Boulaye Dia tre anni fa faceva l’elettricista, oggi è il capocannoniere della Ligue 1

Il centravanti del Reims, autore di 12 gol nella prima parte di stagione, è destinato a trasferirsi in un club di livello superiore.

Sembra incredibile nel calcio ipertrofico di oggi, eppure uno dei capocannonieri dei cinque campionati top in Europa non aveva mai giocato da professionista prima di compiere 21 anni. Si tratta di Boulaye Dia, centravanti senegalese del Reims. Fino al 2018, la sua sembrava una storia comune a tanti calciatori amatoriali: allenamenti part-time, gare nel weekend e giorni feriali passati al lavoro, nel suo caso come elettricista nei cantieri edilizi – come ha raccontato anche il Times in questo articolo. Poi però le cose sono cambiate molto velocemente: un anno dopo il passaggio al Jura Sud, club della quarta divisione francese – la stessa categoria in cui, per intenderci, militano le squadre riserve del Marsiglia, del Lione ecc. – è arrivata la chiamata del Reims, che l’ha portato in Ligue 1. La prima stagione, quella interrotta a marzo per via della pandemia, è servita come ambientamento (sette reti in 24 gare, di cui 21 da titolare); l’annata in corso è invece quella dell’esplosione definitiva come attaccante forte ma scattante, fisicato ma agile, magari non elegantissimo dal punto di vista tecnico, ma estremamente funzionale quando si arriva al dunque, quando si deve tirare in porta e fare gol. Finora Dia ha siglato 12 realizzazioni in 18 gare, la stessa quota di un fenomeno planetario come Kylian Mbappé (che però ha giocato due partite in meno).

L’ascesa di Dia sembra davvero irrefrenabile, come le sue corse quando si lancia in campo aperto, e a quel punto è quasi impossibile tenerlo. Se escludiamo i calci di rigore, praticamente tutti i gol di Dia sono arrivati al termine di una progressione palla al piede, di una sorta di sfondamento rugbistico portato per vie centrali; giusto l’ultima rete realizzata al Saint-Etienne è il frutto della grande azione di un compagno, per la precisione del centrocampista Xavier Chavalerin, bravo a trovarlo a centro area con un cross dalla sinistra. Questo individualismo è la caratteristica più evidente e forse migliore del suo gioco: dal nulla, Dia riesce a creare un’occasione per segnare, per rialzare la sua squadra da vere e proprie secche creative – il Reims è 15esimo in classifica e non ha grandi talenti, secondo Transfermarkt il giocatore più prezioso della rosa, ovviamente dopo Dia, è il 25enne portiere serbo Predrag Rajkovic. Insomma, siamo di fronte a un attaccante con grandi misure atletiche e buonissima lettura delle situazioni, ma anche di un calciatore che deve ancora dimostrare di poter giocare in un contesto più complicato, in una squadra più sofisticata. I margini di crescita, soprattutto dal punto di vista tecnico, sono però davvero promettenti: in diverse azioni l’altissima velocità di gambe si coniuga a un buon controllo del pallone nello stretto, e anche la capacità di coordinazione è davvero di alto livello. Un suo compagno di Nazionale che se ne intende, Sadio Mané, ha confidato ai giornalisti che «Boulaye non resterà a Reims a lungo».

In effetti, il nome di Boulaye Dia è al centro delle cronache di mercato, del resto siamo a gennaio e molte squadre cercano una prima punta. Si parla di Inghilterra, di West Ham per la precisione, e anche lo stesso giocatore ha dichiarato che «si tratterebbe di una bella esperienza». In realtà sarebbe (quasi) un ritorno, dato che nel suo percorso pre-professionistico ha tentato anche di farsi tesserare in Galles, grazie a un suo amico che giocava con l’Airbus UK Broughton. Quel trasferimento non è andato a buon fine, come tanti altri nella sua carriera: a 12 anni, infatti, Dia non riuscì a partecipare a un provino con il Saint-Etienne; dopo qualche anno è stato in prova con il Lione ma poi fu scartato. Anche la svolta della sua carriera è stata davvero particolare: quando giocava in quarta divisione, un agente francese (Frederic Guerra) gli ha fatto firmare un contratto di procura in un ristorante McDonald’s. Nessuno poteva immaginare che questa storia così complicata, così tortuosa, fosse il preludio a un’esplosione di questa portata, a un trasferimento in Premier League, o comunque in una squadra molto più forte del Reims, che ora è davvero molto probabile. Anzi, praticamente inevitabile.