Le prime parole di Joan Laporta come nuovo presidente del Barcellona

Ha parlato di Messi, ovviamente, ma anche di Cruijff e del futuro del club blaugrana.
di Redazione Undici 08 Marzo 2021 alle 14:47

Joan Laporta è stato eletto per la seconda volta presidente del Barcellona. Nelle elezioni del 7 marzo, è risultato il candidato più votato con 30.184 preferenze, quasi il doppio di Victor Font e 20mila in più rispetto a Toni Freixa, dirigente sotto la presidenza di Josep Maria Bartomeu. Come detto, per Laporta è un ritorno nel ruolo di guida dell’istituzione blaugrana: era stato eletto una prima volta nel 2003, poi ha lasciato nel 2010; da allora, e fino al 2012, ha servito come deputato al Parlamento della Catalogna. La prima era-Laporta è stata una delle più vincenti nella storia del club: nel 2006 il Barça ha vinto la sua seconda Coppa dei Campioni/Champions League dopo quella del 1992, poi nel 2009 è arrivato l’incredibile Sextuple, vale a dire la vittoria di sei trofei in un anno solare, con Guardiola in panchina e Lionel Messi in campo.

Proprio Lionel Messi è stato il personaggio al centro di queste elezioni, forse anche più del vincitore. Per la prima volta, infatti, il fuoriclasse argentino si è presentato al seggio e ha espresso la sua preferenza – era ed è considerato un sostenitore proprio di Laporta – dopo essere stato l’uomo su cui il neopresidente ha fondato la sua campagna elettorale: Laporta, infatti, aveva promesso che avrebbe lavorato al rinnovo del contratto di Messi, in scadenza a giugno 2021, e subito dopo l’ufficializzazione della sua vittoria ha spiegato come la partecipazione alle votazioni «sia un segnale del fatto che Leo ami profondamente il Barça: spero possa essere un segnale di continuità e che lui resti in questo club, è quello che vogliamo tutti».

Per Laporta, queste elezioni sono state «una festa della democrazia, anche perché i soci che hanno partecipato (poco più di 55mila, la metà degli aventi diritto secondo lo statuto societario, ndr) hanno dimostrato che questo club è come una famiglia. Siamo riusciti a creare le condizioni per votare anche in un momento molto difficile come questo segnato dalla pandemia, perciò il mio ringraziamento va a tutti gli operatori, i volontari, il consiglio di amministrazione, anche i candidati che mi hanno sfidato e affiancato in questo lungo percorso».

Nel suo discorso, Laporta ha citato Johan Cruijff, definendolo «un’ispirazione per tutte le nostre decisioni, per questa candidatura Cruijffista e quindi profondamente barcelonista»; poi ha parlato del futuro del Barça, del fatto che «il club dovrà tornare a essere sostenibile, alla gloria sportiva ed economica: ci attendono sfide difficili in questo senso, ma dobbiamo affrontarle con umiltà, coraggio, serietà, evitando catastrofismi». A proposito della sfida di Champions contro il Psg, in cui la squadra di Koeman dovrà provare a rimontare il 4-1 subito al Camp Nou, Laporta ha detto: «Andiamo a Parigi e vediamo se è possibile rimontare».

>

Leggi anche

Calcio
Monica De Gennaro ha vinto TUTTO quello che si può vincere nella pallavolo mondiale, sia con i club che con la Nazionale
La medaglia d'oro ai Mondiali era l'unico titolo che mancava al libero dell'Italia. E ora quel vuoto è stato colmato.
di Redazione Undici
Calcio
Per fronteggiare la crisi economica, diversi club francesi si stanno convertendo all’azionariato popolare
Guingamp, Sochaux, Nancy, Bastia, e all'orizzonte ci sono anche Bordeaux e Saint-Etienne: in Francia, ormai, quello dei tifosi/soci è un vero e proprio trend.
di Redazione Undici
Calcio
L’Inghilterra sta usando come raccattapalle i suoi giovani talenti, in modo che partecipino alle partite della Nazionale e non si lascino “sedurre” dal altre Federazioni
Il 75% degli Under 15 eleggibili per le nazionali del Tre Leoni potrebbe giocare anche per un altro paese
di Redazione Undici
Calcio
Contro l’Estonia, l’Italia di Gattuso ha trovato ciò di cui aveva bisogno: tanti gol, un po’ di entusiasmo e di consapevolezza
Il ciclo precedente aveva lasciato la Nazionale in mezzo alle macerie, ma la verità è che la squadra azzurra ha una discreta base per ricostruire se stessa.
di Redazione Undici