Modello e calciatore: la singolare storia di Owen Otasowie

Fino a 14 anni non aveva mai giocato a calcio, oggi è una delle pepite della Nazionale americana.

I rapporti un po’ troppo stretti e sicuramente ambigui tra il Wolverhampton e Jorge Mendes tendono a far dimenticare come il club inglese abbia avviato e stia portando avanti, da anni, un interessante progetto di valorizzazione del talento. Molti dei giocatori che si sono affermati dopo il loro passaggio per i Wolves sono portoghesi, ma ce ne sono anche altri di nazionalità diversa. In questa finestra riservata alle squadre Nazionali, sono addirittura dieci i calciatori convocati nella propria rappresentativa: Conor Coady (Inghilterra), Jonny Castro Otto (Spagna), Pedro Neto (Portogallo), Matt Doherty (Irlanda), Adama Traore (Spagna), Diogo Jota (Portogallo) , Barry Douglas (Scozia), Helder Costa (Portogallo), Willy Boly (Costa d’Avorio) e Owen Otasowie (Stati Uniti). Proprio la storia dell’ultimo calciatore di questa lista è piuttosto interessante: Owen Otasowie, nato a New York ma cresciuto proprio nelle giovanili del club inglese, è un centrocampista dal grande fisico, che in virtù di questa dote può giocare tranquillamente anche al centro della difesa. Il suo percorso di formazione è stato molto particolare: oltre a essere calciatore, infatti, è anche un modello ricercato. Fino all’età di 14 anni, lo sport per lui non era una priorità. Oggi ha 19 anni, ha già sfilato con Burberry e ha un suo profilo professionale da modello sul sito Elitemodel.

Otasowie non ancora è un giocatore affermato: finora ha accumulato solamente 13 minuti di gioco in Europa League con i Wolves, nella scorsa stagione, mentre in Premier League è andato in panchina in cinque partite. Si è unito al club nel 2016, quando il capo dell’accademia Bob Brown gli offrì la possibilità di giocare con i Wolves. Proprio in quell’anno però, la crescita di Otasowie si fermò a causa di un brutto infortunio al ginocchio che ha reso necessarie due operazioni molto complesse. Al momento, gioca regolarmente nell’Under 23, ma Nuno Espírito Santo lo ha osservato con attenzione e da qualche settimana lo convoca costantemente in prima squadra. «Dico sempre che si può avere una seconda possibilità e che Owen la sta avendo. Sta usando bene questa opportunità perché sta lavorando molto duramente. Essere all’interno di un club è importante per un giocatore, ma ci sono diversi modi per ottenere le cose. L’importante è non arrendersi» ha dichiarato il tecnicp portoghese a The Athletic. «Lo schieriamo a centrocampo perché pensiamo che possa farcela fisicamente e infatti sta facendo davvero bene», ha raccontato Scott Sellars, capo dell’accademia dei Wolves, «la sua fisicità è la sua forza più grande. È davvero bravo a proteggere la palla. Probabilmente non ha avuto quella normale educazione calcistica perché ha iniziato a giocare a calcio a 14 anni, ma non tutti i giocatori hanno una carriera accademica lineare».

Nonostante sia un calciatore dalla storia particolare, sembra che Otasowie sia destinato a far parte di un secondo progetto calcistico molto ambizioso: quello della Nazionale statunitense. La convocazione da parte del ct Gregg Berhalter va letta proprio in questo senso: come detto, Otasowie non ha ancora trovato spazio nella prima squadra dei Wolves, ma appartiene a una generazione di giocatori giovani e molto promettenti, su cui gli Usa vogliono costruire una squadra competitiva – anche in vista della Coppa del Mondo 2026, che si giocherà proprio in America, ma anche in Messico e Canada. Nell’ultimo roster composto da Berhalter ci sono sei giocatori sotto i vent’anni, tra cui Gio Reyna e Musah, e poi Dest, Adams, McKennie, Timothy Weah, insomma un gruppo dal potenziale elevato. Otasowie ha esordito il 12 novembre contro il Galles, entrando all’87esimo minuto al posto di Sebastian Lletget, 28enne dei Los Angeles Galaxy. Anche a livello simbolico, si tratta di una sostituzione significativa per il futuro del calcio americano.