Sulla maglia della Croazia agli Europei c’era la bandiera sbagliata

Un errore che ha scatenato anche un piccolo caso politico: il simbolo usato rimandava a uno stato fantoccio, di ispirazione nazionalista, formatosi durante la Seconda guerra mondiale.
di Redazione Undici
01 Luglio 2021

La Croazia non ha disputato un grande Europeo, anche se la sconfitta agli ottavi contro la Spagna è arrivata in maniera rocambolesca, per non dire folle: la Nazionale vice-campione del mondo ha vinto una sola partita (contro la Scozia) e non ha mai dato l’impressione di poter ripetere, anche solo in parte, lo splendido percorso fatto in Russia tre anni fa. Anche fuori dal campo le cose non sono andate benissimo, soprattutto per via di un caso relativo alle maglie da gioco utilizzate nel corso del torneo. Per le quattro gare disputate al torneo continentale, infatti, Modric e compagni hanno indossato una divisa da gioco sbagliata: la bandiera croata – quella che, per capire, viene apposta sulle maglie per “personalizzarle” in relazione alla partita del giorno, accanto a quella degli avversari – è sempre stata caratterizzata da un errore di stampa.

La bandiera ufficiale della Repubblica di Croazia ha un design con tre bande orizzontali di eguale dimensione, la prima rossa, la seconda bianca e la terza blu, Al centro, c’è lo stemma croato, ovvero uno scudo a scacchi rossi e bianchi debordante la fascia bianca, con il primo scacco rosso, sormontato da una corona costituita da cinque scudetti in rappresentanza delle altrettante grandi suddivisioni della Croazia: Croazia antica (regione di Zagabria), Ragusa, Dalmazia, Istria e Slavonia. Proprio quello stemma è risultato errato nella versione stampata sulla maglia della Nazionale di Dalic: il primo scacco, infatti, era bianco invece che rosso. Per qualcuno potrebbe sembrare un errore veniale, ma in realtà questa differenza ha sollevato un bel po’ di polemiche: il simbolo utilizzato era infatti uguale a quello dello Stato Indipendente di Croazia, uno stato fantoccio istituito su pressione dei regimi totalitari di Germania e Italia durante la Seconda guerra mondiale, e che comprendeva la maggior parte della Croazia e tutta l’attuale Bosnia ed Erzegovina. Il governo di questo stato fu posto sotto il controllo del gruppo nazionalista di estrema destra denominato Ustascia (Ustaše) e del suo Poglavnik (dittatore), Ante Pavelic, fondatore del partito fascista croato.

Per alcuni puristi, si è trattato dunque di un errore con un chiaro riferimento politico, ma le dietrologie sono state subito silenziate: Damir Kumek, titolare dell’azienda che si è occupata della personalizzazione delle maglie disegnate e prodotte dalla Nike, ha spiegato alla testata Sata24 che «la responsabilità è soltanto mia: ho sbagliato a disegnare la bandiera durante l’elaborazione vettoriale, e non me ne sono accorto in tempo. Sono un grafico e mi occupo solo di questo, non ci sono motivazioni politiche o nazionaliste dietro questo errore, solo un’involontaria superficialità». Per tutta risposta, la Federcalcio di Zagabria ha pubblicato una nota ufficiale in cui ha chiesto scusa dell’errore involontario e ha negato qualsiasi volontà di fare propaganda politica.

>

Leggi anche

Calcio
Intelligenza e spavalderia di Jontahan David, il predestinato arrivato alla Juve dopo anni di inseguimento
L'attaccante canadese, ciclicamente accostato a tutte le big di Serie A, ha finalmente trovato la sua nuova casa.
di Redazione Undici
Calcio
Sono anni che l’Arsenal compra giocatori del Chelsea, e la cosa sembra destinata a continuare
Il portiere Kepa è solo l'ultimo calciatore che si è trasferito dai Blues ai Gunners.
di Redazione Undici
Calcio
Al Liverpool, Florian Wirtz dovrà rompere una maledizione: quella degli attaccanti tedeschi all’estero, soprattutto in Premier League
L'ex talento del Leverkusen dovrà cercare di fare meglio di Havertz, Werner e tanti altri talenti offensivi che non sono riusciti a imporsi all'estero.
di Redazione Undici
Calcio
Xabi Alonso ha trasformato gli allenamenti del Real Madrid in un laboratorio scientifico
Il nuovo tecnico ha introdotto nuovi strumenti tecnologici fin dal suo primo giorno di lavoro.
di Redazione Undici