Il Granada in Europa League è davvero una bella storia

Grazie a un progetto interessante (e a un po' di fortuna), la squadra andalusa ha conquistato la sua prima qualificazione continentale.

Quattro anni fa, poche settimane dopo aver rilevato le quote del Granada dalla famiglia Pozzo, l’imprenditore cinese Jiang Lizhang disse che il suo sogno era «portare il club in Europa nel giro di tre stagioni». Ha mantenuto fede a questa aspirazione, l’ha fatto con un anno di ritardo, ma i tifosi andalusi lo perdoneranno: la prossima stagione il Granada parteciperà per la prima volta a una competizione internazionale, 89 anni dopo la sua fondazione. Certo, il percorso della nuova proprietà non era iniziato col piede giusto: nel 2017, un anno dopo l’insediamento del nuovo management, è arrivata la retrocessione in Segunda División. Il decimo posto della stagione successiva è stato un altro passo falso, poi però la squadra è stata affidata a Diego Martínez Penas, tecnico allevato nella cantera del Siviglia, reduce da una stagione in chiaroscuro all’Osasuna. Si è trattato di un momento decisivo per il club andaluso, come ha spiegato Marca in questo articolo: Martínez è l’allenatore più giovane della Liga, ma soprattutto è «l’architetto del Granada, la figura che permea ogni risultato ottenuto dai rojiblancós negli ultimi due anni». I numeri sono tutti dalla sua parte: in 80 gare, il mister galiziano ha ottenuto 38 vittorie, 21 pareggi e solo 21 sconfitte.

Nella gara decisiva per timbrare la qualificazione, vinta per 4-0 contro l’Athletic Bilbao, tutti i grandi volti della stagione del Granada hanno apposto la propria firma: Soldado ha inaugurato il tabellino dopo 29 minuti, Puertas ha raddoppiato e poi è arrivata la rete di Carlos Fernández, 24enne attaccante arrivato in prestito dal Siviglia e miglior marcatore stagionale della squadra di Martínez con 14 reti tra Liga e Copa del Rey – l’ultimo gol è arrivato nel finale, grazie al 32enne difensore Ángel Montoro.

Tra tutti, Soldado e Puertas rappresentano al meglio le anime che convivono all’interno della squadra: l’ex attaccante di Valencia, Tottenham e Villarreal è stato uno dei due colpi a effetto (l’altro è stato l’arrivo di Gonalons in prestito dalla Roma) di un mercato estivo fatto con intelligenza, senza stravolgere l’impianto di gioco costruito da Diego Martínez, e che ha impattato sui conti del club per 8,5 milioni di euro; Puertas, invece, è una sorta di simbolo del Granada, infatti è stato in grado di segnare in tutte le categorie – dalla Segunda División B fino alla Liga – con la maglia biancorossa, e inoltre rappresenta il gruppo di undici elementi andalusi presenti in rosa. Anche questa è stata una scelta significativa da parte della proprietà cinese: dopo gli anni di player trading vissuti con la famiglia Pozzo alla guida del club, il Granada ha voluto darsi un’identità più radicata nel proprio territorio. Non a caso, oggi, ha solo sei stranieri in rosa: solo cinque squadre della Liga ne hanno di meno, e una di queste è l’Athletic Bilbao – che ovviamente non fa testo.

La sintesi di Granada-Athletic Bilbao 4-0

Il progetto vincente di Jiang Lizhang e Diego Martínez è comunque inclusivo, cioè non ha cancellato le eredità positive della precedente gestione. Uno dei migliori elementi del Granada in questa stagione è stato infatti Darwin Machís, 27enne venezuelano arrivato in Europa nel 2012, acquistato dall’Udinese e poi girato in prestito al club andaluso. Da allora, Machís ha fatto la spola tra il Friuli e l’Andalusia, senza mai riuscire ad affermarsi davvero, poi però ha deciso di tornare al Granada a titolo definitivo e ha incontrato Diego Martínez, che l’ha utilizzato da esterno sinistro d’attacco. Una scelta vincente: in 42 presenze stagionali tra campionato e Copa del Rey, Machís ha messo insieme sette gol e nove assist, praticamente ha segnato e/o propiziato una rete ogni 132 minuti di gioco. Un rendimento eccellente, che purtroppo non è stato suggellato nell’ultima gara di Liga a causa di una squalifica per somma di ammonizioni.

L’accesso ai preliminari di Europa League – il settimo posto in Liga non porta direttamente ai gironi, come in Italia – è arrivato con una quota bassa, 56 punti. Come dire: si è trattata di un’impresa dovuta anche all’andamento negativo di altre squadre – Valencia, Athletic Bilbao e Betis su tutte – e al suicidio sportivo del Getafe, che nelle ultime sei partite è riuscito a raccogliere solamente due punti, e ieri sera si è fatto battere dal Levante (0-1). In caso di vittoria in casa dei valenciani, la squadra di Bordalás avrebbe superato il Granada per differenza reti, quindi si può dire che agli andalusi è andato tutto bene, anzi molto bene, considerando anche che Athletic Bilbao e Real Sociedad hanno deciso di posporre la finale di Copa del Rey, e così la settima classificata in Liga è diventata la squadra destinata ai preliminari di Europa League. Ma proprio il percorso positivo nella coppa nazionale – il Granada si è fermato solo in semifinale, battuto per i gol in trasferta dall’Athletic Bilbao dopo aver eliminato il Barcellona nei quarti – è un altro segnale della forza e della bontà del progetto del Granada, che tra meno di due mesi sarà alle prese con i preliminari di Europa League: il secondo turno di qualificazione si giocherà il prossimo 17 settembre.