Che cosa sta succedendo con i Giochi Olimpici di Tokyo?

C’è confusione: c’è chi sostiene potrebbero essere rinviate ancora, o annullate.

Tra sei mesi esatti, il 23 luglio 2021, dovrebbe tenersi la cerimonia inaugurale dei Giochi Olimpici Tokyo 2020, che hanno mantenuto lo stesso naming nonostante lo slittamento di un anno dovuto alla pandemia da Coronavirus. Qualcuno, però, sta iniziando a sollevare perplessità sul fatto che l’evento – la cerimonia e poi, ovviamente, le gare – possa tenersi come da calendario. Si tratta del Times, autorevole quotidiano britannico, che ha annunciato la volontà, da parte del governo giapponese, di cancellare definitivamente le Olimpiadi. Secondo il Times, una fonte interna alla maggioranza di Tokyo avrebbe confidato che l’esecutivo sta mettendo a punto una exit strategy per annullare questa edizione e per far disputare i Giochi nella capitale giapponese nelle prossime finestre disponibili, ovvero quella del 2032 o del 2036 – nel 2024 e nel 2028 le Olimpiadi sono già stati assegnate, si terranno a Parigi e Los Angeles, rispettivamente.

La notizia ha fatto ovviamente il giro del mondo in pochi secondi, ma poi però da Tokyo sono arrivate subito le smentite. In una dichiarazione ufficiale, il comitato organizzativo dei Giochi ha confermato l’impegno del primo ministro giapponese, Yoshihide Suga, e di tutti i suoi collaboratori, perché le Olimpiadi possano svolgersi come da calendario, e che sono in corso delle riunioni per garantire sicurezza assoluta per tutte le gare e tutte le attività legate all’evento. «Tutti i nostri partner», si legge nella nota, «tra cui il governo nazionale, il governo metropolitano di Tokyo e il Comitato Olimpico Internazionale, sono completamente concentrati sull’organizzazione dei Giochi. Ci auguriamo che la vita quotidiana possa tornare alla normalità il prima possibile, e continueremo a fare ogni sforzo per prepararci per un evento sicuro e protetto».

Un’ulteriore conferma di questa volontà politica, che quindi rafforza la smentita rispetto alle notizie del Times, è arrivata dopo che il premier Suga, durante una seduta del Parlamento giapponese, ha affermato che «i Giochi saranno un simbolo dell’umanità che supera il nuovo coronavirus e un’opportunità per mostrare al mondo la ricostruzione del Giappone dopo il devastante terremoto del 2011 e lo tsunami. Siamo determinati a lavorare a stretto contatto con il governo metropolitano di Tokyo, il comitato organizzatore di Tokyo 2020 e il CIO per realizzare un’Olimpiade sicura e protetta».

Secondo quanto riportato dalla CNN, anche altri funzionari non governativi hanno confermato che i Giochi si faranno: Matt Carroll, CEO del Comitato Olimpico Australiano, ha detto che «le voci riportate dal Times sono infondate, anzi creano solo più ansia negli atleti»; David Shoemaker, del Comitato Olimpico canadese, ha spiegato di non aver ricevuto «nessuna comunicazione in merito all’annullamento delle Olimpiadi: abbiamo fiducia che si svolgeranno in modo sicuro e con successo, dato ciò che è stato appreso nello sport negli ultimi mesi e l’enfasi che il CIO e il Comitato Organizzatore di Tokyo 2020 hanno posto sulle contromisure per il Covid-19». Poche ore prima che il Times pubblicasse le proprie notizie, anche Thomas Bach, presidente del Comitato Olimpico Internazionale dal 2013, ha spiegato che «i Giochi si terranno a Tokyo nelle date stabilite: non esiste un piano B e non c’è motivo per dubitarne». Queste parole sono state riportate dall’agenzia giapponese Kyodo, la stessa agenzia che però ha anche diffuso i risultati di un sondaggio popolare in cui i cittadini nipponici si sono detti favorevoli a un annullamento definitivo dei Giochi (il 35%) oppure a un ulteriore slittamento (44%).

È plausibile che le notizie filtrate da Tokyo e riportate dal Times siano collegate a questo timore latente nell’opinione pubblica giapponese, timore che potrebbe aver contagiato anche il governo, ma anche altri leader sportivi e politici si stanno interrogando sull’opportunità che i Giochi si svolgano regolarmente a Tokyo. Tra questi c’è il primo ministro australiano Scott Morrison, che in un’intervista citata dal Guardian ha spiegato come «la situazione legata alla pandemia in Giappone, in questo momento, sia diversa rispetto all’inverno scorso. Posso capire che questo eserciti una forte pressione sul governo e sul primo ministro giapponese: qualsiasi istituzione politica ha il dovere, penso, di mettere la salute e la sicurezza delle persone al primo posto. È vero anche che la cancellazione sarebbe molto deludente per il popolo giapponese, che attendeva con trepidazione questo evento».

Anche Robert Maes, esperto di marketing sportivo che secondo il Guardian ha lavorato con oltre 30 comitati olimpici all’organizzazione di eventi sportivi, ha espresso le proprie perplessità: «Credo sia folle pensare di organizzare i Giochi a Tokyo: in città c’è un aumento esplosivo dei casi di virus e della loro gravità e, a causa della mancanza di test, i numeri reali sono sicuramente sottostimati. La stragrande maggioranza del pubblico afferma di non volere le Olimpiadi. Gli eventi di test devono essere annullati. Molte delle persone con cui parlo sono sempre più scettiche. Non lo diranno pubblicamente ma è vero. E anche gli sponsor hanno deciso di sposare il silenzio totale: nessuna manifestazione pubblica, anche perché non vogliono compromettersi se le cose, a luglio, dovessero andare storte».