Handanovic ha detto che si sente «il Bukowski dei portieri»

Perché è molto diretto con le persone, anche se non beve e non fuma.

Samir Handanovic è ormai un’istituzione dell’Inter: è arrivato al decimo anno in maglia nerazzurra, dal 2019 indossa la fascia di capitano e nell’ultima stagione ha coronato la sua carriera vincendo il suo primo trofeo da professionista, lo scudetto. Ha parlato di tutto questo in un’intervista rilasciata a Tuttosport: «Io e l’Inter abbiamo vissuto dei momenti di transizione piuttosto difficili negli ultimi anni, ci abbiamo messo tanto a vincere perché il calcio è sport, non matematica, e in questo periodo c’è stato qualcuno più bravo di noi. E poi per vincere ci vogliono tante cose: le persone giuste e linee guida chiare rispettate da tutte». Sul ruolo di capitano, ha detto di essersi sentito «leggero» la prima volta che ha indossato la fascia, e che si tratta di «una fascia pesante, perché in realtà noi possiamo scrivere solo qualche pagina della storia, mentre l’Inter resta».

Nella prima parte dell’intervista, il portiere sloveno è andato oltre il campo, il suo ruolo nell’Inter, ha parlato di sé facendo due riferimenti piuttosto impegnativi: «Lei sa chi è Mikhail Tal? Uno scacchista che è ancora oggi ricordato non per i titoli che ha vinto, ma per il suo gioco e per come si applicava per ottenere certi risultati. E poi Bukowski, ecco a volte io mi sento il Bukowski dei portieri: non bevo, non fumo ma come lui sono un tipo diretto, che va dritto se deve dire una cosa a qualcuno». Non è la prima volta che Handanovic cita Bukowski: già qualche anno fa aveva detto che il suo libro preferito era sicuramente tra quelli della sua bibliografia. Sullo scacchista Mikhail Tal, invece, non ci sono altri riferimenti in passato: Handanovic forse l’ha citato per il fatto che Tal, durante la sua carriera, fosse considerato da tutti come un genio del gioco d’attacco. Sulla sua pagina Wikipedia si legge che «il suo naturale talento per il gioco combinativo gli consentì di strappare il titolo mondiale a Michail Botvinnik nel 1960, all’età di ventiquattro anni: solo Garri Kasparov, campione iridato a 22 anni, è riuscito a fare meglio di lui».

Handanovic, come detto, è arrivato all’Inter nel 2012, dopo aver militato nell’Udinese per otto stagioni; in due di queste, però, è stato ceduto in prestito al Treviso, alla Lazio e al Rimini. Con la squadra friulana, ha raggiunto per due volte la qualificazione ai preliminari di Champions League, ma non è mai riuscito a disputare la fase a gironi. Ci è riuscito con l’Inter, ma solo sei anni dopo il suo arrivo, nella stagione 2018/19. In seguito è arrivata la finale di Europa League (nel 2020) e lo scudetto. In totale, il portiere sloveno ha accumulato 391 presenze con la maglia nerazzurra, a fronte di 412 gol subiti.