Come si fa a baciare lo stemma sulle nuove “terze” di Puma?

Un giocatore del Fenerbahce ha provato a farlo dopo un gol, ma alla fine ci ha rinunciato.

Sono le maglie più commentate dell’estate calcistica, le “terze” firmate Puma per un gran numero di club europei, e la loro particolarità è evidente a un primo sguardo: design uguale per tutti, due colori, il nome della squadra e nessun logo. O meglio, un logo “diffuso”, cioè riprodotto tono su tono su tutta l’estensione della maglia. Le squadre che hanno adottato questa nuova uniforme sono: Milan, Man City, Valencia, Mönchengladbach, Marsiglia, Rennes, Shakhtar, Krasnodar, PSV e Fenerbahce. Prima di arrivare ai club, questo design è stato utilizzato agli Europei per i kit da trasferta Nazionali sponsorizzate dall’azienda tedesca: Austria, Svizzera, Repubblica Ceca e poi l’Italia vincitrice del torneo, che ha indossato la divisa bianca nel match d’esordio contro la Turchia e poi nei quarti di finale contro il Belgio.

Tra i club sponsorizzati da Puma con queste nuove “terze”, come detto, c’è il Fenerbahce. Durante i playoff di Europa League giocati il 19 agosto contro lo HJK il 20enne Muhammed Gumuskaya, cresciuto nelle giovanili del club istanbuliota, ha segnato il suo primo gol con la prima squadra, e ha avuto l’istinto, per festeggiare, di baciare lo stemma del club con cui gioca da quando era un teenager. Il problema, se così si può chiamare, è che il logo “non si trovava”: subito dopo il gol – un gran bel gol, tra l’altro: gran tiro a incrociare di sinistro da fuori area – Gumuskaya ha preso la maglia in mano e ha cercato uno stemma da baciare. Poi, però, ci ha rinunciato:

Carl Tuffley, Senior Head of Design Manager Teamsport di Puma, ha spiegato come e dove è nata questa nuova idea: «Il nostro obiettivo era rimettere in discussione il design tradizionale delle maglie da calcio, spingere più in là i limiti e cambiare così la percezione della gente. Il Third kit ci ha presentato un’opportunità di essere audaci, abbiamo voluto rivedere rienergizzare queste maglie, abbiamo voluto prendere una direzione diversa, mai sperimentata in precedenza». È evidente che si tratti di una piccola rivoluzione anche per i giocatori, ma basterà farci l’abitudine e poi trovare nuovi modi per esultare.