Anche il calcio ha un peso nelle elezioni americane

Trump e Biden si sono scontrati anche su questo tema.

Il 3 novembre 2020, i cittadini degli Stati Uniti d’America scelgono il loro 46esimo presidente. La sfida è tra Donald Trump, presidente uscente e candidato del Partito Repubblicano, e Joe Biden, ex vicepresidente di Barack Obama dal 2008 al 2016, candidato del Partito Democratico. Le differenze programmatiche e di visione tra i due candidati sono enormi, e anche il loro rapporto con lo sport sembra essere un terreno di scontro. In questi mesi di campagna elettorale, di dibattiti presidenziali e sondaggi, sono stati trattati tantissimi argomenti. Ma anche il calcio e lo sport in generale sono stati piuttosto centrali, sia per le iniziative di numerosi atleti che, come detto, per l’approccio opposto di Trump e Biden. Negli ultimi mesi, infatti, entrambi i candidati hanno cercato il sostegno di numerosi atleti. Se dalla parte di Trump si sono schierate soprattutto la NFL e l’UFC (Ultimate Fighting Championship), vale a dire la lega di football e la più importante organizzazione di arti marziali a livello globale, Biden ha ottenuto il sostegno dei grandi atleti di NBA, come Lebron James e Stephen Curry, e di gran parte del calcio americano.

Proprio il soccer può rappresentare un’insidia per la rielezione di Trump. Il rapporto del presidente uscente con atleti e istituzioni è infatti abbastanza controverso: a giugno 2020, infatti, Trump arrivò a dire he non avrebbe più guardato partite della nazionale statunitense a causa della decisione della Federazione di cambiare la politica sull’inno nazionale. Fino al 2017, infatti, era vietato inginocchiarsi durante l’esecuzione dell’inno nel prepartita, ma è bastato un gesto per segnare la svolta: la calciatrice simbolo della nazionale USA, Megan Rapinoe ha iniziato a inginocchiarsi per solidarietà nei confronti di Colin Kaepernick, ex quarterback dei San Francisco 49ers (franchigia NFL) che nel 2016 si inginocchiò durante l’inno  in segno di protesta contro le discriminazioni razziali e la violenza della polizia statunitense. Da quel momento, molti colleghi di Capernick in NFL hanno seguito il suo esempio, poi sono arrivati tanti atleti di altri sport. E così anche la Federcalcio americana ha deciso di tollerare questa manifestazione. A Trump questa decisione non è piaciuta affatto e il rapporto difficile con Rapinoe – sostenitrice dichiarata di Biden e del Partito Democratico, nonché una personalità molto critica nei confronti di Trump – non ha di certo aiutato. Biden, invece, ha sostenuto gli atleti che hanno scelto di inginocchiarsi per protestare contro l’ingiustizia razziale e ha sposato il movimento Black Lives Matter: in vista delle elezioni, l’ex vicepresidente ha rilasciato un discorso in cui ha detto: «La vita dei neri è importante. Punto. Non ho paura di dirlo. Le disuguaglianze devono essere affrontate di petto».

Biden, durante la sua campagna elettorale, ha anche la lotta politica portata avanti dalla Nazionale femminile per la parità di retribuzione rispetto ai maschi: nonostante i grandi successi internazionali (quattro campionati mondiali e quattro oro olimpici), Megan Rapinoe e le sue compagne non si sono viste riconoscere la parità salariale per le gare internazionali con la rappresentativa Usa. Durante questi mesi di campagna elettorale, Trump ha preferito non prendere una posizione in merito, e infatti ha detto solo che «quando hai le grandi stelle come Cristiano Ronaldo alcune di queste vengono pagate un sacco di soldi, ma attirano comunque centinaia di migliaia di persone». Gli sforzi del presidente si sono concentrati molto sulla candidatura degli Stati Uniti per ospitare la Coppa del Mondo del 2026 – che si terrà proprio negli Usa, e poi in alcuni stadi canadesi e messicani. «Ho lavorato duramente per questo traguardo insieme a una grande squadra composta da persone di talento. Non falliremo e sarà una grande Coppa del Mondo» ha dichiarato il presidente.

Lo sport è stato però soprattutto lo spazio nel quale entrambi i candidati hanno deciso di investire gran parte delle loro somme destinate agli spot elettorali. Gli eventi sportivi sono da sempre uno dei terreni più fertili per rivolgersi ad un elettorato ampio, perciò gli annunci pubblicitari hanno un costo davvero elevato. Quest’anno gli eventi sportivi si sono svolti nella maggior parte dei casi senza pubblico, ma Trump e Biden hanno comunque speso circa 41 milioni di dollari per i 2.801 annunci che sono stati trasmessi dal 17 agosto ad oggi. L’85% di questa spesa è stata destinata al football americano che è senza dubbio lo sport più seguito negli Stati Uniti. Nonostante ciò, secondo lo Sports Business Journal, entrambi i candidati hanno speso comunque circa 200mila dollari durante le partite di calcio certificando che il movimento è in crescita, e quindi alla fine potrà avere un suo peso nella corsa alla Casa Bianca.