Come potrebbe essere la nuova Super Champions League

Dal 2024, potrebbe scomparire la fase a gironi per come la conosciamo.

La rivoluzione della Champions League e delle altre coppe europee non potrà avvenire prima del 2024, alla scadenza del contratto televisivo che attualmente regola il format delle competizioni Uefa. Ma in realtà i cambiamenti sono già in fase di allestimento, anche perché ci sono da contenere la voglia e la minaccia di Superlega europea che aleggiano da anni sul calcio europeo, e quindi la trasformazioni dovranno essere molto profonde. Secondo quanto riportato da molti quotidiani di grande prestigio, tra cui il Telegraph e il Guardian, la Uefa avrebbe già costruito e inviato una proposta ai top club, quelli più interessati a giocare un maggior numero di partite internazionali: la creazione di una Super Champions League con una fase a gironi molto diversa, più lunga e più ampia, rispetto a come la conosciamo.

Secondo queste indiscrezioni, nella riunione di venerdì 5 febbraio 2021 si discuterà questo nuovo format: l’idea sarebbe di ammettere 36 squadre al tabellone principale del torneo (contro le 32 attuali) e di garantire a tutti i club un minimo di dieci partite nella prima fase, quella che normalmente si gioca da settembre a dicembre. Non è ancora chiarissimo come si determinerebbe la classifica di questo torneo autunnale, si parla di un seeding unico con le prime sedici qualificate alla fase ad eliminazione diretta, ma il punto fondamentale non è questo, piuttosto la necessità garantire un maggior numero di gare e quindi introiti più elevati ai top club che riusciranno a qualificarsi alla Champions. Anche sui criteri d’accesso potrebbero esserci dei cambiamenti: da anni, i top club europei auspicano l’istituzione di un modello come quello della NBA o al limite dell’Eurolega di basket, per cui tutte o alcune squadre sono certe di partecipare alla competizione più importante grazie al loro prestigio, ai risultati del passato – creando, quindi, una sorta di torneo a invito e/o di una wild card permanente per alcune società. La Uefa avrebbe messo a punto un sistema leggermente diverso: i migliori campionati europei potrebbero arrivare a qualificare sei squadre per la nuova Super Champions League, quattro tramite il posizionamento in campionato più altre due in base a un ranking costruito sulle prestazioni storiche. Per chiarire meglio questo punto, il Telegraph ha fatto un esempio calibrato sulla Premier League: le prime quattro classificate sarebbero qualificate automaticamente al tabellone principale di Champions League, ma se il Manchester United o il Liverpool finissero al quinto o al sesto posto potrebbero partecipare comunque alla manifestazione in virtù della loro storia; se invece finissero dal settimo posto in giù, non potrebbero giocare le competizioni europee nella stagione successiva.

La riforma coinvolgerebbe anche le altre due competizioni europee – l’Europa League e la neonata Conference League, che dovrebbe partire nella prossima stagione. Con la Champions League a 36 squadre, gli altri due tornei rimarrebbero a 32 partecipanti. Ma il cambio dei criteri di accesso alla Super Champions potrebbe determinare uno scenario per cui ci sarà una sola squadra di un grande campionato in Europa League: i posti nelle competizioni europei sarebbero comunque limitati, non più di sette per ogni nazione, e quindi oltre alle sei ipotetiche squadre in Champions ci sarebbe solo un altro slot a disposizione. In questo modo, la Champions avrebbe un tabellone complessivo di 225 partite, rispettando in qualche modo le richieste dei top club. Ovviamente l’aumento delle gare internazionali influirà anche sulla durata dei campionati nazionali, che inevitabilmente dovrebbero ridimensionarsi – passando da venti a diciotto squadre, per esempio. Anche altre competizioni potrebbero essere travolte da questa riforma, una su tutte la Coppa di Lega inglese: il presidente Uefa Aleksandar Ceferin, non a caso, ha detto che «sarebbe meglio per tutti» se quella competizione fosse abbandonata.