Un calciatore armeno non firmerà con il suo nuovo club per andare in guerra

Il difensore Varazdat Haroyan combatterà la guerra nella regione del Nagorno-Karabakh.

Il trasferimento del difensore Varazdat Haroyan al Larissa, club della massima seria greca, è saltato. Detta così potrebbe risultare una notizia di poco conto, ma non è così. Dietro il fallimento di questa operazione, infatti, ci sono motivazioni che si intrecciano con la storia, la politica e la difficile situazione diplomatica dell’Armenia. Haroyan, infatti, non si è trasferito in Grecia perché si trova già nel Caucaso Meridionale, per partecipare al conflitto armato nel Nagorno-Karabakh. La conferma è arrivata dal suo agente: «Come tutti i cittadini armeni sotto i 40 anni, Varazdat è stato mobilitato, e si trova già in zona di guerra».

Il Nagorno-Karabakh di un piccolo territorio autodichiaratosi indipendente nel 1991, che si trova in Azerbaijan ma che viene controllato dall’Armenia – anche se ufficialmente si dichiara ancora indipendente. In questa zona i conflitti non sono mai cessati, e nel 2012 e nel 2016 ci furono già scontri di piccola portata tra gli eserciti. Negli ultimi giorni, però, la situazione è cambiata: l’intervento della Turchia e la morte di 84 persone sono un segnale evidente che gli scontri sono diventati più seri e violenti, e infatti il New York Times ha spiegato che già negli ultimi mesi si stava assistendo a un progressivo peggioramento della situazione. Il conflitto potrebbe anche espandersi: la Russia potrebbe valutare l’entrata in guerra, ovviamente in contrapposizione alla Turchia, e inoltre la zona del Nagorno-Karabakh ha una grossa importanza strategica, considerando che ospita alcuni gasdotti che riforniscono i Paesi dell’Europa occidentale.

Questa situazione ha coinvolto anche il mondo del calcio, e il mancato trasferimento di Haroyan ne è l’esempio. Dopo aver giocato in Armenia e in Iran, il 28enne difensore aveva risolto consensualmente il suo contratto con l’Ural Yekaterinburg – club russo di Prima Divisione – e stava per andare a giocare in Grecia, ma la guerra glielo ha impedito. Stessa sorte che nel 2014 toccò anche all’ex terzino dell’Udinese Ali Adnan, costretto a lasciare momentaneamente il calcio per combattere la guerra in Iraq. In questi giorni anche il capitano della Nazionale armena, il romanista Henrikh Mkhitaryan, affidandosi a Twitter, ha preso le parti della sua nazione: «Abbiamo il diritto inalienabile di vivere nella nostra patria senza una minaccia esistenziale. I nostri figli hanno il diritto di vivere in pace piuttosto che nascondersi nei rifugi. Sono sempre al fianco della mia Nazione».