Le prime parole di Joan Laporta come nuovo presidente del Barcellona

Ha parlato di Messi, ovviamente, ma anche di Cruijff e del futuro del club blaugrana.

Joan Laporta è stato eletto per la seconda volta presidente del Barcellona. Nelle elezioni del 7 marzo, è risultato il candidato più votato con 30.184 preferenze, quasi il doppio di Victor Font e 20mila in più rispetto a Toni Freixa, dirigente sotto la presidenza di Josep Maria Bartomeu. Come detto, per Laporta è un ritorno nel ruolo di guida dell’istituzione blaugrana: era stato eletto una prima volta nel 2003, poi ha lasciato nel 2010; da allora, e fino al 2012, ha servito come deputato al Parlamento della Catalogna. La prima era-Laporta è stata una delle più vincenti nella storia del club: nel 2006 il Barça ha vinto la sua seconda Coppa dei Campioni/Champions League dopo quella del 1992, poi nel 2009 è arrivato l’incredibile Sextuple, vale a dire la vittoria di sei trofei in un anno solare, con Guardiola in panchina e Lionel Messi in campo.

Proprio Lionel Messi è stato il personaggio al centro di queste elezioni, forse anche più del vincitore. Per la prima volta, infatti, il fuoriclasse argentino si è presentato al seggio e ha espresso la sua preferenza – era ed è considerato un sostenitore proprio di Laporta – dopo essere stato l’uomo su cui il neopresidente ha fondato la sua campagna elettorale: Laporta, infatti, aveva promesso che avrebbe lavorato al rinnovo del contratto di Messi, in scadenza a giugno 2021, e subito dopo l’ufficializzazione della sua vittoria ha spiegato come la partecipazione alle votazioni «sia un segnale del fatto che Leo ami profondamente il Barça: spero possa essere un segnale di continuità e che lui resti in questo club, è quello che vogliamo tutti».

Per Laporta, queste elezioni sono state «una festa della democrazia, anche perché i soci che hanno partecipato (poco più di 55mila, la metà degli aventi diritto secondo lo statuto societario, ndr) hanno dimostrato che questo club è come una famiglia. Siamo riusciti a creare le condizioni per votare anche in un momento molto difficile come questo segnato dalla pandemia, perciò il mio ringraziamento va a tutti gli operatori, i volontari, il consiglio di amministrazione, anche i candidati che mi hanno sfidato e affiancato in questo lungo percorso».

Nel suo discorso, Laporta ha citato Johan Cruijff, definendolo «un’ispirazione per tutte le nostre decisioni, per questa candidatura Cruijffista e quindi profondamente barcelonista»; poi ha parlato del futuro del Barça, del fatto che «il club dovrà tornare a essere sostenibile, alla gloria sportiva ed economica: ci attendono sfide difficili in questo senso, ma dobbiamo affrontarle con umiltà, coraggio, serietà, evitando catastrofismi». A proposito della sfida di Champions contro il Psg, in cui la squadra di Koeman dovrà provare a rimontare il 4-1 subito al Camp Nou, Laporta ha detto: «Andiamo a Parigi e vediamo se è possibile rimontare».