I Mondiali in Qatar saranno un incubo logistico

Accoglienza, trasporti e manutenzione dei campi: la Coppa del Mondo 2022, che si giocherà tutta nella stessa area metropolitana, sarà un rebus difficilissimo da risolvere.

Rispetto al 2 dicembre 2010, quando vennero assegnati i Mondiali di calcio 2022 al Qatar, i tifosi e i calciatori di tutto il mondo hanno vissuto e si sono abituati a molti cambiamenti. Oggi andare a giocare in Paesi o città privi di una grande tradizione sportiva è sempre più frequente, e le necessità di espansione commerciale dei brand sportivi, delle squadre e dei singoli giocatori hanno favorito questo processo. Anche giocare i Mondiali d’inverno – almeno secondo il ciclo boreale delle stagioni – non sarà una grande differenza, dato che ormai i calendari hanno sempre meno momenti di pausa. L’unica cosa anomala è che siamo costretti a scegliere, visto che si giocherà tra meno di un anno, come chiamare i Mondiali. Qatar 2022 oppure Doha 2022?

Questo dubbio è legato al fatto che, in realtà, tutto ciò che concerne la prossima edizione della Coppa del Mondo avverrà nella città di Doha e nelle sua immediate vicinanze. Per chi non lo sapesse, il Qatar – nazione compresa nella penisola araba che si affaccia sul Golfo Persico – è poco più grande della Basilicata. E la maggior parte della popolazione, poco meno di tre milioni di persone, risiede a Doha (la capitale), laddove si è concentrato principalmente anche lo sviluppo urbano. Anche se tecnicamente le città sede delle partite saranno cinque, tutto ruota intorno a Doha: lo stadio più distante dalla capitale si trova a meno di 50 chilometri dal centro cittadino, mentre i due impianti più lontani tra loro sono separati da appena 70 chilometri.

Quasi quattro anni fa, le Nazionali che si qualificarono i Mondiali in Russia dovettero attraversare anche tre fusi orari. Ora, come detto, la situazione è cambiata parecchio. Anzi, non saranno necessari nemmeno i voli interni, tutte le location del torneo saranno raggiungibile in meno di un‘ora. È un Campionato Mondiale di calcio organizzato sullo spazio di un’Esposizione Universale. Questa natura compatta dell’evento, come l’ha definita lo stesso comitato organizzatore locale, è stata un vantaggio in fase di assegnazione del torneo: evita spostamenti, trasferte alle squadre e riduce sensibilmente l’impatto ambientale; alcuni tifosi, per dire, potranno assistere anche a due partite diverse nello stesso giorno. Tuttavia, tenere tutto così vicino farà sorgere nuovissime e complicate sfide dal punto di vista della mobilità, della ricezione dei tifosi. E perfino della qualità dei terreni di gioco.

Mobilità

Gestire la mobilità sarà un aspetto cruciale, perché la concentrazione di infrastrutture si somma alla compattezza geografica: il Qatar ha infatti ottenuto il permesso di usare solo otto stadi, invece degli abituali 10 o 12 previsti per eventi del genere. Anche il calendario è più compresso del solito: per incastrare l’evento a novembre e finire prima di Natale, la durata del torneo è stata ridotta da 31 a 28 giorni. Tutto questo si traduce in quattro partite al giorno per tutti i primi 12 giorni della competizione: un ritmo totalmente nuovo sia per i Mondiali di calcio, sia per la stessa macchina organizzativa.

Nonostante sia stata promessa una particolare attenzione alla programmazione delle partite per ridurre al minimo il traffico, per tre volte al giorno ci sarà da gestire contemporaneamente il flusso di uscita da una partita e il flusso di ingresso nella partita immediatamente successiva. In vista di questa situazione lo stato ha costruito a Doha una rete di trasporto pubblico straordinariamente estesa e integrata rispetto allo standard della regione: è formata da tre linee che partono tutte dal centro di Doha e si espandono in modo radiale verso Nord, Ovest e Sud. Alla costruzione della porzione nord della linea Rossa ha partecipato la società italiana Webuild, che si è occupata anche delle progettazione e realizzazione dello stadio Al Bayt, ispirato alla Bayt Al Sha’ar, la tenda nera e bianca usata tradizionalmente dalla popolazione nomade locale. Molti stadi saranno direttamente raggiungibili con la metropolitana mentre i due rimanenti saranno collegati alla metropolitana tramite navette.

Campi da gioco

Usare otto stadi complicherà moltissimo anche la manutenzione dei terreni di gioco. Nella fase a girone, infatti, tutti i campi verranno usati ogni due giorni. Se poi si considera che spesso la rifinitura viene fatta sullo stesso campo della partita, allora i terreni di gioco potrebbero addirittura non avere un giorno intero di riposo nel corso della prima parte del torneo. Per fronteggiare queste novità, la Fifa ha giocato d’anticipo e ha scelto Alan Ferguson come Senior Pitch Management Manager: per indicare quanto sia delicato il compito, basti pensare si tratta di una posizione nuova per l’organigramma Fifa, che prima non aveva una posizione simile al suo interno. Ferguson, scozzese con un lungo passato come giardiniere per l’Ipswich Town, collabora da tempo con la Fifa per cui si è occupato anche della preparazione dei campi a Russia 2018.

Per evitare che l’alta frequenza delle partite rovini eccessivamente i terreni di gioco, la Fifa ha scelto di usare in ogni stadio dei campi ibridi: l’erba naturale sarà rinforzata con fibre d’erba sintetica di polipropilene attaccate direttamente allo strato sabbioso del terreno. Inoltre, per dare riposo al campo le modalità della rifinitura saranno modificate: non verrà fatta ogni volta sul terreno della partita, ma ci sarà una seduta di familiarizzazione per ogni stadio differente. Quindi se una Nazionale giocherà tutte le partite iniziali nello stesso stadio potrà fare soltanto una rifinitura su quel terreno. Se invece dovesse giocare tre partite in tre stadi diversi potrà fare tutte e tre le volte la rifinitura sul terreno di gioco della partita. Si tratta di un metodo già sperimentato in altri tornei e che, con molta probabilità, sarà utilizzato in Qatar. I campi che soffriranno di più saranno quelli della partita inaugurale e della finale, in cui le cerimonie prepartita potrebbero causare danni non necessari al terreno.

Il New Losail Stadium, edificato a circa 20 omk dal centro cittadino di Doha, ospiterà la finale dei Mondiali, in calendario per domenica 18 dicembre 2022 (Giuseppe Cacace/AFP via Getty Images)

Tifosi

Oltre alle difficoltà della mobilità e dell’intasamento degli stadi, c’è un ulteriore aspetto che il Qatar deve affrontare: come riceverà tutte le persone che arriveranno per l’occasione? Senza avere una grande tradizione di accoglienza turistica, il Paese – anzi, Doha – si aspetta circa tra gli 1,2 e gli 1,5 milioni di visitatori. Giusto per fare qualche proporzione: in tutto il 2019, prima della pandemia, i visitatori complessivi erano stati  2,1 milioni, almeno secondo i dati del Consiglio nazionale del turismo qatariota.

Per ampliare l’offerta il Qatar ha già affittato due navi da crociera. Secondo un accordo firmato con MSC Crociere nel 2019, le navi Europa (ancora in costruzione) e Poesia forniranno 4 mila cabine complessive per ospitare i tifosi e saranno ormeggiate nel porto di Doha. Altri posti saranno garantiti da strutture abitative ancora in costruzione nel deserto all’esterno di Doha, come il complesso Madinatna, che potrà ospitare fino a 27mila persone. Secondo Reuters, la carenza di strutture turistiche potrebbe essere un problema: entro il prossimo novembre in Qatar potrebbero esserci meno di 50 mila camere d’albergo.

Una possibile soluzione per alcuni tifosi potrebbe essere quella di espandere parte del proprio soggiorno nei vicini Emirati Arabi Uniti. Abu Dhabi e Dubai, le città più importanti del Paese, pur essendo a circa un’ora e mezza di volo da Doha, offrono molte più soluzioni turistiche anche per via di atteggiamenti più distesi nei confronti degli usi occidentali rispetto al Qatar. Questa possibilità è anche facilitata dalle ripresa delle relazioni e dei voli tra i due paesi: a gennaio gli Emirati Arabi Uniti (insieme ad Arabia Saudita, Bahrein ed Egitto) hanno terminato uno scontro politico che per diversi anni ha isolato il Qatar, accusato di essere troppo vicino all’Iran e di dare supporto a gruppi di fondamentalisti islamici.

Per accogliere tutti i turisti e i tifosi, il Qatar, già oggetto di molte manifestazioni di protesta in relazione al mancato rispetto dei diritti umani e delle condizioni dei lavoratori migranti,  avrà bisogno di manodopera specializzata – driver di autobus, cuochi, lavoratori dei servizi. Per fare concretamente i Mondiali sono necessarie queste figure, ma poiché il paese ha un bassissimo tasso di disoccupazione – anche per via di un forte controllo sull’immigrazione – sarà necessario attirarle dall’estero. Anche questo non sarà un aspetto facile da gestire.