C’è un po’ di Marcell Jacobs in tutte le province italiane

Tutti i quotidiani locali vogliono un pezzo del velocista, dalla Calabria a Ferrara passando per Alessandria e Lucca e Formia.

Da sempre i quotidiani locali danno il proprio meglio in due occasioni: le vittorie sportivi e i disastri. Ricordo di aver letto titoli simili a “nessun marchigiano coinvolto nel crollo X” oppure “nessun campano vittima dello tsunami Y”, ma, fortunatamente, le Olimpiadi ci offrono un’occasione decisamente più dilettevole per parlare dell’orgoglio locale: quell’orgoglio che porta a trasformare ogni vittoria in un successo sì del protagonista, sì di tutti, però giusto giusto appena un po’ di più – e ometterlo sarebbe un delitto – del proprio campanile.

È lo stesso meccanismo che muove anche i quotidiani nazionali quando, per dirne una, Joe Biden vince le elezioni e ci viene ricordato che “c’è anche un po’ d’Italia” in quella vittoria nientepopodimeno perché Jill Biden ha antiche origini siciliane. O quando Avatar fa incetta di Oscar e scopriamo che il capo degli stuntmen è di Caserta e che James Cameron ha pensato la trama durante un soggiorno nel Chanti sotto l’effetto di cantuccini e vinsanto. Fuori da iperboli ricordo con precisione che quando, nel 1994, Bill e Hillary Clinton vennero in Italia per il G8 a Napoli in molti misero in giro la voce che quei luoghi incantevoli avevano convinto i Clinton a dare un fratellino a Chelsea. E in molti ci chiedevamo perché si dovesse essere fieri del fatto, perché quel modo di essere ruffiani ci qualificasse meglio.

Tuttavia, l’occasione offerta dalla vita poco routinaria di Marcell Jacobs e dall’eccezionalità della sua vittoria ha scatenato una corsa all’appropriazione che difficilmente si è vista in passato. Ha iniziato uno dei più “autorizzati, il quotidiano di Brescia, Brescia Oggi, con un notevolissimo calembour – «JacoBS, sei l’oro di tutta Italia» – sfruttando la singolare coincidenza tra le due consonanti finali di Jacobs e le due consonanti che formano la sigla della provincia.

D’altronde pure il governatore Attilio Fontana ha provato a rivendicare la vittoria come un successo lombardo, perché Marcell è cresciuto a Desenzano sul Garda. A molti la cosa non è andata giù per diverse ragioni. E tra le varie accuse di appropriazione indebita c’è pure il fatto che la mamma di Marcell è di Vicenza, il padre era di stanza alla nota caserma Ederle e dunque – come reclama il Giornale di Vicenza: «Jacobs fa la storia: il “figlio” della Ederle oro nei 100 metri».

Per altri quotidiani evidentemente non vicentini, ma desiderosi di rintracciare l’antico genoma della razza Piave, la mamma è semplicemente “veneta” – «Figlio di marine Usa e mamma veneta: chi è Marcell Jacobs che ha battuto il record dei 100». (Il record italiano, presumo).

Si fa anche notare il guizzo di Prima Verona che, a dispetto della testata fortemente identitaria, prova a mettere pace tra i diversi capoluoghi parlando di «tanto Veneto nelle loro imprese» (anche in quella di Tamberi), mentre il Mattino di Padova ci tiene a specificare che se la vita è scorsa a Desenzano, le corse sono state fatte a Padova. E dunque questa primogenitura è più decisiva per cui «Padova, la città dove tutto è iniziato».

Ma ricordare che una volta Marcell ha corso o si è allenato in città, in questi due giorni, è stato obbligatorio come dedicare una piazza a Garibaldi. Come se la vittoria che ha dato tanto gusto a milioni di italiani ne avesse ancora di più per il solo fatto che, anni prima, Jacobs si sia allenato lì. Così Il Tirreno ha titolato «Jacobs porta l’oro a Lucca», Roma ha rivendicato che oggi Jacobs vive al Fleming e Latina Oggi ha scritto di un oro «figlio di Formia». Oltre che «figlio della Ederle», come abbiamo visto. Una vittoria che ha tante madri e tanti padri, insomma, e che ci fa immaginare un Marcell Jacobs che, nei prossimi giorni, dovrà districarsi come il vincitore della partita a dadi della nota poesia che prima di godersi la vittoria, deve evitare di essere assalito da folle di postulanti.

Ma proprio come nei racconti medievali di santi e reliquie, ogni città o regione prova a ritagliarsi un angolino di storia. Menzione d’onore alla Calabria che premierà con la cittadinanza onoraria di Rosarno, il buon Jacobs solo perché da bambino andava lì in vacanza d’estate. «Marcell Jacobs. La corsa all’oro di Tokyo è partita dalla Calabria» e «Marcell Jacobs sarà cittadino onorario di Rosarno: i racconti di chi lo ha conosciuto da bambino in Calabria».

Un altro meccanismo in voga è poi quello di accaparrarsi la vittoria di Jacobs per interposta persona. Scopriamo così che è una vittoria anche un po’ di Ferrara perché il manager di Jacobs arriva da lì. «Possiamo dire, dunque, che in questa medaglia c’è un bel pezzo di Ferrara», dice il Resto del Carlino. che E scopriamo pure che è una vittoria di Gorizia perché l’allenatore di Jacobs arriva da lì: «C’è il goriziano Camossi dietro l’oro di Jacobs nei 100 metri». Ma scopriamo pure che perfino per attribuirsi i natali dell’allenatore, Paolo Camossi, ci sono delle baruffe in corse – come per i Natali di Cristoforo Colombo che i corsi vorrebbero nato a Calvi – e dunque mentre tutti parlano di Friuli, secondo il Quotidiano Piemontese sarebbe il tortonese Camossi. Wikipedia sembra confermare Gorizia, ma Alessandria può comunque consolarsi col fatto che la moglie di Jacobs è di quelle parti e dunque la piccola percentuale di paternità sulla vittoria è salva.

Credo che poche letture siano piacevoli come quella dei giornali locali. Diversi esperti credono addirittura che uno dei pochi futuri possibili per la carta stampata dipenda proprio da loro, ma io preferisco lasciare il tema alle discussioni impegnate e intanto godermi le celebrazioni dei centravanti di seconda categoria che segnano una doppietta, le foto di tutti gli studenti del liceo scientifico che hanno preso 100 all’ultimo esame di maturità, la feroce polemica per il taglio di tre pini in via Vattelapesca o lo scandalo della fermata del bus soppressa. A volte penso che una delle cose più piacevoli di viaggiare in Italia sia proprio poter leggere con cura e attenzione i diversi quotidiani della penisola. (Ho i loro siti in un’apposita cartella dei preferiti, ma la carta – si sa – è un’altra cosa). In ogni caso, se credete che sia un vizio unicamente italiano ecco cosa titolava El Paso Times: «El Paso-born Italian runner Lamont Marcell Jacobs takes surprising gold in Olympic 100».