In Nazionale, solo Cristiano Ronaldo segna più di Eran Zahavi

Grazie alla tripletta contro le Far Oer, è arrivato a 23 reti nelle ultime 25 gare con Israele.
di Redazione Undici
02 Settembre 2021

Con due bellissimi gol di testa nei minuti finali, Cristiano Ronaldo ha permesso al Portogallo di battere l’Irlanda e di fare un grosso passo in avanti nella qualificazione ai Mondiali 2022 – i lusitani comandano il girone A con tre punti di vantaggio sulla Serbia, che però ha una partita da recuperare. La doppietta all’Irlanda, tra l’altro, ha permesso a Ronaldo di battere l’ennesimo storico record: è arrivato a quota 110 marcature con il Portogallo, e così è diventato il calciatore maschio che ha segnato di più con la maglia della sua Nazionale – il primato precedente apparteneva all’iraniano Ali Daei. Niente di strano, anzi normale amministrazione per uno come Cristiano: del resto basta consultare il suo score recente con la Seleçao – 26 gol nelle ultime 26 partite ufficiali – per rendersi conto che «aggiornare il record era solo questione di tempo», come ha detto il suo ct Fernando Santos. La serata di qualificazioni europee, però, ha portato alla ribalta un altro attaccante che sta accumulando grandi numeri: Eran Zahavi, autore di una tripletta nel 4-0 ottenuto da Israele sul campo delle Far Oer.

L’ex attaccante del Palermo, ora al Psv, non è nuovo a certe prodezze. Anzi, con la maglia di Israele ha una media realizzativa incredibile, seconda solo a quella di CR7: 23 gol nelle ultime 25 partite. Alle loro spalle, ci sono altri grandi attaccanti come Kane (19 gol in 27 partite) e Lukaku (19 gol in 19 partite). La tripletta realizzata a Tórshavn, tra l’altro, è la quarta messa a segno negli ultimi tre anni e mezzo – quelle precedenti sono arrivate nel 2019 contro l’Austria e la Lettonia, e poi nel 2020 contro la Slovacchia. Questa incredibile continuità sotto rete lo ha portato a diventare il migliore marcatore israeliano in attività – è a quota 29 gol con la Nazionale, in testa c’è Mordechai Spiegler con 32 gol – e gli ha permesso di raggiungere il secondo posto tra i cannonieri delle qualificazioni a Euro a Euro 2020 – undici gol segnati, solo Harry Kane è riuscito ad arrivare a dodici. Purtroppo per lui, però, Israele non è riuscita a qualificarsi agli ultimi Europei, a causa della sconfitta ai rigori nel playoff con la Scozia.

Zahavi, come detto, ha giocato al Palermo per una stagione e mezza, a cavallo tra il 2012 e il 2013. Non è stata un’esperienza indimenticabile: 26 presenze totali e due gol. Dopo il passaggio in Italia, è tornato in Israele (al Maccabi Tel-Aviv) ed è diventato un attaccante implacabile: dopo 127 reti in 167 partite, ha accettato l’offerta del Guangzhou R&F, con cui ha realizzato 103 gol in 117 gare ufficiali. Il Psv ha deciso di riportarlo in Europa alla vigilia della stagione 2020/21, ed è andata decisamente meglio rispetto all’avventura di Palermo: al momento Zahavi è arrivato a segnare 22 gol in 43 gare, un rendimento di tutto rispetto anche se molto inferiore a quello tenuto con la maglia biancazzurra di Israele. Il paradosso è che in realtà Zahavi si era ritirato dalla sua Nazionale: nel 2017, dopo una sconfitta contro la Macedonia, l’attaccante si era tolto la fascia di capitano e l’aveva gettata a terra, perché indispettito dai fischi e dagli insulti dei tifosi. A causa di questo gesto, la Federazione Israeliana ha deciso di sospenderlo per un anno e di impedirgli di vestire di ricoprire il ruolo di capitano, e lui per tutta risposta aveva annunciato che non avrebbe mai più risposto a un’eventuale convocazione. Un anno dopo, però, sono arrivati il reintegro e l’annuncio del suo ritorno: da lì è iniziata un’avventura ricca di gol, che ha portato Israele a un passo dagli Europei. Ora la Nazionale allenata dall’austriaco Willibald Ruttensteiner è seconda nel gruppo F con sette punti accumulati in quattro partite; al primo posto, irraggiungibile con i suoi 12 punti, c’è la Danimarca. Per il secondo posto che vale i playoff, sarà battaglia con l’Austria e (di nuovo) con la Scozia. Ma con un attaccante così, sognare il ritorno ai Mondiali dai tempi di Messico 70 non è impossibile.

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