Un veloce rewind: il 12 agosto 2016, cinque anni fa, la Svezia è stata la seconda Nazionale di calcio femminile della storia a battere gli Stati Uniti nel torneo olimpico, la prima a riuscirci prima della finale (dal 2000 al 2016, gli Usa avevano vinto quattro medaglie d’oro e una d’argento, perdendo solo l’ultimo atto a Sydney 2000, contro la Norvegia); poche settimane fa, per la precisione il 10 aprile 2021, la Svezia ha fermato gli Usa sull’1-1, tra l’altro il pareggio di Megan Rapinoe è arrivato solo grazie a un rigore segnato a tre minuti dalla fine, e quello è stato l’unica partita delle ultime 12 in cui la Nazionale americana non era riuscita a vincere. Siamo arrivati a oggi, e il cerchio si è chiuso in maniera definitiva, incontrovertibile: dopo il netto 3-0 incassato nella prima gara ai Giochi Olimpici, si può dire che la squadra campione del mondo abbia trovato la sua cryptonite, la sua bestia nera. Non è bastato, alle americane, scendere in campo con una squadra di stelle assolute – Rose Lavelle, Alex Morgan, poi dalla panchina sono anche subentrate Carli Lloyd e Megan Rapinoe – per poter superare le scandinave, autrici di una prestazione superba.
È la prima grande sorpresa dei Giochi Olimpici, che non sono ancora iniziati ufficialmente – la cerimonia d’apertura è in programma venerdì 23 luglio – ma si sono già portati avanti nel calcio femminile e nel softball. In realtà, però, sarebbe ingiusto parlare in questi termini: sì, certo, gli Stati Uniti hanno la rappresentativa femminile più forte del mondo, ma anche la Svezia è una squadra di grande qualità, basti pensare ai risultati ottenuti agli ultimi Mondiali (terzo posto dopo la sconfitta in semifinale contro i Paesi Bassi) e proprio alle Olimpiadi di Rio, alla medaglia d’argento conquistata dopo aver eliminato gli Usa – l’oro è andato alla Germania. Anche il Ranking Fifa conferma la forza delle svedesi: prima dei Giochi, la selezione guidata da Peter Gerhardsson era quinta, alle spalle degli Usa, della Germania, della Francia e dell’Olanda.
Il primo gol è arrivato al 25esimo del primo tempo, quando l’attaccante Stina Blackstenius ha sfruttato alla perfezione un assist telecomandato di Sofia Jakobsson, giocatrice del Bayern Monaco. Nella ripresa, la stessa Blackstenius ha trovato un raddoppio meritato, anche perché nel resto del primo tempo il portiere americano Alyssa Naeher è stata costretta a effettuare diverse parate decisive per evitare che la Svezia raddoppiasse già prima dell’intervallo. Anche gli Usa hanno sfiorato il gol con Rose Lavelle (palo su calcio d’angolo), ma alla fine è arrivato anche il terzo gol della Nazionale scandinava, grazie a un colpo di testa di Lina Hurtig, attaccante della Juventus.
Anche il fatto che le svedesi giochino in club così importanti e riconoscibili è un segnale della loro qualità, anche se in pochi pensavano che gli Stati Uniti avrebbero potuto esordire in maniera così negativa in un torneo per cui erano – e sono – considerate favoritissime. In realtò, nulla è ancora perduto: se gli Usa dovessero battere Australia e Nuova Zelanda nelle altre due gare del girone sarebbero praticamente certi della qualificazione, anche perché le due migliori terze dei tre gironi si qualificano ai quarti di finale.