Perché Gerard Moreno è così sottovalutato?

Segna tantissimo da diversi anni, e ora ha portato il Villarreal a un passo dalla sua prima finale europea: storia di un attaccante atipico, non solo nel modo di giocare.

Se il Villarreal è riuscito a conquistare la semifinale di Europa League, la quinta in un torneo internazionale per il Submarino Amarillo dopo quelle raggiunte nel 2004 (Coppa Uefa), 2006 (Champions League), 2011 e 2016 (Europa League), il merito non può essere attribuito solo a Unai Emery e al suo amore smodato per la seconda competizione europea – l’ha vinta per tre anni di fila col Siviglia, tra il 2014 e il 2016, e ha giocato la finale con l’Arsenal nel 2019. C’è tanto altro, dietro il percorso perfetto – 11 vittorie e un pareggio – della squadra in maglia gialla, che sogna la prima finale continentale della sua storia, a cominciare da un gruppo di giocatori ricco di talento: dall’alto della loro classe, i veterani Albiol e Parejo sono le emanazioni in campo dell’allenatore basco; Foyth e Pau Torres sono due colonne difensive nonostante siano relativamente giovani (23 e 24 anni, rispettivamente); il 21enne Samuel Chukwueze si sta imponendo come uno degli esterni creativi più interessanti della Liga. E poi c’è Gerard Moreno: arrivato al Villarreal quando aveva 18 anni, col tempo è diventato un attaccante di grande efficacia e qualità, e oggi non è solo uno dei migliori finalizzatori della Liga e forse anche del calcio europeo, ma è un vero e proprio uomo-simbolo per il Submarino Amarillo.

Cominciamo dai numeri: nel 2021, Gerard ha messo insieme 17 gol e sei assist in tutte le competizioni. Più di Haaland (16 gol e sei assist) e Mbappé (19 gol e tre assist), più di chiunque altro in Europa, a parte Messi (19 gol e otto assist) e Lewandowski (22 gol e tre assist). Il punto è che queste cifre non sono una novità, non rappresentano un exploit, anzi sono una conferma di quanto avvenuto nelle ultime stagioni: Moreno, infatti, ha chiuso l’annata 2019/20, la prima da punta di riferimento del Villarreal, con 20 gol e sei assist tra Liga e Copa del Rey. Un rendimento che gli ha aperto le porte della Nazionale spagnola, con cui ha certificato il suo status, quello di attaccante di livello internazionale: dall’esordio del 15 ottobre 2019 (Svezia-Spagna 1-1), ha messo insieme dieci partite e cinque gol con la Roja, l’ultimo proprio in occasione del match contro il Kosovo del 31 marzo scorso.

La carriera di Gerard segue due storyline: una è quella della crescita progressiva, lenta però inesorabile, di un attaccante dalle qualità atipiche; l’altra è quella di un uomo che ha costruito il suo destino in maniera piuttosto singolare, fin dall’inizio della sua vita nel calcio, quando ha preferito unirsi al Villarreal piuttosto che accettare una proposta del Real Madrid. «Con la mia famiglia», ha raccontato, «pensavamo che una squadra coma il Villarreal potesse essere quella giusta per me: ero giovane, giocavo nel Badalona dopo il percorso giovanile con l’Espanyol, e i il Villarreal ha manifestato sempre un grande interesse nei miei confronti, anche nei periodi in cui giocavo male. A quel punto è stato naturale rifiutare il Real Madrid».

Dopo tre stagioni nelle filiali, ha esordito in prima squadra a vent’anni, in Segunda División, poi però il Villarreal ha preferito lasciarlo un anno in prestito al Maiorca, sempre nel campionato cadetto; tornato alla base, ha giocato un’ottima stagione 2014/15 (16 gol in tutte le competizioni) ma poi ha deciso di lasciare il Submarino Amarillo e di tornare nella sua squadra del cuore, l’Espanyol. Quella scelta un po’ strana, un po’ inattesa, considerando che già allora il Villarreal coltivava ogni stagione ambizioni europee, mentre l’Espaynol difficilmente sarebbe andato oltre la lotta per non retrocedere, venne spiegata da Moreno con parole semplici: «Sono tornato a casa, per me è stata una scelta inevitabile, qualcosa di molto bello. L’Espanyol è un club unico, ha la sua storia, è un sentimento che un calciatore si porta dentro per sempre».

I migliori gol di Gerard Moreno nella stagione 2019/20

Dopo tre stagioni in crescendo (prima sette, poi 13, poi 19 gol) con la seconda squadra di Barcellona, era inevitabile che arrivassero delle grandi offerte. C’era la possibilità di tornare al Villarreal, ma anche di entrare nell’élite, accettando la corte dell’Atlético Madrid. Anche in quel caso, Moreno ha spiazzato tutti, scegliendo di giocare di nuovo per il Submarino Amarillo – anche se poi Gerard ha (debolmente) smentito che Simeone avesse deciso di puntare su di lui. Da allora, e siamo ormai alla stagione 2018/19, Moreno ha continuato a sviluppare le sue doti, a migliorare in maniera esponenziale, fino a prendersi il posto da titolare e a diventare uno degli attaccanti più decisivi e imprevedibili di Spagna: non è un centravanti statico e dal grande impatto fisico, piuttosto una punta agile, tecnica e fantasiosa, che sa farsi trovare dai compagni in tutte le zone del campo e conduce il pallone soprattutto con il sinistro, il piede forte; quando c’è da concludere, però, Gerard non si fa pregare anche con l’altro piede, e infatti quest’anno ha segnato cinque volte di destro.

Infallibile sui rigori (11 su 11 il suo score stagionale dal dischetto), spesso Emery l’ha schierato anche come seconda punta o esterno offensivo accanto a un altro attaccante, per la precisione Paco Alcácer. Da febbraio a oggi, dopo essere rientrato da un piccolo problema muscolare, ha accumulato 15 gol in 15 partite tra Liga ed Europa League, di cui sei nei turni a eliminazione diretta contro Salusburgo, Dinamo Kiev e Dinamo Zagabria: il miglior viatico possibile per chiudere, a 29 anni, il cerchio di una carriera anomala, magari con il primo trofeo o con la grande affermazione personale. Gli obiettivi sono due: vincere l’Europa League con il Villarreal e un Europeo giocato da protagonista con la Spagna di Luis Enrique. Alla luce delle qualità tecnico-tattiche di Moreno e dei suoi compagni, così come del rendimento altalenante degli altri attaccanti spagnoli (Morata e Rodrigo su tutti), è praticamente certo che Gerard farà parte dei convocati per il torneo continentale. Anzi, è probabile che toccherà proprio a lui indossare la maglia da titolare. Sarebbe il giusto premio per un giocatore finora sempre sottovalutato, per non dire ignorato, oltre un ristretto circolo di analisti e appassionati.