Anche quest'anno, non sono mancate creazioni originali e ben riuscite: tra i club di tutta Europa, abbiamo raccolto gli esempi più interessanti.
A pensarci bene, soltanto pochi anni fa non avremmo mai pensato di accostare questi termini o queste definizioni al linguaggio delle maglie da calcio: zig-zag, pennellate, dazzle camouflage, Paisley, e così via. È il segnale di una contaminazione di codici ormai pienamente assimilata da club e brand, e così le maglie si sono riempiti di nuovi significati, nuovi rimandi e, ovviamente, nuovi design. Lo raccontiamo da tempo, ma è doveroso ricordarlo soprattutto nel momento in cui, parlando dei kit della stagione appena iniziata, si riscontra un “allineamento” da parte delle varie realtà in questo processo, evidenza chiara di come questo atteggiamento sia condiviso senza eccezioni.
Non ignoriamo che qualche voce contraria si sia levata e continui a levarsi di fronte a questo processo, e ovviamente tutte le posizioni hanno diritto di cittadinanza. Ma è pur vero che l’interesse crescente nei confronti delle maglie da calcio negli ultimi anni – anche in termini commerciali, ça va sans dire – sia dovuto esattamente a questo nuovo trend. E, come abbiamo scritto di recente, l’epoca che stiamo vivendo assomiglia, per significati, a quanto accadde negli anni Novanta, con una propulsione creativa che non ha portato che ricadute positive sull’immaginario calcistico.
Abbiamo scelto le dieci migliori maglie di club della stagione 2020/21 proprio sulla base di queste premesse, facendo rientrare all’interno della nostra selezione quelle divise con design inediti e innovativi – non per forza rivoluzionari, ma comunque in grado di aggiungere qualcosa di nuovo. Inoltre, abbiamo aspettato che le squadre scendessero in campo con le nuove maglie, perché l’effetto di vederle indossate aiuta a una migliore percezione della resa stilistica. In una selezione di dieci maglie, ovviamente abbiamo dovuto (dolorosamente) tralasciare alcuni kit; ad ogni modo, abbiamo cercato di mantenere un equilibrio di fondo per dare rappresentazione a ogni tipo di propensione e gusto – eleganza, streetwear, ispirazione retrò e così via.
Ajax away, adidas
Premessa: il design che adidas ha riservato alla maglia da trasferta dell’Ajax è di fatto un template, utilizzato anche sulla seconda divisa della Nazionale scozzese. Ma nella versione del club olandese – con l’inserimento dell’azzurro come colore predominante accanto ai tradizionali bianco e rosso, già visto in vecchie edizioni away – il pattern è folgorante: le geometrie rubano l’occhio e il contrasto cromatico creato dal rosso, adottato in particolare dal crest e dai numeri, è di sicuro impatto. Ulteriore nota positiva: diversamente da quanto capita nella maggior parte delle maglie, il pattern dal fronte maglia si sposta senza soluzione di continuità anche sul retro.
Marsiglia home, Puma
Disegnare una maglia che rispecchi i dettami tradizionali ma che al tempo stesso rinnovi la cifra stilistica non è mai facile. Anzi, è la cosa più complicata. Nel caso della home del Marsiglia firmata Puma, però, l’intento è evidente e il risultato eccellente: non era scontato fare un passo avanti rispetto al set di maglie (bellissime) fornite nella scorsa stagione ai francesi, eppure ci troviamo proprio di fronte a questo scenario. La home comunica un’idea immediata di eleganza, ma tutt’altro che patinata: fresca, vibrante, accattivante. È un effetto cui contribuisce il disegno sul fronte maglia, ispirato alla Cité Radieuse, una delle architetture più riconoscibili di Marsiglia, e i dettagli dorati. Piccola postilla: grande lavoro del brand tedesco anche con la maglia away, con un blu navy su cui si stagliano le case dei quartieri popolari, altro omaggio alle particolarità urbanistiche della città.
Inter home, Nike
Non è un mistero che la nuova home dell’Inter sia una delle maglie più dibattute dell’estate; in molti, però, hanno riveduto le loro opinioni – al “rialzo” – una volta ammirata la divisa in campo. Il primo impatto, soprattutto per i tifosi più tradizionali, non è stato ovviamente semplice, ma già a una seconda occhiata il kit nerazzurro non ha sbavature: design pulito, efficace, di grande impatto. Ovviamente la scena se la prende il motivo a zig-zag, che conferisce un tocco dinamico alla maglia. La capacità di tenere insieme l’eredità stilistica del club con la volontà di innovazione ha già inserito, di fatto, questa divisa nella lista dei must have di ogni appassionato.
Manchester City third, Puma
Già l’anno scorso Puma aveva omaggiato l’eredità musicale di Manchester con una maglia ispirata all’Haçienda, punto di riferimento, tra gli anni Ottanta e Novanta, della scena underground cittadina. Quest’anno lo fa con una maglia assolutamente iconica, grazie all’applicazione del Paisley – con un evidente rimando all’immaginario estetico del Britpop e prima ancora del rock inglese anni Sessanta – sul fronte. È una di quelle creazioni che incarnano al meglio il mood predominante di questi anni: sintetizzare in una maglia da calcio l’incontro tra due mondi tradizionalmente distanti, per avvicinare di conseguenza pubblici diversi. A ogni modo, una maglia tutt’altro che pacchiana, ma con una sua personalissima identità.
Roma away, Nike
Diversamente da quanto visto poc’anzi, la nuova maglia away della Roma è invece una creazione senza tempo: messa in qualsiasi periodo storico, avrebbe una sua coerenza di fondo. È una maglia che riprende elementi retrò – il lupetto di Gratton, innanzitutto, ma anche l’utilizzo del colletto – incorniciati in un design sobrio ed elegante. Il colore avorio, rimando ai monumenti della capitale, è un altro leitmotiv di Nike – al suo ultimo anno di sponsorizzazione della Roma – per quanto riguarda le maglie away del club giallorosso, ed è sicuramente una scelta vincente: discreta, stilosa, nella giusta combinazione con i pantaloncini color porpora.
Arsenal home, adidas
Ci sono poche maglie dal fascino immortale come quella dell’Arsenal, eppure nella versione 2020/21 proposta da adidas sembra esserci più di un valore aggiunto. Merito di una tonalità di rosso più accesa e del pattern geometrico che corre dal fronte al retro maglia, che conferiscono alla maglia un quid di dinamicità e modernità. Dal suo ritorno con i Gunners, adidas ha scelto di celebrare il passato mitico del club londinese, ma quest’anno ci è riuscito al meglio abbandonando l’idea di riscrittura di maglie del passato per fondare un percorso di “heritage culturale”, che riprende dettagli e stilemi del passato – in questo caso il crest geometrico del club negli anni Trenta, o i marmi di Highbury per la maglia away – per inserirli in diverse forme dandogli un contesto attuale.
Venezia away, Nike
Non tutti i club possono avere la fortuna, per così dire, di avere dei colori sociali così iconici. Nel caso del Venezia, a lungo questa ricchezza cromatica è stato un plus dal punto di vista estetico, e negli anni più recenti, con la squadra tornata in Serie B, una nuova ondata di creatività ha interessato il club della Laguna. Ma quest’anno, indubbiamente, si è arrivati a vette altissime tra maglia home e away. Denominatore comune la sovrapposizione verticale dei tre colori, che nella away si collocano nella fascia centrale – in prossimità dell’elegante scritta Venezia Football Club. Un kit con un design bello e vivace, con l’inserimento del colletto nero che dà un sapore retrò.
Port Vale home, Erreà
Se non bastasse il già discreto hype attorno a una formazione di League Two, aggiungiamoci che alla creazione del kit del Port Vale firmato Erreà c’è un insospettabile tifoso del club: Robbie Williams. La maglia è in effetti un omaggio alla rockstar, o meglio al suo immaginario stilistico. E in effetti la divisa del Port Vale è qualcosa fuori dagli schemi, un design senza precedenti: spesso a soluzioni ardite non corrisponde una resa adeguata, invece il team di Erreà è protagonista di un lavoro davvero riuscito. Un pattern somigliante a un motivo a scacchi che, all’altezza della pancia, viene risucchiato quasi come in un imbuto. Persino lo sponsor, che spesso è un downgrade nell’estetica delle maglie, si inserisce alla perfezione all’interno della composizione geometrica. I dettagli dorati sono un’ulteriore aggiunta di stile.
Betis away, Kappa
Non c’è dubbio che Kappa, grazie anche a una presenza allargata in vari Paesi (è l’unico kit supplier oltre i tre colossi Nike, adidas e Puma a sponsorizzare almeno una squadra in ciascuno dei cinque migliori campionati europei), stia facendo un grande lavoro di design, dimostrando un’ottima capacità nel declinare uno stesso template per realtà – e dunque peculiarità stilistiche – diverse. Qui, nel caso della away del Betis, lo sta a dimostrare: l’utilizzo del viola si sposa sorprendentemente alla perfezione con il tradizionale biancoverde presente negli inserti, e la geometria riproposta sul fronte maglia, ispirata alle ceramiche di Plaza de España, aggiunge il definitivo tocco di classe.
Southampton home, Under Armour
Per il Southampton si tratta di un vero e proprio revival storico: per festeggiare i 135 anni del club, Under Armour ha proposto per la prima e la terza maglia un kit con banda diagonale, un design che rimanda alle origini del club e che è stato rispolverato altre volte negli anni. Ovviamente riprendere esempi del passato è quasi sempre una scelta vincente, ma il brand americano decide di cambiare le regole invertendo i colori – con il rosso predominante e banda bianca a correre diagonalmente. Tutto sommato, il kit è di sicuro impatto, grazie al contrasto cromatico e a un sapiente utilizzo dei dettagli.