Gignac sta dominando il calcio messicano e nordamericano

Il gol segnato nella finale di Champions League è il suggello a cinque anni meravigliosi.

André-Pierre Gignac si è trasferito in Messico, al Tigres UANL, prima di compiere trent’anni. Era il 2015, e il suo addio al calcio francese ed europeo sembrava piuttosto prematuro, fu letto come il passaggio a una dimensione inferiore, come una rinuncia preventiva alla dimensione di buon attaccante di livello internazionale, per abbracciare la fase declinante della carriera in un club ricco ma di secondo piano – non a caso, fu convocato per gli Europei del 2016 e fu anche utilizzato da Deschamps in sei partite su sette, compresa la finale contro il Portogallo, a cui partecipò da subentrato. La realtà è stata ed è meno netta, più sfumata: nella città del Nuevo León, uno degli stati più avanzati e sviluppati del Messico, Gignac ha saputo costruirsi una nuova grande carriera, molto più ricca di trofei e di soddisfazioni rispetto a quella precedente. È andata così fin dall’inizio, anzi fin dall’esordio: la prima gara di Gignac con i Tigres è stata l’andata delle semifinali di Copa Libertadores 2015 (allora i club messicani partecipavano al torneo), contro l’Internacional di Porto Algre; il primo gol è arrivato pochi giorni dopo, nella gara di ritorno, e permise ai messicani di ribaltare il risultato (3-1 in Messico dopo l’1-2 in Brasile) e di accedere all’ultimo atto. Alla fine fu il River Plate a vincere la Libertadores – battendo per 3-0 i Tigres in finale – ma ancora oggi quell’edizione viene ricordata dai tifosi di tutto il Messico, anche perché resta l’ultima in cui una squadra della Liga MX è riuscita ad accarezzare il trionfo finale.

Da allora sono passati oltre cinque anni, ma Gignac non si è mai fermato, anzi: il suo score totale è di 143 gol in tutte le competizioni, e lo ha reso il calciatore più prolifico nella storia del Tigres UANL; inoltre, le 123 reti realizzate in campionato gli hanno permesso di superare il record fissato negli anni Quaranta dallo spagnolo Isidro Lángara, e quindi di diventare il giocatore europeo con più gol nella storia della Liga MX. Le sue reti, però, non sono solo tante. Sono anche molto importanti. La importante di tutte è arrivata martedì 22 dicembre 2020, nella finale della Concacaf Champions League, la competizione per club più prestigiosa della confederazione nord e centroamericana: i Tigres hanno battuto il Los Angeles FC per 2-1, e il gol decisivo dei messicani è stato realizzato proprio da Gignac, tra l’altro a pochi minuti dalla fine della gara. Per la squadra gialloblu, che aveva perso la finale subcontinentale tre volte negli ultimi quattro anni (2016, 2017, 2019) il primo successo nel torneo equivale alla fine di una maledizione.

La rete decisiva realizzata da Gignac

Gignac ha vinto il titolo di capocannoniere della Champions League (sei gol realizzati) ed è stato nominato miglior giocatore del torneo. Per lui, si tratta dell’ennesimo riconoscimento personale: nel 2016, per esempio, ha vinto il Pallone d’Oro per il miglior giocatore della Liga MX ed è stato eletto miglior attaccante dell’intera Concacaf; sempre nel 2016 e poi nel 2019 è stato il miglior marcatore della Liga MX; da quando è arrivato lui, i Tigres hanno vinto per quattro volte il campionato e tre edizioni della Supercoppa, una striscia incredibile di successi considerando che fino al 2015 la bacheca della società era molto scarna, conteneva solo cinque trofei, tra cui tre campionati nazionali. Insomma, Gignac ha cambiato in meglio la storia della sua squadra e la sua storia personale, e ora ha chiuso il cerchio con la Champions League, dopo tante delusioni a un passo dal traguardo. Al termine della finale contro Los Angeles – che, tra l’altro, l’ha visto trionfare pure nello scontro diretto contro Carlos Vela, un idolo assoluto per gli appassionati di calcio messicani – l’attaccante francese ha detto che «finalmente è arrivato il nostro momento, finalmente abbiamo vinto questa cazzo di coppa». Ci teneva moltissimo, era ed è evidente.

In realtà, però, il percorso non è ancora finito. Gignac e i suoi Tigres, ora, sono attesi da un ultimo grande appuntamento da vivere insieme: il Mondiale per Club che si terrà a febbraio, in Qatar. La squadra messicana affronterà il Bayern Monaco campione d’Europa, l’Al-Ahly campione d’Africa, l’Ulsan Hyunday campione d’Africa; a fine gennaio, poi, si concluderà la Copa Libertadores, e allora si conoscerà anche il nome del club campione del Sudamerica. Gignac ha detto che «sarà bellissimo affrontare le migliori squadre di tutti i continenti», e il fatto che lui possa farlo da simbolo del calcio messicano, anche se acquisito, rende tutto ancora più speciale.