Il West Ham, finalmente

Il quarto posto in Premier League forse è una sorpresa, di certo non è un caso. E il merito è tutto di David Moyes.

Probabilmente la notizia più significativa per il West Ham non è il quarto posto in classifica, la miglior posizione raggiunta negli ultimi anni, frutto di quattro vittorie consecutive dall’inizio del 2021 (che diventano sei se consideriamo anche le altre competizioni). No, la notizia più significativa sono le parole del manager David Moyes, che al termine della gara in trasferta contro il Crystal Palace (3-2) ha detto di voler costruire «un progetto a lungo termine, qualcosa di veramente importante. Stiamo migliorando molto come squadra, ma questo non mi renderà stupido, non mi farà esagerare: al West Ham è capitato spesso, in passato, di esaltarsi troppo e alla fine si è trattato di un errore. Io ho fiducia in questa squadra, nei miei giocatori, ma dobbiamo continuare a migliorare, e parte del mio lavoro è proprio questo: aumentare le aspettative e la dimensione del mio club».

È un manifesto programmatico interessante, considerando che il West Ham ha iniziato tante stagioni con grandi ambizioni, e poi puntualmente le ha chiuse in modo mediocre. L’attuale quarto posto (una situazione momentanea: Liverpool e Tottenham devono recuperare delle partite, e quindi potrebbero superare gli Hammers), proprio in virtù di questa storica disillusione, rappresenta dunque una piccola impresa. Un’impresa a sorpresa, forse. Ma non un caso: è da un anno che il progetto di Moyes, iniziato in maniera quasi accidentale (l’ex manager di Everton e Manchester United è subentrato a Manuel Pellegrini il 28 dicembre 2020), sta facendo crescere la squadra londinese in tutti gli aspetti, non solo dal punto di vista dei risultati. Basta guardare l’andamento delle ultime sessioni di mercato: dopo tanti anni di investimenti privi di una visione, soprattutto su attaccanti dal rendimento poi discutibile (restando agli ultimi cinque anni, possiamo citare Jelavic, Zaza, André Ayew, Felipe Anderson, Arnautovic), Moyes ha lavorato in maniera lineare, incassando delle cifre molto alte per sfoltire la rosa e per acquistare elementi funzionali alla propria idea di calcio. Dopo anni di passivi imbarazzanti, il West Ham ha chiuso il mercato estivo 2020 con un guadagno di oltre 17 milioni di euro.

Con il passare dei mesi, poi, il manager ha trovato l’assetto giusto e ha modellato ulteriormente la rosa in base alle sue esigenze: il primo sistema di gioco utilizzato in questa stagione prevedeva la difesa a tre e lo sfruttamento della fisicità di Haller in avanti. Poi però Moyes ha deciso di puntare su un altro modulo (il 4-2-3-1) e su un attaccante dalle caratteristiche diverse, Michail Antonio, e allora sul mercato ha preferito cedere Haller (passato all’Ajax nella finestra invernale) e incassare 22 milioni di euro piuttosto che tenere in rosa un giocatore meno funzionale al gioco della squadra.

I gol di Crystal Palace-West Ham 2-3, la sesta vittoria degli Hammers in sei partite giocate nel 2021

Lo stesso ragionamento è stato fatto a inizio stagione con Felipe Anderson, ceduto al Porto quando la Premier era già iniziata. Moyes ha infatti individuato un gruppo da valorizzare, ha lavorato su quello e ora sta raccogliendo dei dividendi importanti: Declan Rice e Tomas Soucek (miglior realizzatore della squadra con sette gol in tutte le competizioni) formano una delle coppie di centrocampo più complete e promettenti d’Inghilterra, al punto da confinare in panchina l’idolo dei tifosi, il 33enne Mark Noble; soprattutto il mediano ceco preso dallo Slavia Praga sta dimostrando di essere un calciatore completo, efficace in tutte le fasi di gioco, un elemento pronto per un ruolo da protagonista in una squadra che partecipa regolarmente alle coppe europee; Cresswell, Ogbonna e il già citato Antonio sono stati rivitalizzati dal nuovo corso, e ora sono degli elementi centrali nel progetto tattico di Moyes; dopo una prima stagione davvero anonima, Pablo Fornals ha ricominciato a mostrare il suo innegabile talento, tra l’altro in un ruolo tutto nuovo, sulla fascia sinistra; anche gli altri giocatori creativi, Benrahma, Bowen, Lanzini e Yarmolenko, hanno dato un contributo importante, seppure a intermittenza.

Insomma, il West Ham in lotta per le coppe europee è una squadra costruita e allenata in maniera intelligente, realistica. Senza fare compromessi con il nome di richiamo. È come se Moyes avesse ritrovato, tutte insieme, le doti che ai tempi dell’Everton lo resero uno dei manager più promettenti della sua generazione. L’esperienza (molto) negativa allo United sembrava aver azzerato la sua reputazione e le sue possibilità, considerando anche le pessime avventure successive, alla Real Sociedad e al Sunderland, ma la sensazione è che il matrimonio con il club londinese si sia consumato nella maniera giusta, nel momento giusto. È innegabile che stia giovando a entrambi, a lui e al West Ham. In un articolo pubblicato da The Athletic a fine 2020, ci sono delle dichiarazioni interessanti di una fonte interna al club, che ha spiegato come Moyes stia manifestando «un’attenzione ai dettagli e un’ambizione di migliorare ogni aspetto del club che fanno la differenza rispetto al passato: la squadra sta rispondendo bene ai suoi stimoli, si respira un clima di fiducia e di ottimismo che da tempo mancava nel West Ham».

In effetti, da anni la società londinese era alla ricerca di un progetto che potesse ricreare entusiasmo in un ambiente frustrato dalle scelte societarie, prima tra tutte il trasferimento da Upton Park al London Stadium. La proprietà di David Gold e David Sullivan ha risanato i debiti e stabilizzato la squadra in Premier League, ma finora non era ancora riuscita a far breccia nel cuore dei fan attraverso i risultati, l’unico modo per far dimenticare quella che i tifosi più ortodossi, più legati alle tradizioni, hanno definito come «la cancellazione della nostra identità storica». Ora, però, le cose potrebbero essere destinate a cambiare: il London Stadium non può ancora riempirsi a causa della pandemia, quindi non abbiamo un “termometro” per capire se l’atmosfera intorno agli Hammers sia migliorata. Ma di certo siamo di fronte al momento più promettente nella storia recente del club. E la sensazione è che Moyes e i suoi giocatori vogliano e possano fare ancora di più in futuro, anzi il manager scozzese l’ha detto chiaramente: il quarto posto di oggi è l’inizio, non la fine di un percorso.