simbolico della campagna Black Lives Matter, nata per protestare contro l’omicidio di George Floyd, sospettato afroamericano ucciso da un poliziotto di Minneapolis durante un’operazione d’arresto.

L’aspetto più importante della vicenda è che Maganda è stato l’unica persona legata al calcio messicano che ha compiuto questo gesto. Secondo quanto riporta El País«dozzine di calciatori hanno coperto i loro profili Instagram con un’immagine nera in segno di protesta, ma nessuno si è inginocchiato o ha alzato i pugni davanti alle telecamere quando il calcio è ripartito a porte chiuse, con la coppa nazionale. L’ha fatto solo Maganda». In questo video, pubblicato dal profilo Twitter Tudn Mex, c’è il momento in cui Maganda si inginocchia pochi istanti prima di fischiare il calcio d’inizio. Già in passato Maganda aveva vissuto in prima persona delle esperienze negative legate alla discriminazione: nel 2018, infatti, ha denunciato di essere stato licenziato dalla Commissione arbitri messicana perché è nero, anzi «un fottuto nero», secondo la sua versione raccolta sempre da El País. L’esposto presentato contro Arturo Brizio Carter, la più grande autorità arbitrale messicana, lamentava un declassamento motivato dal razzismo; per tutta risposta, Brizio Carter ha spiegato che la decisione era legata a performance non all’altezza. Il procedimento giudiziario ha dato ragione a Maganda nel 2019, e così l’arbitro è stato reintegrato.

Wilner Metelus, direttore del Comitato in difesa dei naturalizzati e degli afro-messicani, commentò così a El País la vittoria giudiziaria di Maganda contro la Federazione messicana: «È stato un momento significativo per la comunità afro-discendente: lui è un simbolo per noi». Oggi quell’orgoglio e quell’appartenenza si sono manifestati di nuovo, con una protesta che ha messo il Messico di fronte ai suoi evidenti problemi di razzismo nei confronti della comunità nera. «Adalid si è inginocchiato per dignità», ha spiegato un suo amico, «lo ha fatto per solidarizzare con tutti i nostri fratelli che sono discriminati. Non ha avuto paura di farlo, anche se nel nostro paese certe manifestazioni pubbliche sono rischiose, perché le ritorsioni sono frequenti. Spero che la Federazione non prenda altri provvedimenti contro di lui».

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