Southgate vorrebbe più calciatori inglesi di origine asiatica

Secondo il ct della Nazionale «c'è un pregiudizio verso i giocatori di questa comunità».

In Gran Bretagna, da metà luglio a metà agosto si festeggia il South Asian Heritage Month, ovvero un mese di celebrazioni per il patrimonio culturale di tutte le persone con radici familiari nei paesi dell’Asia meridionale – quindi India, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka, Nepal, Bhutan e le Maldive. Si tratta di una fetta consistente della popolazione: il 7% degli abitanti del Regno Unito, infatti, ha origini riconducibili a queste nazioni. Anche il calcio sta partecipando a questa iniziativa: la Football Associations ha prodotto e sta pubblicando una serie di video in cui calciatori, tecnici e arbitri di origine asiatica raccontano la loro esperienza umana e professionale, ovviamente in relazione con i temi della loro comunità.

A uno di questi video ha partecipato anche Gareth Southgate, ct della Nazionale inglese reduce dal secondo posto agli Europei. Il suo non è stato un contributo di circostanza, anzi nel suo intervento ha usato parole nette, dure, per stimolare una maggiore integrazione nel sistema calcistico inglese. «Dovremmo rivedere il nostro modo di fare scouting», ha detto Southgate, «perché è evidente che ci sia un pregiudizio inconscio nei confronti della comunità asiatica nel nostro Paese. Forse abbiamo sempre creduto che i calciatori con queste origini non fossero forti e atletici come gli inglesi, o come quelli di altre nazioni». Per il ct inglese, siamo di fronte a una vera e propria discriminazione: «È una generalizzazione ridicola: in tutte le comunità di gioca a calcio, anzi in tutte le zone del Paese. Quindi penso che dobbiamo espandere la nostra rete di osservazione, andare nelle zone in cui si concentrano le discendenze asiatiche, perché vorremmo più giocatori con quelle origini e siamo certi che ci siano».

Nel video della Footbal Associations sono presenti anche Yan Dhanda (centrocampista dello Swansea) e Mayumi Pacheco (difensore del West Ham femminile), che in qualche modo sostengono la teoria di Southgate per cui i giocatori con origini asiatiche riscontrino maggiori difficoltà a entrare nel calcio professionistico. Anche i numeri confermano questa sensazione: come detto, parliamo del 7% della popolazione, eppure solo lo 0,25% dei calciatori professionisti ha un background dell’Asia meridionale. In un articolo al Times che racconta la storia di Hamza Choudhury – giocatore del Leicester di origine bengalese che conta sette presenze nella Nazionale inglese Under 21 – c’è un’intervista di un osservatore di un club professionistico che, purtroppo, dimostra come il pregiudizio denunciato da Southgate sia davvero presente: «I calciatori asiatici non riescono ad arrivare ad alti livelli perché rifuggono il contatto fisico, sono bravi in altri sport – per esempio nel cricket – proprio perché non ci sono scontri con gli avversari». Ecco, secondo Southgate è il arrivata l’ora di cancellare questi stereotipi così insulsi, così fuori dal tempo.