Perché si sta parlando tanto di Steph Curry?

La stella dei Golden State Warriors ha messo a segno un record nella storia della Nba: quello di maggior triple segnate, ottenuto con una vera e propria rivoluzione del gioco.
di Redazione Undici
15 Dicembre 2021

Si parla tanto di come i Golden State Warriors abbiano cambiato il gioco del basket a furia di tiri da tre: ovviamente si tratta di un’approssimazione, perché gli Warriors, campioni Nba nel 2015, nel 2017 e nel 2018, hanno fondato i propri successi su un sistema che è ben più complesso di una semplice faccenda di tiri (la difesa, per esempio, è uno degli aspetti meno conclamati eppure più determinanti), e in più è tutta la Nba, e non solo la squadra di Steve Kerr, a sfruttare con maggiore frequenza i tiri dall’arco: oggi nella lega si prendono, in media, circa 35,5 tiri dalla lunga distanza. Soltanto dieci anni fa questo numero era fermo al 18,4.

Ma se l’equazione tiri da tre = Golden State Warriors ha fatto così breccia tra appassionati e non, è per la presenza nella Baia di un nome: Steph Curry, l’uomo con una facilità di andare a segno da ogni posizione del campo, e non è un’iperbole. Adesso il 30 di Golden State ha raggiunto un record storico: quello di aver messo a segno più triple nella storia della Nba. Ci è riuscito nella gara contro i New York Knicks, quando ha messo a segno la sua tripla numero 2974: superato Ray Allen, altra leggenda Nba e protagonista di quell’He Got Game girato da Spike Lee, che aveva comandato la classifica a lungo.

È una questione numerica ma che va anche contestualizzata per far capire la portata dell’impatto di Steph, e anche l’evoluzione stessa del gioco: Curry ha giocato finora in carriera 789 partite, contro le 1300 di Ray Allen, quasi la metà. È inevitabile cogliere un significato in questo raffronto, considerato anche che Curry non è solo un tiratore puro come era Allen, ma il vero e proprio play di Golden State, il giocatore che più di tutti ha la palla in mano. Non è un mistero che i suoi tiri da tre non siano in catch & shoot, come da sempre siamo abituati, ma arrivino direttamente dal palleggio. Una vera e propria rivoluzione copernicana.

Dopo il record fissato da Curry, Espn si è chiesta: quanto a lungo durerà questo primato? “Curry non ha solo raggiunto questo traguardo, ma lo ha distrutto”, si legge. Dovesse continuare a giocare fino ai 39 anni, rimanendo in buona salute, sostiene Espn, Curry potrebbe terminare la carriera avendo messo a segno addirittura il doppio delle triple di Allen. In base agli algoritmi utilizzati, poi, nessuno degli specialisti da tre in attività al momento, come James Harden o Damien Lillard, ha il passo giusto per raggiungere o superare Curry: secondo Espn, bisogna andare tra i giocatori ancora più giovani, come Trae Young o Luka Doncic, per trovare qualcuno che potrebbe viaggiare a quella media. Potrebbe del resto non succedere, ma già questo dato ci fa capire come la Nba è diventato davvero un altro gioco solo da pochi anni a questa parte (Young e Doncic sono entrati nella lega quando Curry era già una superstar affermata).

Dopo l’arrivo di Durant nella Baia e la vittoria di due titoli Nba, la dinastia Warriors ha cominciato a perdere i pezzi nel 2019, con i gravi infortuni dello stesso KD (poi finito ai Brooklyn Nets) e di Klay Thompson, ancora oggi costretto a guardare le partite dalla panchina in borghese (anche se un suo rientro pare imminente). Golden State è rimasta fuori dai playoff nelle ultime due stagioni, lasciando presagire un lungo inverno di scontento, come è successo a tante franchigie costrette a ricostruire dopo i massimi splendori. Invece gli Warriors sono risorti alla velocità della luce: assieme ai veterani Green e Iguodala, c’è un gruppo di giovani giocatori – da Jordan Poole a James Wiseman a Jonathan Kuminga, ma pure il redivivo Andrew Wiggins – che si sta facendo strada e fa ben sperare già per il futuro prossimo. Ma soprattutto c’è Steph Curry, che a 33 anni illumina come non mai. Sotto il punto di vista delle triple, il cestista di Akron sta mantenendo i livelli più alti di tutta la carriera: una media di 5,4 tiri dalla lunga distanza realizzati a partita, con 13,4 tentati. A questo punto della stagione, gli Warriors hanno uno dei migliori record della lega.

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