Il Manchester United sta investendo tantissimo nel settore giovanile

L'academy dei Red Devils ha accolto ben 19 giocatori dall'inizio del 2019.

Nel calcio ogni società segue una propria strategia finanziaria e decide con attenzione in che modo mettere in attuare i propri investimenti. Il Manchester United, per esempio, ha sempre puntato molto sul proprio settore giovanile, al punto da avere il miglior vivaio della Premier League per numero di giocatori prodotti. Il club di Old Trafford ha deciso di continuare a investire in questo senso: dall’inizio del 2019, infatti, ha deciso di acquistare 19 giocatori da inserire nelle sue formazioni giovanili. Solo durante l’ultimo giorno di questa sessione di mercato, sono infatti arrivati due ragazzi molto promettenti: Amad Diallo Traoré dall’Atalanta, per 25 milioni di euro più 15 di bonus, e l’ex Peñarol Facundo Pellistri. Entrambi sono dotati di grande talento e rientrano perfettamente nella nuova politica giovanile dello United.

Per il Manchester United, l’Academy ha sempre avuto un ruolo centrale nelle strategie sportive e finanziarie: dal 1937 a oggi, infatti,  almeno un giocatore cresciuto nel vivaio ha giocato in prima squadra in tutte le partite di ogni stagione. Gli ultimi grandi prodotti del settore giovanile sono Marcus Rashford e Mason Greenwood, quasi sempre titolari con Solskjaer in panchina. Per proseguire su questa strada, un passo determinante è stata la nomina nel febbraio del 2016 di Nicky Butt come nuovo responsabile dell’Academy.

L’ex centrocampista dello United ha dovuto adattarsi ai cambiamenti del mercato: se oggi è più difficile acquistare talenti britannici dai club inglesi, allora bisogna rivolgersi all’estero. In un’intervista al Guardian, Butt ha dichiarato che: «potrete giudicare davvero me, il mio lavoro e i giocatori che esordiranno in prima squadra solo tra due o tre anni, quando saremo in lotta per la conquista di titoli importanti. Infatti, se lotti per il titolo e allo stesso tempo riesci a individuare e sviluppare giovani talenti, inserendoli nella prima squadra, significa che stai facendo un lavoro incredibile».

Pellistri e Traoré sono solo la punta dell’iceberg, la parte visibile di una strategia più radicata e molto meno costosa: per tutti gli altri giocatori acquistati dal 2019 a ora, lo United ha speso solo 11 milioni di sterline. Un prezzo minimo per un club così ricco. Tra gli investimenti più importanti c’è Hannibal Mejbri, centrocampista classe 2003 dotato di grande forza fisica che è arrivato dal Monaco e che sta attraversando rapidamente tutte le squadre giovanili: ora gioca nell’Under 23, nella quale ha già messo a segno due gol e sei assist. Sempre nell’Under 23 gioca anche Hervey Neville, figlio di Phil e quindi nipote di Gary: insieme all’attaccante Charlie McNeil – un altro talento molto interessante – sono tornati allo United dopo essere stati ceduti anni fa ai rivali del Manchester City. Tra i vari acquisti da altri settori giovanili inglesi ci sono anche Joe Hugill, costato 300mila sterline dal Sunderland, e Omari Forson, preso dal Tottenham per 80mila sterline. La rete degli osservatori dei Red Devils ha portato a Manchester anche talenti provenienti dal resto d’Europa: Willy Kambwala, difensore centrale classe 2004 che ha lasciato il Sochaux per 3,5 milioni di sterline; Dillon Hoogewerf, attaccante centrale arrivato dall’Ajax nel luglio 2019, dopo l’esordio a soli 15 anni nella squadra Under 19; altri ragazzi da tenere d’occhio sono il centrocampista slovacco Martin Svidersky e Marc Jurado, difensore che ha rifiutato di rimanere nella cantera del Barcellona – proprio come Gerard Piqué, che 16 anni fa lasciò la Catalogna per firmare coi Red Devils.

L’approdo in prima squadra di questi e di altri giovani talenti è un sogno possibile, anche grazie all’approccio di Solskjaer: da quando il manager norvegese siede sulla panchina del club, ha fatto esordire numerosi giocatori cresciuti nello United, tra cui Mason Greenwood e Brandon Williams. A questi, vanno aggiunti Pogba, Rashford, McTominay, Henderson, Lingard, Tunazebe e Fosu-Mensah, che avevano già esordito precedentemente e ora sono ancora in organico. Nella scorsa stagione, i local players che hanno potuto debuttare in prima squadra sono stati otto (il numero più alto dalla stagione 1952/53). La scelta di investire ancora su questi prospetti certifica il cambio di visione programmatica di questo club, che a differenza degli anni passati non ha più intenzione di lasciarsi sfuggire i suoi talenti più promettenti – proprio Pogba, nel 2012, era stato lasciato partire a parametro zero, destinazione Juventus.