Perché la Fifa vuole organizzare i Mondiali ogni due anni?

La proposta di Arsène Wenger è il preludio a una nuova lotta politica contro i club e l'Uefa.

In questi giorni di break internazionale e di partite di qualificazione ai Mondiali, è inevitabile che si parli dei Mondiali. Solo che stavolta siamo andati oltre, si sta andando oltre, e tutto è partito dalle proposte di Arsène Wenger: l’ex allenatore dell’Arsenal, ormai da tempo calato in un ruolo la cui dicitura – responsabile dello sviluppo mondiale del calcio dalla Fifa – vuol dire tutto e non vuol dire niente, e che lo costringe a lanciare proposte a mezzo stampa, ha avanzato l’idea di giocare la Coppa del Mondo ogni due anni. In più, a partire dal 2028, questo nuovo calendario internazionale prevedrebbe una grande competizione per Nazionali ogni anno, ogni estate, quindi gli Europei negli anni pari e i Mondiali negli anni dispari – o viceversa, ma il senso è quello. «Dobbiamo riconoscere la realtà delle cose: il pubblico vuole sempre più partite emozionanti e di alto livello., ha spiegato Wenger a L’Équipe. «Anche Euro 2020, che si è svolto appena due mesi fa, sembra lontano. Penso che gli appassionati non vogliano delle qualificazioni che durano un anno e mezzo. Possono essere concentrati in quattro o cinque settimane». Insomma, la proposta di Wenger prevede qualificazioni light ma concentrate in una o due finestre – ottobre e marzo – e le fasi finali nel solito slot temporale estivo.

Il progetto disegnato da Wenger, almeno nella sua visione, assicurerebbe anche un ritorno positivo ai club: «Considerando la riduzione delle partite internazionali durante la stagione, le società avrebbero solo da guadagnarci: avrebbero i loro calciatori per sette mesi interi, senza interruzioni». Non fa una grinza, se non fosse che proprio i club hanno iniziato a manifestare un po’ di disappunto. Il primo a farlo è stato il Manchester City, nella persona del suo amministratore delegato, Ferrán Soriano: «Non c’è spazio per questa riforma. I giocatori non possono giocare più partite, questo è certo». Meno netta, ma altrettanto negativa, l’opinione di Andrea Radrizzani, proprietario del Leeds United: «A me piace l’idea di vedere i Mondiali ogni quattro anni, ma anche ogni tre non sarebbe male. Di certo la Fifa dovrebbe discuterne con noi, prima di prendere decisioni in merito». Anche Nasser al-Khelaifi, amministratore delegato del Paris Saint-Germain e presidente dell’Eca (acronimo di European Club Association, praticamente la lega dei grandi club europei in rappresentanza dell’intera categoria), ha espresso lo stesso concetto, solo con toni più moderati, del resto i rapporti tra lui e la Fifa vanno preservati, considerando che i prossimi Mondiali si giocheranno proprio in Qatar: «La Fifa non ci ha ancora contattato per parlare del futuro dei Mondiali. Aspettiamo che si avvicinino a noi, e poi avremo una discussione».

In realtà, come spiegato piuttosto chiaramente in questo articolo del Guardian scritto da Sean Ingle, la battaglia avviata da Wenger avrebbe una fortissima componente politica. Il vero obiettivo della Fifa sarebbe «cerca di isolare l’Europa calcistica e indebolire l’Uefa: il nuovo format avrebbe già il sostegno di tutte le altre federazioni internazionali, mentre invece il presidente Uefa, Aleksandar Ceferin, ha già detto di essere “preoccupato” per il futuro del calcio. Anche l’Eca, a sia volta, ha respinto la possibilità di giocare i Mondiali ogni due anni. Non sfugga che la Fifa, almeno in questo momento, sia un vero e proprio avversario politico per questi soggetti: non a caso ha avuto un ruolo, seppure ben nascosto, nella progettazione della Super Lega, un tema per cui ci sono state proteste vibranti e violente in diverse città d’Europa. Non sarebbe così per i Mondiali, i tifosi non scenderebbero in piazza a Ginevra, davanti alla sede della Fifa. Ma di certo, in questo modo, proprio la Fifa avrebbe molto più potere, ovviamente più soldi e una posizione prominente rispetto alla Uefa e ai club».

Il giornalista del Guardian conclude la sua analisi con questa riflessione: «Forse l’unica speranza per un cambio di rotta è che le superstar del gioco si intromettano e si oppongano al progetto. La Fifa sarebbe davvero in grado di ignorare Lionel Messi, Cristiano Ronaldo e Kylian Mbappé?». Da questo punto di vista, il primo a esporsi è stato Gareth Bale: l’attaccante del Galles e del Real Madrid ha detto che «i Mondiali sono belli proprio perché si svolgono ogni quattro anni, è una competizione che per noi è speciale proprio perché non si svolge ogni anno, come le Olimpiadi. Se dovesse giocarsi ogni due anni, sentirei di perdere parte del suo prestigio, della sua tradizione storica». Per tutta risposta, la Fifa sta puntando proprio sui giocatori per spingere il progetto: in una nota ufficiale, la Federazione internazionale ha annunciato una super-riunione in Qatar a cui parteciperanno ex calciatori e allenatori provenienti da sei continenti – ci sarà ovviamente Wenger, e poi tante altre vecchie glorie come Djorkaeff, Khedira, Lalas, Materazzi, Nuno Gomes, Roberto Carlos – e in cui si discuterà del calendario del futuro. L’obiettivo – neanche tanto velato – del presidente Gianni Infantino è che questi personaggi possano supportare il nuovo format, e quindi sostenere la Fifa nella battaglia politica che si sta profilando all’orizzonte.