È tornato Ansu Fati, finalmente

Dieci mesi dopo, è entrato in campo nel finale di Barcellona-Levante e ha subito trovato il gol.

C’era un’enorme e giustificata attesa per il ritorno in campo di Ansu Fati con il Barcellona. Per tanti motivi: non giocava una partita ufficiale, causa infortuni e ricadute varie, da 323 giorni, ovvero dal 7 novembre 2020; il club blaugrana, vittima di una profondissima crisi economica e tecnica, ha scelto di affidare a lui l’eredità – almeno quella ideale – di Lionel Messi, consegnandogli la maglia numero 10; il Barça era – ed è – alla disperata ricerca di un giocatore in grado di dare velocità e qualità al sistema di Koeman, allenatore sulla graticola ed evidentemente in confusione.

Ecco, ad Ansu Fati sono bastati 14′ di gioco per rispondere a tutte queste richieste: il giovanissimo attaccante ispano-guineano è entrato in campo al minuto 81′ di Barcellona-Levante e ha segnato il gol che ha chiuso la partita sul 3-0. La rete di Fati è arrivata nel primo di quattro minuti di recupero, e ha ricordato a tutti perché il suo esordio, due anni fa, sconvolse completamente il panorama calcistico europeo: dopo un intelligente velo di Depay poco al di là della linea di centrocampo, Fati supera Jorge Miramón con una veronica, punta l’area avversaria, dribbla di nuovo Jorge Miramón convergendo sul destro e poi batte il portiere avversario, Aitor Fernández, con un tiro non fortissimo ma piazzato.

L’esultanza è sembrata, insieme, una liberazione e un’incoronazione: Ansu Fati è stato sollevato in aria da Araujo, come il pubblico catalano dovesse riconoscerlo e applaudirlo come nuovo idolo designato; subito dopo Fati ha pianto, poi è andato in tribuna a salutare alcuni suoi amici e familiari accorsi allo stadio per seguire dal vivo il suo ritorno in campo. Come loro, con loro, tutto il Camp Nou ha manifestato un affetto sconfinato nei confronti del 18enne attaccante nato a Bissau ma trasferitosi alla Masía nel 2012, quando aveva dieci anni, dopo una prima esperienza nelle giovanili del Siviglia.

Al termine della partita, quando gli è stato chiesto cosa si provasse a giocare al Camp Nou con la maglia numero 10 sulle spalle, Fati ha risposto in maniera calma ma categorica: «Non sento tutta questa pressione. La vera pressione è giocare per il Barcellona: siamo una grande squadra, lotteremo per vincere tutto, la Liga e la Champions». Forse Ansu Fati è un po’ troppo ottimista, o magari è semplicemente sfrontato: il Barça, come detto, è una squadra ancora allo sbando, e lui stesso andrà dosato nel suo recupero, nel suo rientro in campo da protagonista dopo la terribile sequenza di infortuni subita a partire dallo scorso anno.

Il miglior modo per festeggiare il ritorno in campo

In ogni caso, però, il suo rientro e il suo gol restano una grande notizia per tutto il mondo-Barça, uno spiraglio di luce nel buio che si va ad aggiungere ad altri piccoli ma significativi miglioramenti: la vittoria contro il Levante, certo, ma soprattutto il lancio e il rendimento positivo di diversi giovani di valore, tra cui Gavi e Nico González, schierati a centrocampo accanto a Busquests; nella ripresa, oltre ad Ansu Fati, è entrato dalla panchina anche Riqui Puig, altro talento della Masía considerato come un possibile campione del futuro. Inoltre, tra poco dovrebbero rientrare anche gli infortunati Pedri e De Jong, i migliori giocatori della scorsa stagione, colonne designate del Barcellona per i prossimi anni.

Insomma, il Barça ha una base su cui costruire un futuro migliore del presente. Ansu Fati è stato scelto come stella del nuovo progetto, lo si è capito nel momento in cui il club catalano gli ha assegnato la maglia numero dieci. È stata una decisione forte, ma con delle radici solide: il Barça ha scelto lui fidandosi della sua grande qualità, ma anche del modo di intendere il calcio, di allenarsi, di prepararsi, di reagire a tutte le avversità vissute negli ultimi mesi. In un articolo di El País ci sono le dichiarazioni di una fonte interna al Barcellona che definisce Ansu Fati come «un giocatore incredibile, un ragazzo con un’energia speciale. Ha grande feeling con il pubblico, sorride continuamente, va in campo dopo degli infortuni tremendi e sembra che abbia giocato ieri l’ultima volta. Ha grande autostima e personalità, il Barcellona aveva bisogno di lui e lui ha bisogno del Barcellona. In virtù di tutto questo, non ci saranno problemi: vuole restare al Barça per tanto tempo». Magari ce ne vorrà un po’ perché possa sostituire davvero Messi, ma il suo tentativo è già iniziato. Anzi, è ripartito dopo un lungo stop, nel migliore dei modi possibili.