C’è molta tensione tra Simeone e Klopp

Dopo aver rifiutato la stretta di mano alla fine del match d'andata, l'allenatore dell'Atlético ha detto che si comporterà di nuovo allo stesso modo.

Purtroppo la gara del 18 febbraio 2020 tra Liverpool e Atlético Madrid non è passata alla storia per le emozioni vissute in campo, per l’incredibile vittoria (2-3 dopo i supplementari) dei Colchoneros nello stadio dei campioni d’Europa e dei futuri campioni di Inghilterra, ma per il fatto di essere stata l’ultima grande partita prima della pandemia, dello stop a tutte le grandi competizioni calcistiche. Quella notte ad Anfield è stata anche quella del secondo incontro tra Jürgen Klopp e Diego Simeone dopo la gara di andata: prima di allora, infatti, i due tecnici non si erano mai sfidati in gare ufficiali.

Forse è per questo, per il fatto che si sono affrontati e quindi frequentati poco, che tra di loro ci sia poca armonia e una certa tensione. Il caso è scoppiato due settimane fa, quando i Reds hanno battuto i Colchoneros al Wanda Metropolitano (curiosamente con lo stesso risultato venuto fuori a febbraio 2020, 2-3) e Simeone è fuggito negli spogliatoio subito dopo il fischio finale, senza accettare il consueto saluto postgara di Klopp. Nella conferenza stampa di presentazione del return match, stuzzicato proprio su quel momento e su questo argomento, Simeone ha spiegato la sua posizione: «In realtà a me non piace il saluto postpartita tra gli allenatori, so che nel Regno Unito è un’usanza ma io non la condivido. Credo che i due tecnici, in quel momento, vivano emozioni molto forti e molto diverse, quindi credo che si rischi di risultare falsi. E a me non piace essere falso». Poco dopo, Simeone ha detto anche di ammirare molto Klopp «anche se non lo conosco bene come persona: so che è un grande allenatore che ha fatto un ottimo lavoro in ogni club in cui è stato». È evidente che si tratti di una frase di circostanza, e che tra i due allenatori non ci sia proprio un grandissimo rapporto – per usare un eufemismo.

Anche Klopp è stato interrogato sulla vicenda: «Se avessi saputo che non mi avrebbe stretto la mano», ha detto il manager tedesco, «non gli avrei offerto la mia. Ma mi aspetto che potremmo salutarci come si deve prima della partita di domani, non dopo. Così tutti possiamo a casa felici e senza problemi». In realtà Klopp aveva minimizzato il caso anche a caldo, subito dopo la mancata stretta di mano con il suo collega: «Volevo stringergli la mano, lui non voleva. La sua reazione non è stata molto buona, ma in realtà nemmeno la mia. La sua rabbia era evidente, ma non credo fosse arrabbiato con me personalmente, piuttosto per la partita, per com’è andata in campo e per il risultato finale».