In Germania i parrucchieri stanno litigando con i calciatori

Perché continuano a farsi tagliare i capelli, mentre i saloni sono chiusi per la pandemia.
di Redazione Undici 13 Gennaio 2021 alle 11:19

La pandemia da Coronavirus ha cambiato e sta continuando a cambiare le nostre abitudini in maniera netta, profonda. Praticamente tutto ciò che prima facevamo a cuor leggero, ora è diventato un atto soggetto a possibili restrizioni governative. Un esempio banale riguarda i saloni di barbieri e parrucchieri, che in Italia sono stati chiusi per diversi mesi e ora lavorano solo su prenotazione, e rispettando i protocolli sanitari. In Germania, invece, questa categoria di negozi è di nuovo soggetta a chiusure totali dallo scorso 16 dicembre, e proprio per questo i rappresentanti del settore sono entrati nell’arena – sempre aperta e sempre viva – della polemica calcistica. Secondo l’Associazione Centrale del Commercio Tedesco dei Parrucchieri (ZV), infatti, molti giocatori della Bundesliga starebbero danneggiando gli acconciatori perché continuano a farsi tagliare i capelli nonostante ci siano queste restrizioni, e così stanno favorendo il lavoro clandestino a domicilio.

Il fronte è stato aperto con una lettera aperta indirizzata a Fritz Keller, presidente della Federcalcio tedesca, in cui i calciatori di Bundes vengono criticati duramente: «È con grande stupore che abbiamo dovuto scoprire in questi giorni che la maggior parte dei calciatori professionisti si è presentata in campo con i capelli appena tagliati: testa rasata, collo e tempie rifilate di pochi millimetri, contorni netti. Acconciature che solo i parrucchieri professionisti possono realizzare, tra l’altro con attrezzature e strumenti di precisione. È evidente che si siano rivolti a degli acconciatori professionisti per un servizio a domicilio, e questo mette sotto pressione un intero settore, perché viola i regolamenti in atto e alimenta il lavoro clandestino». Come detto, circa 80mila saloni di parrucchieri e barbieri sono chiusi in Germania dal 16 dicembre 2020, secondo indicazione del governo per combattere la pandemia; i regolamenti varati un mese, inoltre, fa vietato espressamente anche il servizio di barbiere a domicilio.

Molti giornali, tra cui anche lo Spiegel, hanno riportato alcuni stralci della lettera. Proprio lo Spiegel ha richiesto alla ZV un’ulteriore conferma rispetto alle motivazioni che hanno spinto i parrucchieri a iniziare questa battaglia: l’associazione ha spiegato che «i calciatori rappresentano un modello, un esempio da seguire per molte persone, quindi è ancora più grave che violino le regole di fronte all’intera nazione». La ZV riunisce circa 260 associazioni di barbieri e parrucchieri tedeschi, quindi rappresenta gli interessi economici e politici del settore dell’acconciatura nei confronti del governo, del parlamento, dei ministeri e delle autorità a livello federale. Proprio per questo, la lettera si conclude con un appello alla DFB per mostrare solidarietà verso questo comparto produttivo in crisi, e prendere posizione contro il lavoro illegale.

>

Leggi anche

Calcio
Ci sono delle app che permettono di giocare a calcio anche senza essere tesserati per i club, e stanno diventando sempre più popolari
Nate dopo il Covid per la voglia delle persone di tornare a giocare, sono diventate un punto di riferimento soprattutto nelle grandi città francesi
di Redazione Undici
Calcio
Semih Kilicsoy è una grande sorpresa, ma non è esattamente sbucato fuori dal nulla
L'attaccante del Cagliari, grande rivelazione degli ultimi turni di campionato del 2025, è uno dei talenti più interessanti prodotti dal calcio turco.
di Redazione Undici
Calcio
La Coppa d’Africa ha un grande problema: gli stadi sono mezzi vuoti nonostante i biglietti risultino sold out
Si sono quindi creati dei casi paradossali, come nell'esordio dell'Algeria dove c'erano quasi diecimila persone in meno rispetto a quelle previste
di Redazione Undici
Calcio
Il progetto Insuperabili e il grande potere del calcio come inclusione
Intervista a Davide Leonardi, che dal 2012 è un punto di riferimento per gli atleti diversamente abili: così, insieme a BMW, lo sport diventa un mezzo di integrazione.
di Redazione Undici