Talento e spese folli: il Chelsea sta tornando grande

Un mercato sontuoso ha imbottito la rosa di talento, ma ha anche cancellato il progetto fondato sui giovani avviato un anno fa. Lampard è chiamato a gestire tutto questo, e a fare pure un salto di qualità.

L’acquisto di Kai Havertz dal Bayer Leverkusen assomiglia tanto alla ciliegina sulla torta che il Chelsea ha preparato per tutta l’estate dominando la sessione di calciomercato. La squadra allenata da Frank Lampard sarà tra le più interessanti da seguire nella stagione che sta per cominciare, per più di un motivo. Prima di tutto c’è la curiosità di vedere come procederà lo sviluppo di un progetto basato sui giovani e nato in condizioni del tutto eccezionali: il blocco del mercato dello scorso anno aveva convinto – o costretto – la società a puntare sui giocatori già a disposizione, compresi molti provenienti dall’Academy: talenti ancora da sgrezzare, con margine di crescita, ma che hanno già fatto intravedere ottimo potenziale su cui costruire, come Christian Pulisic, Mason Mount, Billy Gilmour, Fikayo Tomori, Reece James.

Il nuovo ciclo aperto dei Blues ha una sua logica, è coerente con il progetto di crescita del club e nasce da un’idea di sviluppo sostenibile. Un’idea che però in questa ultima estate è stata trasformata, almeno parzialmente, proprio attraverso un approccio diverso al mercato: a Stamford Bridge, infatti, è arrivato uno degli attaccanti più completi d’Europa, Timo Werner; poi Thiago Silva per sistemare alcuni problemi difensivi e aggiungere esperienza e leadership a uno spogliatoio che ne ha bisogno; Ben Chilwell, sulla fascia sinistra, prenderà il posto di uno dei due laterali (Emerson più di Marcos Alonso); Hakim Ziyech aggiungerà altro talento alla trequarti. E ovviamente Kai Havertz, per una cifra di base vicina agli 80 milioni: il tedesco è un un giocatore che dalla metà campo in su può fare praticamente ogni cosa – 12 gol e sei assist nell’ultima Bundesliga – e sembra destinato a dominare il calcio europeo del prossimo decennio.

Quando arriverà l’ufficialità dell’acquisto di Havertz, la spesa complessiva del Chelsea supererà i 200 milioni di euro, una cifra forse irraggiungibile da qualsiasi altro club in un’estate così particolare. In questo modo, Roman Abramovich sta mantenendo una promessa fatta a Frank Lampard: durante il periodo di embargo sul mercato in entrata il manager e il suo datore di lavoro si sono sentiti al telefono, e l’oligarca russo si era impegnato a spendere il più possibile, appena possibile, per potenziare la squadra. Il merito è anche dell’ultima incoraggiante stagione, che ha rianimato Abramovich dopo qualche sessione di mercato più controllata: il magnate si sarebbe fatto convincere dalla rivoluzione avviata e portata avanti da Lampard, dalla qualità del gioco e dallo sviluppo dei giovani. «È come se si fosse innamorato di nuovo dei Blues: vedere una squadra crescere e prosperare dopo un anno senza investimenti sul mercato ha riacceso la sua passione, anche se non mette piede nel Regno Unito da più di un anno e mezzo per via delle tensioni tra il governo e la Russia. Anzi, la sensazione che volessero sbarazzarsi di lui è stata un propellente: Abramovich aveva e ha una gran voglia – e un gran gusto – di ricostruire il suo impero calcistico», ha scritto il Telegraph.

Questa nuova impennata nelle spese ha cambiato le prospettive del club. Il progetto di sviluppo sostenibile e di lungo periodo adesso attira grandi aspettative, da rispettare possibilmente nel breve periodo per giustificare gli investimenti: non proprio ciò di cui avrebbe bisogno una squadra in piena evoluzione. Pur con l’immensa mole di talento acquisita sul mercato, il Chelsea visto nell’ultima stagione non è necessariamente in grado di conquistare sul campo grandi risultati. Intanto bisogna fare la tara sugli avversari: in Premier League, Manchester City e Liverpool saranno, con buona probabilità, ancora uno o due passi avanti, e difficilmente i Blues potranno andare oltre il terzo posto; in Champions League il discorso potrebbe essere lo stesso, con molte squadre – aggiungere alle due inglesi Bayern Monaco, Real Madrid, Psg – che per esperienza e valori tecnici sembrano ancora distanti dalla rosa di Lampard.

Il peso di certe aspettative potrebbe minare il percorso di sviluppo tracciato un anno fa. Nell’ultima stagione gli alibi hanno accompagnato i blues dall’inizio alla fine: dal 4-0 di Old Trafford di agosto 2019 alla finale di Fa Cup persa con l’Arsenal, fino agli ottavi di finale di Champions League chiusi con un punteggio finale di 7-1 per il Bayern Monaco, il Chelsea è sempre stato giustificato in qualche modo, facendo appello all’inesperienza, alla necessità di tempo per assestarsi e limare i difetti. Insomma, ritornava sempre quella metafora del cantiere aperto che si usa tanto in questi casi.

Hakim Ziyech, fantasista marocchino 27enne, è stato il terzo acquisto più costoso del Chelsea in questa sessione di mercato, in attesa che venga formalizzata l’operazione relativa a Kai Havertz: per rilevare il suo cartellino dall’Ajax, i Blues hanno investito 40 milioni di euro; Werner è costato 53 milioni, Chilwell 50,2 (Glyn Kirk KIRK/AFP via Getty Images)

Adesso lo scenario cambia, soprattutto per Frank Lampard: «L’ex manager del Derby County, ma anche uomo-simbolo del club  di Stamford Bridge, ha avuto un certo successo nel lanciare i giovani provenienti dall’Academy, ma adesso ci sarà il vero banco di prova. Avendo speso così tanto, il Chelsea non dovrebbe solo fare dei passi avanti, ma ci si aspetta un vero e proprio sprint», ha scritto Forbes. In effetti le condizioni con cui Lampard è subentrato un anno fa a Sarri sono state uniche nel suo genere, a cominciare da quel blocco sul mercato che ha concesso a Lampard una luna di miele di cui nessun altro allenatore del Chelsea ha potuto godere nell’era Abramovich.

Ora, però, questo periodo transitorio è finito, e infatti il Chelsea è tornato con prepotenza sul mercato, con investimenti per oltre 200 milioni di sterline. Così i Blues sono diventati una squadra e una società che non può guardare più solo al futuro. Deve fare i conti con l’esigenza del presente. Sembra tornato il Chelsea dei primi anni della gestione Abramovich, quello della voglia spasmodica di vincere che non necessariamente andava nei suoi migliori interessi. Solo che quella squadra aveva giocatori di grande esperienza a guidarla in campo: c’erano Terry, Ballack, Drogba. C’era lo stesso Frank Lampard che adesso si trova dall’altra parte dello specchio ed è chiamato a sua volta a fare un passo in avanti. Lampard è un allenatore giovane che ha chiuso la prima stagione alla guida di un grande club con un quarto posto, una qualificazione in Champions League e una finale di Fa Cup, dovendo compensare  la partenza del miglior giocatore della rosa che ha ereditato da Sarri (Eden Hazard). Ma durante l’anno ha mostrato alcune carenze, alcune imperfezioni – legittime in un allenatore con così poca esperienza – che potrebbero pesare non poco in una squadra così carica di aspettative. Il rischio è di affidargli un compito che potrebbe non essere – ancora – nelle sue corde. In particolare, durante la stagione Lampard non è riuscito a rimediare alle difficoltà strutturali che la squadra si trascina da tempo. Una su tutte l’ha individuata Jonathan Wilson sul Guardian: «La struttura difensiva è il grande punto interrogativo che mette in ombra tutto ciò che di positivo ha fatto Frank Lampard come manager. Nessuna squadra della Premier League ha concesso più gol in contropiede rispetto al Chelsea, un aspetto che Lampard non è stato in grado di migliorare durante tutto l’anno».

Nella sua prima stagione sulla panchina del Chelsea, lo score di Frank Lampard è stato di 29 vittorie, nove pareggi e 17 sconfitte in 55 partite ufficiali di tutte le competizioni (Michael Regan/Getty Images)

Il mercato faraonico può aiutare a colmare alcune di queste lacune. L’acquisto di Thiago Silva può essere fondamentale per consolidare la fase difensiva, darle un nuovo equilibrio: in una squadra che ha subito 54 gol in Premier League – quota che il Chelsea non toccava dal 1997 – un leader tecnico e carismatico come l’ex Psg dovrebbe diventare da subito il primo riferimento difensivo. Mentre i vari Werner, Zyiech e Havertz possono dare nuova benzina al motore offensivo di una squadra il cui attacco più di qualche volta durante la stagione, non ha saputo rendere in proporzione alle sue potenzialità. E di certo Lampard, al netto dei limiti dovuti all’inesperienza, ha dimostrato di essere un tecnico che non ha paura di prendere decisioni difficili: «Prima ha fatto fuori David Luiz dopo avergli dato un’occasione a inizio stagione – e ill fatto che Luiz avesse firmato un’estensione del contratto tre mesi prima non aveva importanza. Kepa Arrizabalaga, il portiere più costoso del mondo, è stato messo in secondo piano per la più grande partita della stagione del Chelsea, quella contro il Wolverhampton Wanderers valida per la qualificazione alla Champions League», ha raccontato il Telegraph.

Adesso bisognerà capire se una serie di cose ed eventi si incastreranno: lo sviluppo dei giovani in rosa, la giusta integrazione tattica ed emotiva dei giocatori di (sicuro) talento acquistati sul mercato, l’upgrade a cui è chiamato Lampard. Non è detto che tutto possa combinarsi, ma se succedesse non è detto che questo nuovo Chelsea potrebbe bastare per vincere subito. In realtà le cose potrebbero anche andare diversamente: magari il nuovo contesto che la società si è disegnata attorno minerà le certezze acquisite l’anno scorso ed evidenzierà i problemi di una squadra in piena evoluzione. Proprio per questo le partite del Chelsea saranno uno di quegli appuntamenti da segnare sul calendario, quelle per cui varrà la pena di spendere novanta minuti settimana dopo settimana per scoprirne le prossime evoluzioni: il mercato multimilionario potrebbe aver accelerato lo sviluppo di una squadra talentuosa, o potrebbe aver rovinato un progetto unico e potenzialmente speciale.