Tre cose sulla 32esima giornata di Serie A

Quagliarella e Pandev, il senso di Juve-Atalanta, la crisi della Lazio.
di Redazione Undici
14 Luglio 2020

Pandev e Quagliarella, gol d’autore per la salvezza

Quando si lotta per la salvezza, ogni punto guadagnato in classifica e quindi ogni gol segnato hanno un’importanza capitale. Perciò, se oggi Genoa e Sampdoria sono fuori dalla zona retrocessione, il merito va ascritto soprattutto a Goran Pandev e Fabio Quagliarella, alla loro qualità senza tempo, che si è manifestata ancora una volta con due bellissimi gol – e siamo a quota nove e dieci in campionato, rispettivamente. Il macedone 36enne del Genoa ha messo a segno una rete perfettamente nel suo stile, penetrando in area col pallone attaccato al piede e poi trovando una conclusione affilata e angolatissima; l’unica cosa inattesa – ma è un’ulteriore conferma della sua grande classe – è che il tiro decisivo è stato scoccato col destro, che non sarebbe proprio il suo piede migliore. Stesso discorso anche per il 37enne Quagliarella, che da anni ci ha abituato ai gol d’autore, e a Udine ci ha ricordato cosa è ancora in grado di fare: splendida botta al volo dal limite dell’area dopo un’intelligente sponda di petto di Albin Ekdal. Dopo la rete di Pandev, il Genoa ha raddoppiato (con Schöne) e ha portato a casa una vittoria fondamentale contro la Spal, mentre la splendida rete di Quagliarella ha avviato una grande rimonta della Samp, coronata da un’altra realizzazione da vedere e rivedere: la rovesciata di Bonazzoli. A certe latitudini di classifica, gesti tecnici del genere possono fare la differenza e stavolta l’hanno fatta davvero. Il punto è che questi due calciatori tengono questi standard da più di dieci anni, e sembrano non risentire del tempo che passa; magari nelle ere precedenti i giocatori – soprattutto gli attaccanti – sopra i 35 anni servivano come uomini d’esperienza e d’emergenza, oggi invece hanno la forza tecnica e fisica per caricarsi le proprie squadre sulle spalle, e trascinarle fuori dalle sabbie mobili. Affidarsi a Pandev e Quagliarella, insomma, non è più e non è solo, una scelta romantica, ma è perfettamente funzionale al raggiungimento di uno scopo.

Cosa ci ha detto Juventus-Atalanta

Quando Cristiano Ronaldo ha realizzato il secondo rigore, quello che ha fissato il risultato sul 2-2 finale, tutti noi abbiamo pensato al fatto che la Juventus dovesse essere molto felice di aver raggiunto il pareggio, visto l’andamento della partita contro l’Atalanta. È questo il senso ultimo e compiuto della gara che si è giocata a Torino: una grande squadra storica si è ritrovata in difficoltà, ma alla fine è riuscita a strappare un risultato probabilmente decisivo; dall’altra parte, un gruppo ormai entrato a pienissimo titolo – e con pienissimo merito – nel circolo ristretto dei big, ha confermato la propria crescita spaventosa, il valore tecnico ed emotivo del progetto. Per Gasperini e i suoi ragazzi, la vittoria a Torino sarebbe stata il giusto coronamento a una stagione fantastica, ma non irripetibile. È proprio questo il punto: se il terzo posto dello scorso anno e poi le imprese compiute nella prima metà di questa stagione sembravano essere l’apice dell’Atalanta, la ripartenza dopo il lockdown ha allargato ulteriormente i confini, le possibilità dei nerazzurri. E il fatto che il (bellissimo) gol dell’1-2 sia stato realizzato da Ruslan Malinovskyi, quindi un nuovo acquisto, un giocatore che in teoria sarebbe un’alternativa ai titolari dell’attacco, ci dice quanto funzioni bene la macchina sportiva-imprenditoriale messa su da Percassi e Gasperini. L’ampiezza della rosa bergamasca è stata fermata, non battuta, solo da quella della Juve: certo, i due rigori sono stati realizzati entrambi da Ronaldo, certo, ma il secondo, quello decisivo, è arrivato dopo una giocata di Higuaín. Ovvero un giocatore che non sta vivendo un grande momento di forma, ma che resta un campione eccezionale ed è subentrato dalla panchina, esattamente come Douglas Costa, Ramsey, Alex Sandro. Seppure la Juventus non brilli per qualità di gioco, resta sempre la squadra con le risorse più ampie e variegate. È in testa al campionato, ha otto punti di vantaggio ed è l’unica a non aver perso – tra le squadre che hanno già affrontato i bergamaschi nei match di andata e ritorno – contro l’Atalanta di Gasperini. Anche questo non è un caso, non può esserlo.

Gli highlights di Juventus-Atalanta 2-2

La crisi della Lazio

La Lazio è stata la squadra più penalizzata dallo stop&go del campionato, è evidente. Anche il calendario non ha sorriso a Simone Inzaghi e ai suoi uomini: dopo il Milan, all’Olimpico è arrivato un altro avversario in forma straripante, il bellissimo Sassuolo di Roberto De Zerbi, una squadra che produce calcio dal primo al 90esimo minuto in ogni partita e proprio su questa forza delle idee, su questa capacità di credere strenuamente nel proprio modello, ha costruito una rimonta meritata e intelligente contro una Lazio ormai sfibrata dalla crisi, dalle evidenti tensioni che si sono manifestate dopo il lockdown. Certo, ci sono delle attenuanti: la grande stagione della Lazio era stata costruita sulla continuità, su certi uomini incastrati perfettamente in una certa formazione; l’accorciamento dei tempi di recupero doveva necessariamente inficiare un progetto del genere, e infatti i biancocelesti sono scoppiati non subito dopo la ripartenza, ma dopo un certo numero di partite. Le alternative mancanti – nella rosa – e quelle non adeguatamente preparate – da Simone Inzaghi – sarebbero servite per bilanciare un momento del genere, il lavoro fatto in precedenza garantisce praticamente l’accesso in Champions League, ma il sogno scudetto sembra essere sfumato. Ed è un peccato, per la Lazio: neanche la Juventus sta vivendo un grande momento, fare punti contro Lecce e Sassuolo avrebbe accorciato la classifica, ma non è andata così. Al netto della situazione eccezionale che stiamo vivendo, quest’ultimo periodo deve rappresentare un monito/lezione per Lotito e Inzaghi, soprattutto in vista del doppio impegno della prossima stagione: una grande squadra non può limitarsi ad avere tredici-quattordici giocatori di qualità abituati a essere titolari, ma deve andare oltre.

Raspadori e Caputo dopo l’iniziale vantaggio di Luis Alberto
>

Leggi anche

Calcio
Nel mercato oceanico del Chelsea c’è una grande certezza: l’amore per i giocatori del Brighton
João Pedro, subito grande protagonista al Mondiale per Club, è solo l'ultimo giocatore arrivato dal club di Tony Bloom.
di Redazione Undici
Calcio
Il Benfica sta facendo il possibile per riprendersi João Félix, solo che non ha soldi e così si è inventato una formula creativa
L'attaccante portoghese è tornato al Chelsea, ma è disposto anche ad abbassarsi lo stipendio per giocare di nuovo al Da Luz.
di Redazione Undici
Calcio
Nessuno mai, nella storia del calcio, ha giocato quanto Valverde in questa stagione
6.116 minuti, 72 partite giocate con le maglie di Real Madrid e Uruguay. Una maratona palla al piede.
di Redazione Undici
Calcio
Il Tolosa è il primo club europeo a vendere la maglia in esclusiva nel suo store di TikTok
Una partnership "in rottura con la tradizione", che porterà il club biancoviola al centro dei social cavalcando anche l'onda del Tour de France.
di Redazione Undici