Il Psg che ha eliminato (meritatamente) il Lipsia e ha raggiunto la prima finale di Champions League della sua storia è una squadra molto forte e molto ricca, piena di fuoriclasse globali e ottimi giocatori, poi è un brand conosciuto in tutto il mondo, costruito con grandi investimenti ma anche con una precisa idea di potenziamento del marchio su tutti i mercati, non solo su quello puramente sportivo. La proprietà qatariota ha dato grande impulso a questa trasformazione, ma in realtà il club parigino ha vissuto un’altra epoca d’oro, nella prima metà degli anni Novanta: proprio allora, infatti, il Psg raggiunse la prima finale europea della sua storia. Era la Coppa delle Coppe 1995/96, vinta dai francesi in finale sul Rapid Vienna. Il gol decisivo fu realizzato da Bruno Ngotty, difensore centrale che due anni dopo si sarebbe trasferito al Milan, con un violento calcio di punizione da oltre trenta metri.
Molto spesso, si tende a sottostimare la storia del Psg prima dell’avvento degli sceicchi, forse anche per una questione puramente “anagrafica” – il club più importante di Parigi è stato infatti fondato nel 1970, a seguito della fusione tra lo Stade Saint-Germain (nato nel 1904 a Saint-Germain-en-Laye, nei dintorni di Parigi) e il Paris Football Club. Prima e dopo aver raggiunto la finale di Coppa delle Coppe, però, il Psg era diventato già un club di culto: nel 1990, l’acquisto delle quote azionarie da parte del gruppo televisivo Canal+ e del gruppo di investitori SAOS portò la società della capitale a diventare una delle squadre più ricche di Francia, e così arrivarono diversi giocatori importanti e grandi risultati. Il brasiliano Raí, fratello di Sócrates, e l’attaccante George Weah, insieme a David Ginola e al portiere Bernard Lama, furono i grandi protagonisti nella conquista del titolo nazionale del 1994; due anni dopo, Ginola decise di trasferirsi al Tottenham e Weah fu ceduto al Milan, al loro posto arrivarono Youri Djorkaeff e Julio Cesar Dely Valdes, ex attaccante del Cagliari; nel 1997 fu la volta del brasiliano Leonardo, reduce da un’avventura in Giappone.
Il Psg, guidato in panchina dal portoghese Artur Jorge e poi da Luis Fernández, fu protagonista di ottimi risultati in Europa, ben oltre l’exploit nella Coppa delle Coppe del 1996: per cinque stagioni consecutive, dal 1993 al 1997, i francesi raggiunsero la semifinale di Champions League (1995), Coppa Uefa (1993) e Coppa delle Coppe (1994, 1996 e 1997). Furono due squadre italiane, nella fattispecie Juventus e Milan, a eliminare il Psg nel 1993 e nel 1995; l’Arsenal, poi vincitore del trofeo, sconfisse i parigini nel 1994.
La vittoria in Coppa delle Coppe permise al Psg di giocarsi la Supercoppa Europea 1996 contro la Juventus di Lippi. Allora il trofeo si assegnava dopo due partite, in questo video c’è la sintesi della gara d’andata al Parco dei Principi. Non andò benissimo per i francesi, travolti per 6-1 dai bianconeri.
Dopo il successo del 1996, il Psg disputò di nuovo la finale di Coppa delle Coppe, ma il sogno del bis si infranse sul Barcellona di Ronaldo, autore del gol decisivo nella gara giocata a Rotterdam. Allora il grande Psg degli anni Novanta era già in disfacimento, Djorkaeff si era trasferito all’Inter e in panchina c’era un altro allenatore portoghese, Ricardo Gómes. Dopo quella stagione, il Psg non sarebbe mai più andato oltre i quarti di una competizione europea, almeno fino a quest’anno. Ora basterà attendere pochi giorni per capire se Neymar, Mbappé e Di María, tra gli altri, riusciranno a compiere la stessa impresa riuscita a Paul Le Le Guen, futuro tecnico del Lione e dello stesso Psg, a Daniel Bravo, raffinato centrocampista passato anche per il Parma, a Patrice Loko, attaccante funambolico, ovvero gli altri grandi protagonisti dell’unico trofeo internazionale del club parigino.