Focus — James Rodríguez

È stato uno dei migliori giocatori in questo avvio di stagione: l'Everton è l'ambiente giusto per far fruttare di nuovo il suo immenso talento?

Se oggi l’Everton affronta il Liverpool in una partita aperta, o comunque dall’esito non del tutto scontato – come è avvenuto negli ultimi anni, per capirci – gran parte del merito è da attribuire a Carlo Ancelotti, pilastro del nuovo progetto dei Toffees. Un’altra fetta di merito appartiene però a James Rodríguez. Ed è una fetta importante, consistente, perché il fuoriclasse colombiano sta dimostrando di essere ancora un fuoriclasse, per l’appunto, e poi traduce perfettamente in campo la filosofia del suo allenatore. È un giocatore totale, un regista offensivo che ha qualità tecniche e un intuito molto superiori alla media, lo sta mostrando pienamente in questa sua avventura inglese – che almeno finora non è stata condizionata da grandi pressioni, personali e di squadra. Ecco, probabilmente questo aspetto è molto importante, nel senso che va messo in conto nella valutazione della carriera di James – ovviamente insieme alla sua tendenza a infortunarsi, che però si acuisce quando non è sereno, quando non è al centro del progetto tecnico.  Sta tutto in una domanda: vista la sua qualità rara, e la sua modernità, come sarebbe andata la carriera di James se non fosse stato un giocatore così influenzabile dal contesto esterno?

È da qui che si origina un elenco infinito di se: de avesse sempre avuto questa fiducia, se non avesse patito la concorrenza al Real Madrid in lunghi segmenti della sua esperienza spagnola, se al Bayern non si fosse sentito messo da parte. Ce ne sarebbero altri, che influenzerebbero il nostro giudizio. Ma forse la risposta vera alla domanda sulla carriera di James sta in questo inizio di stagione con l’Everton: in una squadra che non può (ancora?) puntare a vincere grandi trofei, e che ruota tutta intorno a lui, James è un calciatore esaltante e che si esalta, decisivo nella fase conclusiva (ha già realizzato tre gol e servito tre assist in questo avvio di stagione) ma anche nella costruzione del gioco. Probabilmente questa è la sua dimensione, qui e così può esprimere al meglio il suo potenziale; in contesti più competitivi, invece, possiamo assistere e abbiamo assistito a splendidi lampi di classe dentro cicli di prestazioni intermittenti, a grandi vittorie vissute da membro del supporting cast, non come protagonista assoluto, nonostante un talento meraviglioso.

The making of James Rodriguez: A superstar by 14 and turned down by Manchester UnitedThe Telegraph
Pochi giorni fa, il Telegraph ha raccontato come nel 2010 il dipartimento scouting del Manchester United abbia bocciato un giovanissimo James: «Non è abbastanza veloce, rischia di soffrire con l’intensità del gioco in Premier League, è semplicemente inadatto a questo Paese». Dopo il fantastico inizio di stagione all’Everton, queste parole sono invecchiate davvero male, secondo il quotidiano inglese.

James Rodriguez: How did the little Colombian with a stutter get here?FourFourTwo
Durante la prima stagione al Real Madrid, esce questo longform sulla sua infanzia, in cui ci sono tante testimonianze, anche dei suoi familiari. Uno degli aspetti più importanti è la sua disciplina: uno dei suoi primi coach racconta di non aver mai visto «un bambino allenarsi due volte al giorno, con quella intensità, senza lamentarsi». Inoltre, in questo pezzo si legge di come James abbia sconfitto la sua balbuzie.

James Rodríguez and one of the great individual World Cup showings of all-timeThese Football Times
La rivelazione definitiva di James avviene durante i Mondiali 2014: in questo articolo, scritto nel 2018, si parla delle prestazioni in Brasile come «una delle migliori prestazioni individuali che la Coppa del Mondo, quindi il calcio mondiale, abbia mai visto».

È il gol più famoso della carriera di James Rodríguez, uno dei più belli in assoluto – non solo per lui, ma nell’intera storia dei Mondiali. Per un attimo, però, cioè solo per questa volta, andiamo oltre la bellezza geniale e improvvisa del suo tiro, della sua coordinazione. Guardiamo dove si trova James quando riceve il pallone. È lì, sempre lì, tra le linee, in mezzo ai giocatori avversari, laddove la sua tecnica superiore e la perfetta capacità di gestirla, di amministrarla, di esaltarla, può diventare decisiva per la squadra. Quando è in forma, quando è motivato, James è un artista del calcio che però gioca in maniera funzionale, mette a disposizione la sua classe per raggiungere uno scopo. In quest’azione avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, allora possedeva – e possiede ancora – la capacità per fare bene qualsiasi cosa, per servire un compagno nello spazio, per aprire il gioco con un passaggio panoramico, un colpo di tacco, un dribbling. Ripetiamo: qualsiasi cosa. Ha scelto il tiro, e ha fatto bene. Ma una conclusione così è anche frutto del caso. Tutto il resto no, ed è ciò che rende unico James Rodríguez.

Can Lost Boy James Rodríguez break the mould at free-spending Everton?The Guardian
Jonathan Wilson racconta come «l’arrivo di James, per l’Everton, non abbia «alcun senso dal punto di vista finanziario: è un calciatore che sembrava in declino, che ha compiuto 29 anni e che costa tantissimo. Però c’è qualcosa, nella reunion con Carlo Ancelotti, che potrebbe permettere a James di fuggire dai sogni della giovinezza, di non essere più considerato un talento perduto e di diventare qualcosa di significativo nel presente».

James Rodríguez Is Here to Entertain YouThe New York Times
Secondo Rory Smith, il passaggio auspicato da Wilson è avvenuto: «Il calcio non è, non può essere solo un progetto a lungo termine: esistono le emozioni, sono un mezzo di distrazione e divertimento. Bisogna pensare a questo quando si vede giocare James Rodríguez all’Everton. Non all’economia, ai bilanci, al suo ingaggio. Lui va in campo per intrattenerti».

Pura qualità/1

La tecnica di James può esprimersi in molti modi: un tiro forte e preciso, un’apertura panoramica, un dribbling nello stretto, una pausa per cadenzare il gioco o un’accelerazione prodigiosa palla al piede. Il fatto che il colombiano non sia un atleta dalle misure imponenti fa capire che questa sua forza, questa sua completezza, sono dovute alla tecnica di base, a una qualità rara e purissima. Come si è visto chiaramente in un altro momento del Mondiale 2014: in questo gol al Giappone c’è una giocata perfetta, tutta col sinistro, sterzata secca per superare l’avversario e pallonetto dolcissimo a scavalcare il portiere.

Pura qualità/2

Sotto il video del suo gol contro l’Uruguay, abbiamo scritto che James Rodríguez sa e ama tenere una posizione particolare, tra le linee della squadra avversaria. È una zona di campo – mutevole, ovviamente – in cui il colombiano può far fruttare la sua enorme sensibilità di tocco, la sua visione avanzata del gioco. Succede spesso, è sempre successo, ed è per questo che Ancelotti prova sempre ad averlo con sé, in tutte le sue squadre: l’allenatore emiliano predica e pratica un possesso palla verticale, per cui i giocatori che sanno ricevere e trattare il pallone tra le linee sono importantissimi. Come si vede in questa azione del Bayern, in cui James offre un assist delizioso a Vidal sempre da quella zona. È pura qualità, mentale e tecnica.