I tifosi del Nantes non hanno preso bene l’arrivo in panchina di Domenech

Ma in realtà ce l'hanno soprattutto con Waldemar Kita, presidente del club.

Il ritorno di Raymond Domenech sulla panchina di una squadra di club, 27 anni dopo il termine della sua esperienza con il Lione e l’ingresso nei quadri federali – dai quali sarebbe uscito solo nel 2010, dopo il pessimo Mondiale sudafricano come ct della Francia –, è l’ennesima scelta controversa di Waldemar Kita, presidente del Nantes. Il club gialloverde è 16esimo in classifica, ha tre punti di vantaggio sulla zona retrocessione ed è reduce da stagioni anonime – mai oltre il settimo posto dal ritorno in Ligue 1, nel 2013. L’arrivo dell’ex tecnico della Nazionale, nonché ex presidente dell’assoallenatori francese, sembra effettivamente un tentativo estremo di invertire una rotta già segnata in senso negativo. Tra l’altro, prima di poter accettare l’offerta del Nantes, Domenech ha dovuto chiedere una deroga all’ente da lui stesso presieduto, pochi anni dopo un primo rifiuto opposto a un analogo provvedimento chiesto da Claudio Ranieri, allora 65enne ingaggiato per guidare proprio il Nantes. Era il 2017, e Domenech si era espresso in maniera negativa sul fatto che un tecnico così anziano potesse allenare in Ligue 1 («non concederemmo la deroga neanche se fosse un tecnico francese»). In seguito, lui e l’associazione allenatori hanno deciso di fare marcia indietro, e oggi quel precedente si è rivelato favorevole per lo stesso Domenech, che compirà 69 anni il 24 gennaio 2021 ed è diventato allenatore del Nantes.

È una situazione difficile per tutti, e ora sono entrati in scena anche i tifosi. In occasione del primo allenamento guidato da Domenech al centro sportivo del Nantes, è partita una durissima contestazione nei confronti del presidente – ma anche del nuovo tecnico. In un video pubblicato dalla testata locale France Bleu Loire Océan, c’è la testimonianza di quanto avvenuto prima e durante la seduta: un impianto audio installato sul tetto di un’auto parcheggiata a pochi metri dal campo ha diffuso slogan di dissenso e musica da circo. Non si è trattata di una scelta a caso: la gestione di Kita è stata infatti definita «un circo» dai tifosi gialloverdi; dopo è partito anche l’attacco a Domenech: «Il circo di Kita è lieto di presentare un nuovo pagliaccio, una nuova marionetta: è Domenech, il 17esimo allenatore in tredici anni. Ora Domenech ci mostrerà la sua visione di calcio, che sicuramente ci farà ridere nei prossimi weekend». Neanche i giocatori sono stati risparmiati: «Il Kita Circus continuerà a offrire il suo tradizionale numero di animali: undici capre si passeranno la palla su un rettangolo verde, uno spettacolo che dura da 13 anni, per far rdere grandi e piccini».

Insomma, la tensione a Nantes e intorno al Nantes è decisamente alta. Come detto sopra, il cambio in panchina tra Domenech e Gourcuff è stato il 17esimo negli ultimi tredici anni, uno dei periodi più difficili nella storia del club gialloverde – vincitore di otto titoli nazionali, l’ultimo nel 2001, l’anno a cui bisogna risalire per ritrovare la partecipazione dei canarini a una coppa europea – la Champions League della stagione successiva. Da allora poi il Nantes è retrocesso per due volte in seconda divisione, e neanche gli arrivi di allenatori stranieri riconoscibili su scala continentale – il già citato Ranieri, Sergio Conçeiçao – sono riusciti a invertire la tendenza: il Nantes non riesce da tempo a costruire una squadra competitiva, gli investimenti sul mercato sono sempre stati minimi, anzi i (pochi) talenti scovati e/o allevati nel corso degli ultimi anni – Veretout, Harit, lo sfortunato Emiliano Sala, Diego Carlos – sono stati inevitabilmente venduti a club con una visione più ambiziosa. I tifosi, evidentemente, hanno paura che anche Domenech sia l’ennesimo nome di facciata, una sorta di uomo-tappeto sotto il quale nascondere l’assenza di una reale progettualità tecnica. All’ex ct il compito di cambiare questa visione, di ribaltare la contestazine, con risultati positivi o comunque migliori di quelli ottenuti finora. Non sarà facile, in un clima così avvelenato.