Il Bayern Monaco continua a saccheggiare gli altri club di Bundesliga

Dal Lipsia, quest'anno, sono arrivati Sabitzer, Upamecano e Nagelsmann.

Alla vigilia del campionato che potrebbe valere il decimo titolo consecutivo, e si tratterebbe di un record assoluto per le cinque leghe top in Europa (Premier, Liga, Serie A, Bundes e Ligue 1), il Bayern Monaco ha acquistato il miglior difensore (Upamecano), il capitano (Sabitzer) e l’allenatore (Nagelsmann) del Lipsia, ovvero della squadra arrivata seconda in classifica nella scorsa stagione – con 13 punti di distacco dalla vetta, per altro. Nulla di strano in Germania, ed è proprio questo il punto: il club bavarese sta continuando a portare avanti una politica di mercato rivolta soprattutto al contesto interno, alla Bundesliga. Una situazione che, inevitabilmente, finisce per indebolire le avversarie, che quindi rende ancora più ampio il gap tecnico ed economico con la concorrenza – da qui i nove titoli consecutivi conquistati con relativa facilità.

Nella rosa gestita attualmente da Nagelsmann ci sono 27 giocatori, di cui 16 stranieri. Tra questi, ben 11 provengono da un altro club di Bundesliga, mentre altri quattro sono cresciuti nel vivaio del club. È un dato eloquente, se paragonato a quello delle ultime due squadre vincitrici della Champions League, il Chelsea e il Liverpool: i Blues hanno solo tre giocatori su 27 acquistati da club di Premier League, i Reds arrivano a quota sei. La politica aggressiva del Bayern, però, non si limita solo alle operazioni per la prima squadra: nel luglio 202o, infatti, il direttore generale dell’Hoffehneim, Frank Briel, aveva denunciato pubblicamente il club bavarese, reo di aver agito in maniera scorretta nel processo di acquisizione di due giocatori del settore giovanile del suo club, Mamin Sanyang e Armindo Sieb. Briel dichiarò alla stampa che «il Bayern è attivamente coinvolto in un’attività di bracconaggio del talento che gli porta cifre altissime. Sono indignato per il comportamento di questa società, per di più in un momento così delicato come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia: hanno contattato i nostri giocatori senza confrontarsi con noi, li hanno fatti visitare dai medici a Monaco di Baviera e solo dopo queste visite siamo stati avvisati del fatto compiuto».

Se pure fosse vero, è ovvio che non tutte le operazioni di mercato del Bayern sono portate avanti con questa modalità. Molto più spesso, soprattutto quando deve acquistare giocatori che hanno già accumulato un certo numero di partite in Bundesliga, la società bavarese lavora alla luce del sole, anzi altre volte è stata accusata di essere arrogante, cioè di esagerare nello sbandierare subito i propri affari di mercato. Per esempio l’annuncio dell’acquisto di Upamecano dal Lipsia è arrivato il 14 febbraio 2021, nel corso di una partita della squadra di proprietà della Red Bull – che in quel momento era ancora in corsa per il titolo, e infatti Nagelsmann attaccò duramente i suoi futuri datori di lavoro per la loro scelta comunicativa. In passato, era andata allo stesso modo per Mario Götze: il suo passaggio al Bayern dal Borussia Dortmund fu annunciato 36 ore prima della semifinale di Champions League tra il BvB e il Real Madrid, partita che alla fine sarebbe stata vinta dalla squadra tedesca; in finale, il Borussia avrebbe affrontato proprio il Bayern Monaco, perdendo 2-1, con Götze costretto in panchina a causa di un problema fisico.

Quel Borussia è stata l’ultima squadra a riuscire nell’impresa di togliere il titolo al Bayern Monaco. Forse anche per questa è stata una delle più saccheggiate: oltre a Götze, anche Hümmels e Lewndowski si sono trasferiti in Baviera. Anzi, il polacco ha deciso di unirsi al Bayern a costo zero, proprio come sarebbe accaduto a tanti altri giocatori di qualità esplosi in Bundesliga: Nübel, Goretzka, Rode, Kirchoff, Rudy; oltre a questi, negli ultimi dieci anni anche Neuer, Mandzukic, Kimmich, Süle, Pavard e Cuisance militavano in Germania e hanno accettato l’offerta del club più ricco e potente della Bundesliga, generando un incasso per il proprio club. Il cuore del problema è proprio questo: quella tedesca è una lega in cui il Bayern Monaco può esercitare un potere/controllo praticamente assoluto dal punto di vista finanziario, perché ha un fatturato enorme mentre tutti gli altri sono bloccati dalla famosa regola del 50+1 – per cui la maggioranza delle quote azionarie delle società devono restare in mano a comitati di tifosi, quindi di fatto rende impossibile l’ingresso di nuovi investitori. Questo modello, pur garantendo solidità a lungo termine per tutte le squadre, ha generato un solco profondissimo tra il Bayern e le altre. E ha determinato l’instaurazione di un monopolio che si rinnova ogni anno con gli stessi strumenti, rendendo il campionato sempre meno aperto e competitivo, quindi sempre meno interessante.