L’Italia riparte dalla Nations League

Gli Azzurri esordiscono contro la Bosnia nella seconda competizione Uefa per Nazionali, una vetrina importante per i giovani e per continuare a sviluppare il progetto avviato da Mancini.
di Gian Marco Passerini 04 Settembre 2020 alle 11:52

Dopo lo stop imposto dal virus, torna in campo la Nazionale. L’ultima gara degli Azzurri si è giocata il 18 Novembre 2019, la squadra di Mancini era già qualificata agli Europei itineranti, l’avversario era l’Armenia e il risultato (9-1) è stato molto netto. Poi le cose sono andate in maniera diversa, il torneo continentale è stato rimandato e così gli Azzurri ora devono giocare la seconda Nations League della storia, una competizione con cinquantacinque squadre partecipanti divise in quattro leghe in base al ranking UEFA. L’obiettivo è superare il girone iniziale e accedere alle finali, in programma nell’autunno 2021, dopo la fine degli Europei. La prima edizione, nel 2019, è stata vinta dal Portogallo di Cristiano Ronaldo.

L’Italia è stata inserita nel Gruppo 1 della Lega A, insieme a Bosnia ed Erzegovina, Polonia e Olanda. Un gruppo non semplice, ma se le ottime prestazioni viste nelle ultime partite verranno confermate, Roberto Mancini può seriamente puntare a raggiungere la fase finale. Gli Azzurri esordiranno contro la Bosnia di Edin Dzeko all’Artemio Franchi di Firenze: sarà la quarta sfida tra queste due Nazionali, finora il bilancio degli scontri diretti è favorevole agli Azzurri, grazie al doppio successo colto nella fase di qualificazione all’Europeo 2020 (2-1 a Torino con gol di Insigne, Verratti e Dzeko e 3-0 a Sarajevo con reti di Acerbi, Insigne e Belotti); nell’unica gara precedente, nel 1996, gli Azzurri furono battuti in amichevole.

La Nazionale bosniaca arriva a questo appuntamento senza poter contare su Miralem Pjanic, neoacquisto del Barcellona che ha contratto il Covid-19. Gli Azzurri, invece, dovranno rinunciare agli infortunati Romagnoli, Verratti e Bernardeschi, ma hanno tutto ciò che serve per cercare la dodicesima vittoria consecutiva in gare ufficiali – battere la Bosnia vorrebbe dire migliorare il record di undici successi in fila, raggiunto dagli Azzurri proprio grazie al 9-1 contro l’Armenia. Finora, il ct Roberto Mancini ha mostrato di avere le idee piuttosto chiare su che tipo di squadra ha in mente, sul gioco che vuole proporre, e le caratteristiche dei 37 giocatori convocati per la gara con la Bosnia (e poi per quella contro l’Olanda, in programma lunedì 7 settembre) confermano la coerenza del progetto del tecnico Azzurro. Nel gruppo radunatosi a Coverciano ci sono tre novità, tre esordienti assoluti: Alessandro Bastoni, centrale difensivo, ormai titolare dell’Inter; e poi due giocatori del Sassuolo, Manuel Locatelli e Francesco Caputo.

Caputo in allenamento a Coverciano con Chiellini e Sensi; l’attaccante del Sassuolo ha segnato 37 gol in 75 partite di Serie A nelle ultime due stagioni (Claudio Villa/Getty Images)

«Se sono qui, devo ringraziare l’Inter e Antonio Conte: in pochi avrebbero avuto il coraggio di lanciare un ventenne in Serie A in una squadra importante come quella nerazzurra», ha detto Bastoni, che ha anche confessato di aver studiato tutti i movimenti di Giorgio Chiellini e di ispirarsi a Leonardo Bonucci, entrambi compagni di reparto in Nazionale. L’innesto più interessante da seguire, però, è quello di Caputo, che è arrivato alla prima convocazione in Azzurro poche settimane dopo aver compiuto 33 anni: «È stata una sensazione indescrivibile, andare in Nazionale era il mio sogno. Sono carico e voglio dedicare la convocazione a tutti coloro che mi sono stati vicini», ha dichiarato l’attaccante pugliese ai microfoni di Sky Sport. Ma dopo una stagione conclusa con 21 reti realizzate in Serie A, secondo marcatore italiano della Serie A dopo Ciro Immobile – vincitore della Scarpa d’Oro – la prima chiamata in Nazionale era praticamente inevitabile.

«Vogliamo ripartire come abbiamo interrotto dieci mesi fa e speriamo che la gente continui a seguirci. Teniamo alla Nations League e l’obiettivo è giocare le fasi finali anche perché si giocheranno in Italia», ha detto Roberto Mancini. Il Ct ha le idee chiare e ha assicurato che, anche in vista della successiva sfida contro l’Olanda, farà scendere in campo la miglior squadra possibile, in relazione alle sue idee tattiche e alle condizione dei giocatori. Finora il progetto dell’ex allenatore di Inter e Zenit San Pietroburgo è stato estremamente coerente, ha riacceso l’entusiasmo intorno alla Nazionale, ha fatto riavvicinare i tifosi agli Azzurri dopo la mancata qualificazione al Mondiale, e ora continuerà a insistere sui giovani, sul suo 4-3-3 e su un gioco orientato al possesso palla. Un insieme di concetti e strategie che ha valorizzato la rosa a disposizione, un giusto mix di esperienza e gioventù.

Nicolò Zaniolo è ancora eleggibile per l’Under 21 di Paolo Nicolato, ma è stato aggregato da Mancini alla Nazionale A, in cui ha già collezionato cinque presenze con due gol segnati (Claudio Villa/Getty Images)

Oltre al già citato Locatelli, capitano dell’Under 21 aggregato per la prima volta alla Nazionale maggiore, sono molti i giovani su cui costruire le basi del futuro: tra questi c’è sicuramente Nicolò Zaniolo, che nonostante una stagione segnata dalla rottura del legamento crociato anteriore nella gara di campionato contro la Juventus, complice anche la pausa imposta dal virus, è riuscito a tornare titolare nella squadra giallorossa. Ora l’obiettivo per lui, è quello di ritagliarsi un posto di rilievo anche in Nazionale, dopo le prime due reti segnate proprio nel match contro l’Armenia. Anche Moise Kean è tornato in Azzurro, nonostante la stagione non proprio brillantissima vissuta all’Everton; l’ex giocatore della Juve dovrà scalare le gerarchie dell’attacco, prima di lui ci sono senza dubbio Ciro Immobile e Andrea Belotti. Proprio il centravanti del Torino, con cinque segnati, è il miglior marcatore della gestione-Mancini.

La Nations League, che arriva nel bel mezzo di questa strana estate di calcio, rappresenterà un importante test per l’Italia di Mancini. L’idea della Uefa, infatti, era quella di “sostituire” le amichevoli durante la stagione con partite (più) competitive, non fini a sé stesse, così da dare ulteriore margine di sperimentazione ai commissari tecnici in vista dei grandi appuntamenti estivi. Certo, la pandemia ha modificato un po’ i calendari e i piani di tutti, ma la competizione resta – seppure con appuntamenti differenti – e darà la possibilità a molti giocatori di mettersi in luce, soprattutto in vista dell’Europeo del prossimo anno.

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