L’ennesimo fallimento dell’Inghilterra agli Europei Under 21

Una squadra composta da tanti talenti interessanti si è fatta eliminare da Portogallo e Croazia.

Stavolta sembrava che potesse andare diversamente, per l’Inghilterra Under 21: agli Europei di categoria, la squadra dei Tre Leoni si era presentata con grandi ambizioni, figlie di una rosa di grande qualità. Al netto dei giovani talenti già aggregati alla Nazionale maggiore – Reece James, Bukayo Saka, Jude Bellingham, Phil Foden, Mason Mount, Jadon Sancho, tutti potenzialmente eleggibili per il torneo giovanile in Slovenia e Ungheria – il ct Aidy Boothroyd, nominato commissario tecnico nel 2016, al termine dell’esperienza sulla panchina dell’Under 20, poteva contare su elementi come Hudson-Odoi (Chelsea), Davies (Everton), Smith Rowe (Arsenal), Nkethiah (Arsenal), Aarons (Norwich), Jones (Liverpool) e soprattutto Greenwood (Manchester United), che però si è infortunato prima dell’inizio del torneo. Tutti giocatori di alto livello, tutti già riconoscibili a livello nazionale e anche internazionale, grazie alla loro esperienza consolidata in Premier League. Eppure non è bastato: per la 19esima edizione consecutiva, gli inglesi non potranno diventare campioni d’Europa Under 21. L’ultimo dei due successi nella manifestazione risale al 1984, l’ultima finale invece al 2009.

Le prime due sconfitte nel girone eliminatorio (0-1 con la Svizzera e 0-2 con il Portogallo) hanno compromesso la strada verso i quarti, poi si sono messi di mezzo anche la sfortuna e il regolamento: nell’ultimo match contro la Croazia, l’Inghilterra era in vantaggio di due gol e virtualmente seconda in classifica alle spalle dei lusitani, poi però la rete di Bradaric al minuto 91′ ha rovesciato completamente l’esito della qualificazione, riportando i croati avanti nella differenza reti. La delusione è stata tremenda per come è maturata, ma l’Inghilterra ha il dovere di riflettere sull’occasione buttata via nelle prime due partite, e ancora di più sull’immensa quantità di talento bruciata nella ultime due edizioni del torneo. Anche due anni fa, tra Italia e San Marino, Bothroyd e i suoi ragazzi riuscirono a mettere insieme un solo punto in tre partite contro Romania, Francia e Croazia. E in rosa c’erano Wan-Bissaka, Tomori, Maddison, Foden, Mount, Abraham e Calvert-Lewin, tra gli altri. Difficile pensare a uno spreco di talento maggiore.

Ed è proprio questo l’aspetto più deprimente: l’Inghilterra è reduce da grandissimi risultati a livello giovanile, la Nazionale Under 20 ha vinto il Mondiale di categoria nel 2017, nello stesso anno erano arrivati il successo agli Europei Under 19 e un’ottima semifinale agli Europei Under 21. Insomma, c’era (e c’è ancora) la sensazione che le rappresentative inglesi stiano godendo dei grandi progressi fatti dalle Academy dei club, quindi anche della grande supremazia della Premier su tutte le altre leghe d’Europa, solo che tutto questo non riesce a tradursi in realtà, o meglio in vittorie e grandi prestazioni, quando arriva il momento decisivo. Secondo quanto riportato da The Athletic, uno dei motivi dell’ennesimo fallimento dell’Inghilterra va ricercato nell’atteggiamento tattico fin troppo cauto e remissivo adottato dal ct Boothroyd, ma le ragioni di questo crollo potrebbero essere anche più radicate nella cultura calcistica inglese: rispetto ad altri Paesi europei, infatti, l’Under 21 non viene considerata come una tappa obbligatoria di passaggio e sviluppo per i talenti più promettenti, e l’immediata promozione di molti giovani nella squadra senior di Southgate confermerebbe questa storica reticenza. Lo stesso commissario tecnico, commentando l’eliminazione, ha spiegato che «noi lavoriamo in team con tutti i Ct di tutte le rappresentative, dall’Under 15 fino alla Nazionale maggiore, e il nostro compito primario è produrre giocatori. Solo che produrre giocatori e vincere tornei è molto, molto difficile». È una visione condivisibile, se non fosse che anche l’Inghilterra senior non vince un trofeo ufficiale dal 1966. Certo, la squadra di Southgate ha una rosa impressionante, e questo la rende una delle candidate più autorevoli per la vittoria degli Europei e dei prossimi Mondiali, ma in attesa di queste affermazioni, però, il discorso di Boothroyd ha un valore piuttosto relativo.