Perché il Barcellona non ha potuto rinnovare il contratto di Messi?

Quali sono gli «ostacoli economici e strutturali» a cui si riferisce il club blaugrana.
di Redazione Undici 06 Agosto 2021 alle 10:46

La notizia è arrivata all’improvviso, costringendo pure famosi presentatori spagnoli a rientrare in fretta e furia dalle vacanze: Leo Messi non giocherà più nel Barcellona, dopo 17 anni di militanza. Un vero e proprio terremoto, considerato che stiamo parlando di quello che viene spesso considerato il miglior giocatore del mondo, e che fino a qualche anno fa era semplicemente impensabile immaginare lontano dal Camp Nou. Messi è andato in scadenza a fine giugno, e per tutta l’estate il Barcellona ha pensato di averlo in pugno anche per i prossimi anni, visto che era stato trovato l’accordo con il calciatore: questo rinnovo, però, non arriverà mai, per le regole della Lfp, la lega di calcio spagnola.

Il club catalano ha sottolineato come l’accordo tra società e calciatore si era trovato a tutti gli effetti, ma che ostacoli economici e strutturali hanno impedito la riuscita dello stesso. «Le due parti si dispiacciono profondamente per il fatto che i desideri di club e calciatore non possano essere realizzati», si legge nella nota dei blaugrana. Ostacoli che vanno ricercati nei limiti salariali che ogni club della Liga deve rispettare, e che presuppone un equilibrio tra ricavi e costi. Il Barcellona, come noto, versa in una situazione finanziaria disastrosa: il club catalano ha debiti totali per oltre un miliardo di euro (circa 1173 milioni, per l’esattezza) e deve far fronte anche a un vistoso calo del fatturato: nella stagione 2019/20, la società blaugrana ha ricavato 855 milioni di euro, la quota più bassa dal 2017 e inferiore del 14% rispetto a quella della stagione 2018/19; nello stesso esercizio, le perdite complessive sono state di 97 milioni di euro: una situazione inevitabile se le entrate sono state inferiori del 18% rispetto a quelle attese (1047 milioni) a causa della pandemia.

A queste condizioni, per rifirmare Messi alle cifre concordate (37,5 milioni netti l’anno, con un corposo taglio del 50 per cento rispetto al suo ultimo stipendio) occorrevano vere e proprie acrobazie finanziarie: il tetto massimo di spesa dei club della Liga non riguarda soltanto la prima squadra, ma anche lo staff e i settori giovanili. Nel caso del Barcellona, il tetto salariale ammonta a 388,7 milioni di euro. Non è un caso che nel corso del mercato estivo i blaugrana abbiano acquistato solo giocatori a parametro zero – Memphis Depay, Sergio Agüero, Eric García – proprio per non impattare eccessivamente sui costi.

La notizia della separazione tra Messi e il Barcellona segue di qualche giorno l’accordo appena chiuso dalla Liga con il fondo Cvc, con l’immissione di circa 2,7 miliardi di euro da parte di questi ultimi a fronte del 10 per cento nella partecipazione della lega. Al Barcellona, grazie a questo accordo, dovrebbero spettare 270 milioni di euro, anche se la società blaugrana in una nota ha detto di non condividere questa decisione: un supporto economico importante, che però non è servito a evitare uno degli addii più clamorosi nella storia del calcio.

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