Haaland ha una media gol senza senso in Champions League

Il centravanti norvegese del Borussia Dortmund sta polverizzando qualsiasi record di precocità.

Se il Borussia Dortmund è tornato ai quarti di finale di Champions League quattro anni dopo l’ultima volta – nel 2017, la squadra guidata dal tecnico Thomas Tuchel e da giocatori come Ousmane Dembélé, Pierre-Emerick Aubameyang e Christian Pulisic fu eliminata dal Monaco – gran parte del merito va ascritto a Erling Haaland. Il centravanti norvegese ha segnato altri due gol al Siviglia nel return match degli ottavi di finale, dopo che un’altra sua doppietta aveva permesso al BvB di vincere per 3-2 la gara giocata in Andalusia (il primo dei tre gol del Borussia è stato realizzato da Dahoud). Grazie a queste marcature, Haaland è salito a quota 31 gol in tutte le competizioni stagionali, per uno score totale di 47 reti in 47 partite da quando è diventato un giocatore del Borussia Dortmund, a gennaio 2020.

La media spaventosa di Haaland diventa addirittura disumana se permietrata nella sola Champions League. Nonostante debba ancora compiere 21 anni (li festeggerà il prossimo 21 luglio), il centravanti norvegese sembra esprimersi addirittura meglio nelle gare internazionali rispetto a quelle domestiche. Non a caso, infatti, la sua media gol in Bundesliga e Coppa di Germania (34 reti in 38 partite da quando gioca a Dortmund) è straordinaria, ma è addirittura peggiore di quella relativa alla Champions League (12 gol in otto gare con il Borussia). Se a questi 12 gol aggiungiamo anche quelli segnati con il Salisburgo nella prima parte della sua stagione d’esordio nel torneo, il totale è senza senso: Haaland ha (già) segnato 20 volte in 14 gare della competizione più importante e difficile d’Europa (forse anche del mondo).

Ovviamente il numero tondo stimola i confronti e i paragoni con il passato, con la storia della Champions League. Basta andare a consultare il libro dei record per rendersi conto che Haaland non teme rivali: il primato precedente dei 20 gol realizzati più velocemente apparteneva infatti ad Harry Kane, che però ha impiegato 24 gare per arrivare a questo traguardo. Addirittura dieci match in più dell’attaccante norvegese. In questa particolarissima graduatoria, l’attuale capitano del Tottenham e della Nazionale inglese precede leggende assolute come Alessandro Del Piero (20 gol in 26 partite), Ruud van Nistelrooy (27) e Filippo Inzaghi (28). Cristiano Ronaldo e Messi, che ovviamente dominano la classifica marcatori all-time della Champions, hanno dovuto aspettare, rispettivamente, la gara numero 55 e la gara numero 44, rispettivamente, per poter raggiungere quota 20. Poi si sono scatenati negli anni successivi, certo, ma a questi ritmi Haaland sembra destinato a superarli, e pure in un tempo abbastanza breve.