Silas Wamangituka, attaccante dello Stoccarda, in realtà si chiama Silas Katompa Mvumpa

Ha giocato sotto falso nome per due anni, e secondo il suo club «è una vittima della tratta di esseri umani».

Lo Stoccarda ha rilasciato un comunicato ufficiale in cui ha annunciato che uno dei suoi tesserati ha giocato per due anni sotto falso nome. Si tratta dell’attaccante Silas Wamangituka, che in realtà si chiama Silas Katompa Mvumpa: acquistato nell’estate 2019 dal Paris FC, ha disputato 58 partite con la squadra tedesca, segnando 21 gol e contribuendo alla promozione dello scorso anno e al buonissimo campionato in Bundesliga della sua squadra (nono posto con dodici punti di vantaggio sulla zona retrocessione). Non è la prima volta che succede, anche in Italia abbiamo vissuto casi simili (come quello di Eriberto-Luciano Siqueira nella prima metà degli anni Duemila), e i motivi sono sempre gli stessi: come ha spiegato lo stesso Stoccarda, il punto centrale di questo cambio di identità non era il nome, piuttosto la data di nascita. Silas Wamangituka, ovvero il calciatore che non esiste più, ovviamente dal punto di vista puramente anagrafico, “era” nato nel 1999; il suo alter ego reale, Silas Katompa Mvumpa, ha un anno in più, essendo effettivamente nato a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, il 6 ottobre 1998.

Sempre secondo quanto ricostruito dallo Stoccarda, la scelta di alterare la propria identità non è stata del calciatore, piuttosto di uno dei suoi ex agenti. Il direttore sportivo dello Stoccarda Sven Mislintat, ex capo-scout dell’Arsenal, ha spiegato che il suo caso «rientra in quella che possiamo definire come una tratta moderna degli esseri umani, abbagliati con false promesse sulla loro futura carriera da calciatori». In breve, la storia raccontata da Mislintat è quella di un ragazzino congolese di 18 anni che, dopo aver sostenuto un provino con l’Anderlecht, club di Bruxelles, è stato convinto da un sedicente agente a non tornare in patria e a trasferirsi subito in Francia, promettendogli di sfondare nel calcio; Silas si sarebbe fatto convincere e a quel punto avrebbe sviluppato un rapporto di dipendenza con questo mediatore, reso ancor più profondo dalla nuova identità che gli ha fornito/costruito dopo il suo approdo in Francia. L’obiettivo di questo agente, sempre secondo Mislintat, era abbassare la sua età per evitare di dover pagare commissioni al club congolese per cui era tesserato, e in cui si era formato come giocatore. Per aumentare la pressione psicologica sul ragazzo, inoltre, questo procuratore (di cui lo Stoccarda non ha fatto il nome, nda) avrebbe sistemato Silas in un appartamento parigino condiviso con altri aspiranti calciatori, «così da aumentare la sua dipendenza anche dal punto di vista economico». In seguito, Silas è riuscito a diventare un giocatore professionista, prima nell’Olympique d’Alès (club attualmente iscritto al campionato di quinta divisione francese) e poi al Paris FC, in Ligue 2.

Come detto, Mislintat è convinto che il caso di Silas non sia isolato. Anzi, la sua storia «potrebbe riguardare molti altri ragazzi in giro per l’Europa. Anche per questo, la sua decisione di venire allo scoperto ora, quando è ancora giovane, potrebbe avere un grande impatto: bisogna aumentare la consapevolezza su quello che succede intorno al calcio, perché parliamo di una tratta di esseri umani, prima che di aspiranti atleti». Nella nota ufficiale dello Stoccarda, c’è anche una dichiarazione dello stesso giocatore: «Ho vissuto nella paura costante negli ultimi anni, e sono stato anche molto preoccupato per la mia famiglia in Congo. È stato un passo difficile per me rivelare la mia storia». Per lui, ora, non dovrebbero esserci conseguenze gravi. Anche perché in realtà i suoi documenti erano effettivamente falsi, ma sono stati controllati più volte dalle autorità francesi e tedesche, e sono sempre stati ritenuti validi; inoltre, secondo gli avvocati dello Stoccarda, il giocatore avrebbe agito in questo modo a seguito di una forte pressione psicologica, e non avrebbe ottenuto vantaggi economici significativi da questa alterazione, anche perché avrebbe ricevuto il permesso di soggiorno anche con i suoi dati anagrafici originali. Ora la palla passa al comitato di controllo della DFB e della DFL, ovvero la federcalcio tedesca e la lega che si occupa di organizzare la Bundesliga: lo Stoccarda è fiducioso che non ci saranno ripercussioni sulla società né tantomeno sul giocatore, anche perché non sono stati presentati ricorsi sulle partite giocate da Silas in questa stagione. Tra l’altro, l’attaccante congolese è fermo dal 20 marzo per un gravissimo infortunio (rottura del legamento crociato) e quindi rientrerebbe solo dopo l’inizio della nuova stagione. Molto probabilmente, lo farà con il suo nome vero.