Parte l’edizione 2020 del Progetto Rete!

È il sesto anno di vita per il programma di inclusione Figc, che grazie al supporto del Ministero dell'Interno, di Eni e Puma, coinvolgerà circa 500 ragazzi tra rifugiati e richiedenti asilo.

Sei mesi dopo lo stop imposto dalla pandemia, sono ricominciate le attività del Settore Giovanile e Scolastico della Figc. E così riparte anche il Progetto Rete!, nato nel 2015 per promuovere il calcio come strumento educativo, formativo e di integrazione sociale. I protagonisti sono i ragazzi richiedenti asilo e rifugiati accolti nei centri di accoglienza Siproimi (Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati) di tutto il territorio nazionale. La Federcalcio ha annunciato ufficialmente le date della nuova edizione: si parte giovedì 10 settembre 2020 con la prima tappa regionale del torneo, organizzato grazie alla collaborazione con il Ministero dell’Interno, con l’Anci e con la partnership ufficiale di Eni e Puma.

Saranno coinvolti circa 500 minori stranieri inseriti nel sistema di accoglienza nazionale in una manifestazione che si articolerà, come stabilito a inizio anno, in tre fasi – territoriale, interregionale e nazionale – e a cui parteciperanno circa 50 formazioni diverse. L’obiettivo principale di questa iniziativa, giunta alla sesta edizione, è quello di «favorire l’inclusione sociale e l’integrazione tramite il calcio e lo sport, promuovendo comportamenti eticamente corretti attraverso l’educazione ai valori», come ha spiegato la Figc. Dalla prima edizione, i numeri sono stati in crescita costante: nel 2015 erano 237 i giocatori coinvolti, un anno fa erano 560, per un totale di oltre 3mila ragazzi che si sono sfidati nelle tre fasi di un torneo di calcio a sette che coinvolge i centri di tutte le regioni italiane.

Il successo del Progetto Rete! va oltre le cifre: secondo uno studio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, il 91% dei ragazzi coinvolti ha raccontato che questa esperienza è stata utile per abbattere le barriere socio-culturali; il 76% degli intervistati, invece, ha riscontrato un miglioramento della propria condizione di benessere personale. L’idea alla base dell’iniziativa è proprio questa: creare un nuovo modello di integrazione, regalare nuove prospettive a questi ragazzi; in un momento delicato come questo, nel quale il dibattito sul razzismo è sempre più centrale nella nostra società, questo progetto assume quindi un valore ancora più profondo nell’accelerare i processi di inclusione sociale, culturale, lavorativa.

La competizione sarà itinerante in tutta Italia, e le prime quattro squadre che scenderanno in campo arrivano dal Molise. Dopo questo primo appuntamento, la fase iniziale si terrà in varie località: la seconda regione che vedrà in campo i ragazzi di Rete! sarà la Puglia, più precisamente si giocherà a Ceglie Messapica (BR), poi dopo ci si sposterà a Cremona e Bologna. La seconda tappa, quella interregionale, in calendario tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, si svilupperà poi tra Ruvo di Puglia, Milano e Cosenza; proprio in questi incontri si decideranno le formazioni che arriveranno alla terza e ultima fase, la Final Four nazionale, che si terrà a Roma il giorno 11 ottobre.

In occasione della fase finale del 2019, giocata a Corticella, in provincia di Bologna, il presidente federale Gabriele Gravina spiegò che il Progetto Rete! «abbatte le barriere, tutte: quelle politiche e quelle tra i popoli. Il calcio che si apre, il calcio che accoglie, questo è uno degli aspetti più belli che vogliamo valorizzare, comunicare a tutti coloro che vogliono vivere questa splendida dimensione del nostro mondo».