Il Newcastle ha chiesto ai tifosi di non travestirsi con abiti tradizionali arabi

«Qualcuno potrebbe sentirsi offeso da queste manifestazioni, anche se con intenzioni positive o semplicemente goliardiche».
di Redazione Undici 20 Ottobre 2021 alle 17:42

È stata una giornata molto importante per il Newcastle United, per il suo futuro. La notizia principale riguarda ovviamente l’addio del manager Steve Bruce: stando a quanto si legge nel comunicato ufficiale diffuso dal club, Bruce «ha lasciato il suo incarico di comune accordo con la società». Lo stesso ex allenatore bianconero, poi, ha rilasciato alcune dichiarazioni piuttosto significative sui suoi due anni a St. James’ Park: «Fin dal mio primo giorno al Newcastle, pensavo che avrei saputo gestire tutto ciò che mi sarebbe stato detto. Ora posso dire che è stata davvero dura: non sono mai stato realmente accettato e benvoluto, ho passato due anni ad avvertire il desiderio di vedermi fallire, a leggere gente dire in continuazione che avrei perso, che ero un manager inutile, uno spreco di spazio, uno stupido, un grassone, una testa di cavolo tatticamente incapace».

Oltre a questo provvedimento – che era nell’aria da diversi giorni, ormai – la nuova proprietà saudita si è rivolta direttamente ai tifosi con una richiesta piuttosto particolare: come si legge in quest’altra nota ufficiale, i fan dei Magpies sono invitati a «non presentarsi allo stadio con abiti o copricapi che appartengono alla tradizione araba, se non li indossano normalmente». Insomma, gli emissari del fondo PIF che ora gestiscono il club non vogliono che i tifosi si travestano da arabi per scherzo, per gioco, o anche solo per manifestare il loro sostegno alla nuova società. Si capisce chiaramente leggendo un altro passaggio del comunicato: «Non ci siamo sentiti offesi dal fatto che molti fan indossassero vesti o copricapi che appartengono a un’altra cultura, anzi per noi è stato un modo caloroso per accoglierci. Allo stesso tempo, però rimane la possibilità che altri membri della nostra o di altre comunità potrebbero sentirti offesi da questi outfit».

Secondo la proprietà del Newcastle, dunque, chi non è solito indossare certi indumenti o accessori, chi non lo fa sempre per scelta etnica e/o religiosa, dovrebbe rinunciare a farlo adesso. Anche se con intenti positivi o goliardici. È una posizione condivisibile, considerando che le persone con radici arabe lo fanno proprio in virtù di questa loro appartenenza. Infatti, nell’ultima parte del comunicato, il Newcastle ha precisato che «tutti coloro che vengono ospitati del Newcastle sono incoraggiati, come sempre, a indossare qualsiasi cosa che sia norma o consuetudine nelle loro usanze tradizionali, dando vita a quei gruppi multiculturali da cui il club trae con orgoglio il suo sostegno».

>

Leggi anche

Calcio
Ahanor non può ancora essere convocato nella Nazionale italiana, e all’estero non si spiegano come sia possibile
Una situazione paradossale, che accomuna il difensore dall'Atalanta a campionesse come Myriam Sylla. E che in Francia desta più scandalo che in Italia.
di Redazione Undici
Calcio
Grazie a una “campagna acquisti” iniziata cinque anni fa, gli Emirati Arabi Uniti hanno fregato la FIFA e oggi hanno una Nazionale piena di giocatori naturalizzati
A partire dal 2019, gli Emirati Arabi Uniti hanno utilizzato i petroldollari per convincere e naturalizzare giovani promesse straniere, aggirando così i paletti della FIFA. E oggi, grazie a questo, possono andare al prossimo Mondiale.
di Redazione Undici
Calcio
Le qualificazioni UEFA ai Mondiali e agli Europei non piacciono più a nessuno
L'ultima sentenza arriva dalla Football Association inglese, che lancia l'appello "per una profonda revisione del format attuale".
di Redazione Undici
Calcio
Dopo che per decenni i suoi talenti hanno giocato per i Paesi Bassi, adesso il Suriname sta importando giocatori e sta per andare ai Mondiali
Da Gullit e Rijkaard fino a Van Dijk, il Suriname ha "regalato" agli Oranje i suoi migliori campioni. Adesso la situazione si è ribaltata: il Suriname può qualificarsi proprio grazie ai calciatori nati in Europa.
di Redazione Undici